Senofonte (430?-355? a.C.) ANABASI (Libro VI, 6,19-34)

Parlano gli strateghi: 20. "Siamo inviati dal nostro esercito alla tua presenza, o Cleandro, per dirti che, se ci accusi tutti insieme, puoi decidere di fare di noi ciò che ti sembra giusto, se invece è un uomo solo, o due o più che accusi essi sono pronti a consegnarteli perché tu li giudichi. Se poi c’è qualcuno di noi qui presenti che intendi accusare, eccoci qua, a tua disposizione, se invece è un altro che cerchi non hai che da dirlo, nessuno di quelli che sono sottoposti alla nostra autorità si rifiuterà di comparire ". 21. Dopo di che Agasias si fa avanti e prende la parola: "Cleandro, sono io quello che ha strappato quell ’uomo di mano a Dexippo e che ha dato l’ordine di dargli addosso. 22. Conosco infatti il mio soldato come un valoroso mentre so che Dexippo, prescelto dal nostro esercito per guidare la pentecontore fornitaci dai Trapezuntini per raccogliere una flottiglia che ci permettesse di portarci in salvo, se ne è andato per i fatti suoi tradendo i suoi commilitoni con i quali si era salvato. 23. Cosi abbiamo fatto la figura di rubare una pentecontore ai Trapezuntini come dei volgari delinquenti: per questo avremmo anche potuto morire. Sapevo benissimo infatti che noi, procedendo a piedi, non avremmo mai potuto attraversare i fiumi e arrivare salvi in Grecia. 24. A un delinquente di questa risma dunque ho tolto di mano il mio soldato. Se fossi stato tu ad arrestarlo, o qualcuno dei tuoi invece che un nostro disertore, sta’ sicuro che non avrei preso nessuna iniziativa. Puoi ammazzarmi se vuoi: ma sappi che ammazzerai un galantuomo per causa di un vigliacco traditore".

25. Dopo essere stato a sentirlo, Cleandro dice:

"Dexippo non riscuote certo la mia approvazione per quanto ha fatto ma ritengo che, per quanto possa essere un delinquente, non possiate liquidarlo con un linciaggio. Bisogna che abbia il suo castigo, e anche voi ne con verrete, dopo un regolare processo. 26. Ma ora andate pure lasciando quest’uomo a mia disposizione: quando sarà il momento di processarlo vi manderò a chiamare. lo prosciolgo da ogni accusa l’esercito e anche qualunque altro di voi, dal momento che costui ha ammesso di aver sottratto il soldato". 27. A questo punto il soldato in questione interviene: "Cleandro, anche se tu sei convinto che io sia stato arrestato per aver commesso un qualche reato voglio dirti che non ho aggredito nessuno né ho lanciato pietre: ho solo detto che quelle pecore erano roba di tutti. L’assemblea del nostro esercito ha infatti stabilito che se qualcuno fa razzia di qualcosa mentre l’esercito è fuori, la preda raccolta deve essere considerata patrimonio comune. 28. lo non ho detto che questo e per ciò quello là mi ha tratto in arresto perché non si levasse qualcun altro a protestare. Cosi dopo essersi preso la sua parte avrebbe conservato il resto per quegli altri ladri in aperto dispregio del nostro regolamento. Cleandro allora gli risponde: "Ad ogni buon conto essendo anche tu sotto imputazione, resta qui: prenderemo anche per te i provvedimenti necessari".

29. Dopo questi discorsi Cleandro e i suoi uomini se ne vanno a fare colazione ma Senofonte raccoglie in assemblea l’esercito e suggerisce di mandare a Cleandro una delegazione che parli in favore dei due uomini arrestati. 30. Si decide allora di inviare gli strateghi e i locaghi e inoltre lo spartiate Dracontio e altri ancora che sembrino i più adatti per scongiurare Cleandro in ogni modo di lasciare liberi i due uomini. 31. Senofonte, che è tra gli inviati, gli si rivolge con queste parole: "Cleandro, tu trattieni a tua discrezione questi uomini e l’esercito ti ha riconosciuto la facoltà di decidere di loro e di tutti quanti noi come ti piace. Ora però ti scongiurano in ogni modo di restituirceli e di risparmiare la loro vita perché hanno affrontato in passato molte durissime prove per la salvezza dell’esercito. 32. Se sei disposto a fare questa concessione, in cambio dei due uomini, essi si impegnano, col favore degli dei e qualora tu voglia metterti al loro comando, a dimostrarti quanto sanno essere disciplinati e come non temano, con l’aiuto degli dei, nessun nemico, obbedendo da bravi soldati al loro comandante. 33. Ti chiedono anche un’altra cosa: quando ti sarai recato da loro e avrai preso il comando, di giudicare il valore di Dexippo e quello degli altri, individualmente, e di dare a ciascuno il suo giusto riconoscimento". Cleandro li sta a sentire, poi: 34. "Eh sì, per i Dioscuri!" dice "vi rispondo subito; vi rendo i due uomini e verrò anch’io da voi e, se gli dei ci assistono, vi riporterò in Grecia perché mi rendo conto che queste vostre parole sono l’opposto di certe voci che ho udito sul vostro conto, secondo le quali avreste avuto intenzione di sottrarre l’esercito all’autorità di Sparta".

[A cura di Valerio Manfredi, "I classici di storia", Rusconi Editore, Milano, 1980, pp.284-286]