Tom Wolfe: Radical Chic, l’avvocato Leon Quat

E poi Felicia si mise in piedi accanto ai pianoforti e disse: «Vorrei ringraziarvi infinitamente per essere venuti. Sono molto, molto contenta di vedervi così numerosi». Tutto andava a meraviglia. La sua voce era piena come quella di un oboe.
Presentò un uomo che si chiamava Leon Quat, un avvocato impegnato nella raccolta di fondi per Panther 21, ventuno Black Panthers arrestate con l’accusa di cospirazione per far saltare in aria cinque centri commerciali di New York, gli incroci ferroviari di New Haven, un commissariato di Polizia e l’orto botanico del Bronx. Leon Quat, cosa alquanto curiosa, sembrava nell’insieme uno di quei cinquantaduenni che dirigono uno studio legale che è insieme agenzia immobiliare e agenzia di assicurazioni al secondo piano di un edificio a due piani su Queens Boulevard abitato da gente che paga le tasse. Anche se in realtà Leon Quat non era quel tipo d’uomo. Aveva le basette. Un gran bel paio di basette. Non gli scendevano giù solo fino alla sporgenza intertragica, che è quella linguetta sul bordo inferiore dell’orecchio a cui tanti uomini alla moda cercano di arrivare. No, su quella perfetta faccia da assicuratore di Queens Boulevard c’erano delle vere basette che arrivano in fondo ai lobi, quei veri e propri scopettoni che in qualche modo sono diventati il marchio del Movimento.
[ebook, Lit Edizioni S.r.l., 2014, pp.15-16]