Václav Havel: l’ordinamento giuridico come facciata
Ovviamente rimane dietro le quinte il fatto che in realtà hanno brutalmente e assurdamente distrutto la vita di un giovane magari perché aveva copiato il romanzo di uno scrittore vietato oppure solo perché i poliziotti hanno imbastito un’accusa fasulla (e lo sanno benissimo tutti, dal giudice all'accusato): la montatura dell’imputazione non deve risultare agli atti e il paragrafo sulla sovversione non esclude, formalmente, che possa essere applicato alla copiatura di un romanzo.
In altri termini: l’ordinamento giuridico – ameno in alcuni suoi ambiti – è di fatto solo una facciata, solo una componente del mondo dell’apparenza. Perché allora esiste? Per le stesse ragioni per cui esiste l’ideologia: costituisce quel ponte che fornisce un alibi fra il sistema e l’uomo, che facilita all'uomo l’accesso alle strutture del potere e il servizio all'arbitrio del potere: un alibi che gli permette di illudersi di applicare solamente le leggi e difendere la società dai criminali (e quanto più difficile sarebbe, senza questo alibi, reclutare nuove generazioni di giudici, procuratori e inquirenti!). In quanto parte integrante del mondo dell’apparenza, l’ordinamento giuridico non inganna soltanto la coscienza dei procuratori, inganna l’opinione pubblica, gli osservatori stranieri e la storia.
[Václav Havel, Il potere dei senza potere, La casa di Matriona, Itaca, 2013, p. 102]