Totò (1898-1967) SIGNORI SI NASCE
LA RETRIBUZIONE . . . PER IL LAVORO DOMESTICO . . .
In questo periodo, giustamente dedicato al relax ho inteso riportare alla memoria il grande Totò.
In uno tra i suoi più comici e simpatici brani del film "Signori si nasce" (regia di Mario Mattoli, 1960) il Barone Zazà, interpretato appunto da Totò, cerca di rendere a Battista, il suo fedele domestico, la giustificazione della sua persistente e convinta morosità nel pagargli lo stipendio . . .
Questo il dialogo tra i due.
Certamente non è questo il modo di trattare i lavoratori dipendenti. Né credo che questa sia stata la reale convinzione del barone Zazà o del suo interprete. Tuttavia ritengo che non sia fuori luogo sorridere, ancora grazie al grande Totò!
[Avv. Nicola Ulisse]
Barone Zazà – Battista, dimmi un po’, com’è che oggi non si vedono tranvai in giro?
Battista – Eh oggi c’è lo sciopero . . .
Barone Zazà – . . . E aspettiamo ‘na carrozza. Io a questi che fanno lo sciopero li metterei in galera! A tutti quanti.
Battista – Oh, a proposito di galera, domani scade la cambiale di 300 lire, signor Barone.
Barone Zazà – Quella di Bernasconi? E lo so. Che me lo dici a fare? Pagala.
Battista – Pagala?!? Io non c’ho una lira.
Barone Zazà – Come non c’hai una lira, come?
Battista – E no! Anzi vorrei ricordarle signor barone che io a più riprese le ho già anticipato 200 lire . . . Tutti i miei risparmi.
Barone Zazà – Ma scusa, io non capisco: perché non te ne vai e mi dai gli otto giorni .Non lo capisco.
Battista - Perché avanzo dodici anni di stipendio.
Barone Zazà – Oh qui ti volevo. Allora tu stai con me per interesse. Stai per interesse. E’ proprio vero i domestici sono i nemici pagati.
Battista - Ma io non sono pagato.
Barone Zazà – Ma io non ti pago appunto per non offenderti, perché ti ho messo su un piedistallo, per non umiliarti . . . Hai capito?
Veh, dimmi un po’, dodici anni di servizio a venti lire al mese . . . (carina quella) . . . quanto fanno?
Battista - 2.880 lire.
Barone Zazà – Più le 200 lire che t’ho prestato . . .
Battista - No, no che io ho prestato a lei.
Barone Zazà – Ah si, non mi ricordavo . . . Beh comunque quanto fanno?
Battista - 3.080 lire.
Barone Zazà – E ti pare che io ti do 3.080 lire a te? Quando io te l’ho date tu diventi un gran signore e la mia coscienza non mi permette di essere servito da te che sei un gran signore. Abbi pazienza. E poi non tocchiamo più ‘sto tasto che mi prendono i nervi, mi prendono . . .
Battista - Ah ecco la carrozza.
Barone Zazà – Andiamo a piedi . . . che carrozza? A teatro sù, che è tardi . . . oh guardalo là . . .
LA RETRIBUZIONE . . . PER IL LAVORO DOMESTICO . . .
In questo periodo, giustamente dedicato al relax ho inteso riportare alla memoria il grande Totò.
In uno tra i suoi più comici e simpatici brani del film "Signori si nasce" (regia di Mario Mattoli, 1960) il Barone Zazà, interpretato appunto da Totò, cerca di rendere a Battista, il suo fedele domestico, la giustificazione della sua persistente e convinta morosità nel pagargli lo stipendio . . .
Questo il dialogo tra i due.
Certamente non è questo il modo di trattare i lavoratori dipendenti. Né credo che questa sia stata la reale convinzione del barone Zazà o del suo interprete. Tuttavia ritengo che non sia fuori luogo sorridere, ancora grazie al grande Totò!
[Avv. Nicola Ulisse]
Barone Zazà – Battista, dimmi un po’, com’è che oggi non si vedono tranvai in giro?
Battista – Eh oggi c’è lo sciopero . . .
Barone Zazà – . . . E aspettiamo ‘na carrozza. Io a questi che fanno lo sciopero li metterei in galera! A tutti quanti.
Battista – Oh, a proposito di galera, domani scade la cambiale di 300 lire, signor Barone.
Barone Zazà – Quella di Bernasconi? E lo so. Che me lo dici a fare? Pagala.
Battista – Pagala?!? Io non c’ho una lira.
Barone Zazà – Come non c’hai una lira, come?
Battista – E no! Anzi vorrei ricordarle signor barone che io a più riprese le ho già anticipato 200 lire . . . Tutti i miei risparmi.
Barone Zazà – Ma scusa, io non capisco: perché non te ne vai e mi dai gli otto giorni .Non lo capisco.
Battista - Perché avanzo dodici anni di stipendio.
Barone Zazà – Oh qui ti volevo. Allora tu stai con me per interesse. Stai per interesse. E’ proprio vero i domestici sono i nemici pagati.
Battista - Ma io non sono pagato.
Barone Zazà – Ma io non ti pago appunto per non offenderti, perché ti ho messo su un piedistallo, per non umiliarti . . . Hai capito?
Veh, dimmi un po’, dodici anni di servizio a venti lire al mese . . . (carina quella) . . . quanto fanno?
Battista - 2.880 lire.
Barone Zazà – Più le 200 lire che t’ho prestato . . .
Battista - No, no che io ho prestato a lei.
Barone Zazà – Ah si, non mi ricordavo . . . Beh comunque quanto fanno?
Battista - 3.080 lire.
Barone Zazà – E ti pare che io ti do 3.080 lire a te? Quando io te l’ho date tu diventi un gran signore e la mia coscienza non mi permette di essere servito da te che sei un gran signore. Abbi pazienza. E poi non tocchiamo più ‘sto tasto che mi prendono i nervi, mi prendono . . .
Battista - Ah ecco la carrozza.
Barone Zazà – Andiamo a piedi . . . che carrozza? A teatro sù, che è tardi . . . oh guardalo là . . .