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Storie di ordinaria ingiustizia

Il giudice che fu maestro di Bartolo
Storie di ordinaria ingiustizia
Storie di ordinaria ingiustizia

La prima di queste storie risale ad epoca anteriore all’origine del genere umano, giacché l’ingiustizia, stando a quanto racconta Carlo Ludovico Muratori, è tale da precederla.

Così narra il settecentesco autore di Dei difetti della giurisprudenza. “Nel tempo che le bestie parlavano, e vivevano diverse in varie Repubbliche, fecero lega due gatti con promessa di partire ugualmente fra loro tutto quel che andassero rubando.

Avendo un dì cadaun d’essi rubato un pezzo di formaggi, nacque discordia fra loro, pretendendo ciascun d’essi, che il pezzo suo fosse minore dell’altro, ed esigendo il supplemento. Furono vicini a decidere la controversia coll’unghie; ma il più assennato ottenne, che si rimettesse l’affare al Giudice. Giudice pubblico si trovò allora uno Scimione, che avrebbe insegnata la Giurisprudenza a Bartolo. Costui, udito il litigio immediatamente fece portar le bilance, e si trovò, che l’uno de’ pezzi del formaggio pesava due once di più dell’altro. Allora il valente Giudice per uguagliar le partite, si attaccò a i denti il pezzo soprabbondante, e saporitamente sel masticò. Ma per disavventura tanto ne porto via, che rimessi i pezzi sulle bilance, il primo eccedente si trovò mancante d’un’oncia rispetto all’altro. E qui il buon Giudice, preso l’altro pezzo, parimente l’afferrò co’ denti, e ne portò via e sel mangiò. Veduto sì bel giuoco, si guatarono l’un l’altro i litiganti; e l’un d’essi rivolto al Giudice: Messere, gli disse, se tali son le bilance della Giustizia, tutti e due noi avremo in fine la sentenza contro. M’è sovvenuto adesso un modo più sicuro d’accordarci insieme. E presi con bella grazia i pezzi rimasti, se n’andarono amendue a mangiarseli in santa pace”.

La morale dell’apologo è che, a fare le cause, ci rimettono entrambe le parti; e anzi, per i loro costi e per la loro “durata eterna” fanno “piangere chi ha vinto, non chi ne esce perditore.

 

[Francesco Galgano: Tutto il rovescio del diritto, Giuffrè Editore, pp.247-248]