Richard A. Epstein - MERCATI SOTTO ASSEDIO

Potrebbe anche accadere che un commerciante abbia dalla concorrenza una perdita maggiore di un piccolo furto, ma da un punto di vista più ampio, la concorrenza è un processo che produce profitti sociali sistematici, mentre la coercizione e la forza producono delle perdite sociali sistematiche. La volontà di proteggere gli individui contro le perdite fisiche alla persona o alla proprietà, o contro la diffamazione e altre forme di molestia che comprendono la falsa dichiarazione o le minacce di uso della forza, ha il grande pregio di permettere che le cause legali dei singoli procedano quando benessere privato e sociale sono perfettamente allineati. Al contrario, qualsiasi offerta di indennizzo o di altra protezione per i commercianti che perdono risorse a causa della concorrenza ha l’effetto esattamente opposto, va cioè a inserire un cuneo gigantesco tra l’individuo e il benessere sociale. La questione non dipende dai particolari del prodotto o del servizio che vengono offerti. Non è influenzata dalle storie dolorosissime che i romanzieri possono scrivere sulla rovina causata dalla demoniaca concorrenza a quanti si sono ritrovati spiazzati dalle forze di mercato. È un’ affermazione generale, che è capace di conferma generale. È uno di quegli easy cases che è assolutamente vitale risolvere in modo corretto: non ci deve essere nessuna forma di compensazione o protezione contro le perdite economiche subite nell’azione di mercati competitivi. Questo è un principio che nella teoria viene ampiamente riconosciuto, ma che nella pratica è altrettanto ampiamente violato.

[Traduzione di Diana Mengo, Milano, IBL Libri, 2009, p. 41].

Potrebbe anche accadere che un commerciante abbia dalla concorrenza una perdita maggiore di un piccolo furto, ma da un punto di vista più ampio, la concorrenza è un processo che produce profitti sociali sistematici, mentre la coercizione e la forza producono delle perdite sociali sistematiche. La volontà di proteggere gli individui contro le perdite fisiche alla persona o alla proprietà, o contro la diffamazione e altre forme di molestia che comprendono la falsa dichiarazione o le minacce di uso della forza, ha il grande pregio di permettere che le cause legali dei singoli procedano quando benessere privato e sociale sono perfettamente allineati. Al contrario, qualsiasi offerta di indennizzo o di altra protezione per i commercianti che perdono risorse a causa della concorrenza ha l’effetto esattamente opposto, va cioè a inserire un cuneo gigantesco tra l’individuo e il benessere sociale. La questione non dipende dai particolari del prodotto o del servizio che vengono offerti. Non è influenzata dalle storie dolorosissime che i romanzieri possono scrivere sulla rovina causata dalla demoniaca concorrenza a quanti si sono ritrovati spiazzati dalle forze di mercato. È un’ affermazione generale, che è capace di conferma generale. È uno di quegli easy cases che è assolutamente vitale risolvere in modo corretto: non ci deve essere nessuna forma di compensazione o protezione contro le perdite economiche subite nell’azione di mercati competitivi. Questo è un principio che nella teoria viene ampiamente riconosciuto, ma che nella pratica è altrettanto ampiamente violato.

[Traduzione di Diana Mengo, Milano, IBL Libri, 2009, p. 41].