Quinto Orazio Flacco (65 a. C – 8 a. C.) SATIRE (Libro I, n.1, 9-10; 14-22)
Quando al canto del gallo
batte il cliente alla sua porta,
l’esperto di diritto invidia il contadino; ...
A farla breve, ascolta
dove voglio arrivare:
se un dio dicesse: "Eccomi qui, pronto a fare ciò che volete:
tu, ch’eri soldato, sarai mercante, e tu, giurista, un contadino:
scambiatevi le parti
e via, uno di qua, l’altro di là.
Che fate lì impalati ?"
Rifiuterebbero, eppure era possibile che fossero felici.
Non ha forse ragione Giove
a sbuffare irritandosi con loro
e a sancire che d’ora in poi
non sarà più tanto arrendevole
da porgere orecchio a preghiere simili?
[da Orazio, Le Opere, Garzanti, 1988, Traduzione di Mario Ramous]
Quando al canto del gallo
batte il cliente alla sua porta,
l’esperto di diritto invidia il contadino; ...
A farla breve, ascolta
dove voglio arrivare:
se un dio dicesse: "Eccomi qui, pronto a fare ciò che volete:
tu, ch’eri soldato, sarai mercante, e tu, giurista, un contadino:
scambiatevi le parti
e via, uno di qua, l’altro di là.
Che fate lì impalati ?"
Rifiuterebbero, eppure era possibile che fossero felici.
Non ha forse ragione Giove
a sbuffare irritandosi con loro
e a sancire che d’ora in poi
non sarà più tanto arrendevole
da porgere orecchio a preghiere simili?
[da Orazio, Le Opere, Garzanti, 1988, Traduzione di Mario Ramous]