Raffaella Pini: Le giustizie dipinte - Minerva

... ben altra genesi si avverte alla base del progetto decorativo degli statuti di Bologna del 1376. Promulgati all’indomani della cacciata del legato (n.d.r. Guglielmo di Noellet),

trascritti, riesaminati e riformati due anni più tardi, f dato mandato di decorarli a Nicolò di Giacomo, miniatore e capo della bottega più attiva e prolifica del secondo Trecento bolognese; nonché diretto conoscitore dell’apparato istituzionale per i molti incarichi pubblici (tra cui il notariato) che ricoprì. Nicolò miniò nove capilettera: sette all’inizio dei libri nei quali sono suddivisi gli statuti e due per alcune rubriche di particolare rilevanza, come quella che regolava l’elezione del capitano del Popolo e quella che disciplinava l’esercizio del notariato. Il capolettera O (Ordinamus) della rubrica De iure reddendo del IV libro sulle cause civili racchiude una fenetica scena processuale, gremita di personaggi colti in un vivo procedere narrativo, ove ognuno è tratteggiato con gestualità e fogge che ne caratterizzano il ruolo e lo stato sociale. Su tutti sovrasta il giudice con il mantello e il cappello rosso bordati di ermellino, con la destra indica un punto del codice al procuratore in piedi sulla sinistra che sta mostrando una carta processuale; ai piedi del giudice due notai trascrivono puntualmente i verbali del procedimento mentre un gruppetto di persone (forse le parti in causa) si affollano alle spalle dello scanno per assistere all’azione …

L’espressività che Nicolò di Giacomo riesce a infondere in queste scene è certamente frutto dell’adusità del maestro a confrontarsi con scene giuridiche ma rappresenta, inoltre, lo stadio finale e più complesso di una tradizione illustrativa presente nella miniatura padana – bolognese in particolare – già sul finire del secolo precedente. A queste date, infatti, Bologna era la culla dello Studium e la patria eletta dei miniatori che trovarono nella produzione libraria il più ricco sostentamento.

(Raffaella Pini, Le giustizie dipinte, Minerva edizioni, 2012, p.64-65)