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William Shakespeare (1564-1616) IL MERCANTE DI VENEZIA

Il mercante di Venezia
Il mercante di Venezia

IL MERCANTE DI VENEZIA di William Shakespeare (1564-1616)

Atto IV - Scena I

 

 

SHYLOCK Dottissimo giudice! Che sentenza! Vieni, preparati!

 

PORZIA Aspetta un momento, c’è qualcos’altro. Questo contratto non ti accorda neanche una goccia di sangue. Le precise parole sono: "Una libbra di carne". Prendi dunque la tua penale, prendi la tua libbra di carne, ma se, nel tagliarla, versi una goccia di sangue cristiano, le tue terre e i tuoi averi sono, per le leggi di Venezia, confiscati dallo stato di Venezia.

 

GRAZIANO O giustissimo giudice! Hai visto ebreo che giudice!

 

SHYLOCK È questa la legge?

 

PORZIA Puoi consultarne il testo da te, perché, dato che esigi giustizia, sta’ certo che avrai più giustizia di quanta ne desideri.

 

GRAZIANO O dotto giudice! Osserva, ebreo, che dotto giudice!

 

SHYLOCK Accetto quest’offerta allora. Pagatemi il debito tre volte e lasciate andare il cristiano.

 

BASSANIO Ecco il denaro.

 

PORZIA Piano! L’ebreo deve avere completa giustizia. Dunque, adagio, non tanta furia! Non deve avere nient’altro che la penale pattuita.

 

GRAZIANO O ebreo! Un retto giudice, un dotto giudice!

 

PORZIA Quindi preparati a tagliare la tua libbra carne. Non versare sangue e non tagliarne né più né meno di una libbra esatta di carne. Se ne prendi più o meno di una libbra esatta, fosse solo quel tanto che la renda più leggera o più pesante della ventesima parte d’un misero grammo, o d’una frazione di quella, o meglio se la bilancia pende della misura di un capello di qua o di là, tu muori, e tutti i tuoi beni sono confiscati.

 

GRAZIANO Un secondo Daniele! Un Daniele, ebreo! Ora ti ho io per il collo, infedele!

 

PORZIA Perché si ferma l’ebreo? Prenditi la penale.

 

SHYLOCK Datemi il mio capitale, e lasciatemi andare.

 

BASSANIO L’ho pronto per te, eccolo.

 

PORZIA Egli l’ha rifiutato davanti alla Corte. Ha chiesto l’esecuzione del suo contratto a termini di stretta giustizia.

 

GRAZIANO Un Daniele, torno a dire, un secondo Daniele! Ti ringrazio, ebreo, per avermi insegnato la parola.

 

SHYLOCK Non devo avere neppure il mio nudo capitale?

 

PORZIA Tu non devi avere altro che la tua penale, da prendere a tuo rischio, ebreo.

 

SHYLOCK Beh, allora il diavolo glielo faccia godere! Non resterò a far questione.

 

PORZIA Aspetta, ebreo, la legge ti tiene ancora in pugno. È stabilito nelle leggi di Venezia che se è provato contro uno straniero che, con mezzi diretti o indiretti, egli attenta alla vita di un cittadino, la persona contro cui egli ha tramato entrerà in possesso di metà dei suoi beni, l’altra metà va alle casse dello stato, e la vita del reo è alla mercé del doge soltanto, escluso ogni altro appello. E sotto questo disposto, io dico, rientra il tuo caso: perché risulta manifesto dalla tua azione che, indirettamente, e direttamente anche, tu hai tramato contro la vita stessa del convenuto e sei incorso nel danneggiamento sopra da me recitato. Giù, dunque, e supplica clemenza al doge.

 

GRAZIANO Supplica di aver licenza d’impiccarti, anche se, confiscata la tua ricchezza dallo stato, non ti resterà di che comprarti una corda, e finirà che dovrai essere impiccato a spese dello stato.

 

DOGE Perché tu veda la differenza del nostro animo, ti faccio grazia della vita prima che tu lo chieda. Metà della tua ricchezza va ad Antonio, l’altra metà viene allo stato, ma la tua umiltà può mutare la confisca in un’ammenda.

 

PORZIA Per la parte, s’intende dello stato; non per quella di Antonio.

 

SHYLOCK Ma allora prendetevi la mia vita e tutto il resto; non mi fate grazia di essa. Voi mi portate via la casa quando mi portate via proprio il sostegno che la regge: mi togliete la vita, quando mi togliete i mezzi coi quali vivo..

 

PORZIA Quale clemenza potete concedergli, Antonio?

 

GRAZIANO Un capestro gratis, nient’altro, perdio!

 

ANTONIO Se piace al mio signore il doge, e alla Corte, di condonare l’ammenda per metà dei suoi beni, io ne sono contento. Ma egli mi lasci l’altra metà in usufrutto, da consegnare, alla sua morte, al gentiluomo che gli ha di recente rapito la figlia. Altre due condizioni per quest’atto di clemenza: che egli si faccia subito cristiano, e che firmi, qui dinanzi alla corte, un atto di donazione per cui, alla sua morte, ogni suo bene andrà al suo nuovo figlio Lorenzo e a sua figlia.

 

DOGE Egli lo farà, altrimenti revoco la grazia che ho appena pronunciato.

 

PORZIA Ti contenti così, ebreo? Che ne dici?

 

SHYLOCK Mi contento.

 

PORZIA Scrivano, stendi l’atto di donazione.

 

SHYLOCK Vi prego di darmi licenza di andar via di qui, non sto bene; mandatemi l’atto, io lo firmerò.

 

DOGE Va’ pure, ma fallo.

 

GRAZIANO Al battesimo avrai due padrini. Fossi stato io il giudice, avresti avuto dodici giurati, per portarti alla forca, non al fonte.

 

Esce Shylock.

 

DOGE Signore, vi prego di venire a cena a casa mia.

 

PORZIA Chiedo umilmente perdono a Vostra Grazia, devo partire per Padova questa sera e mi conviene mettermi in viaggio senz’indugio.

 

DOGE Mi spiace che vi manchi il tempo. Antonio, ricompensate questo gentiluomo, perché, a parer mio, gli siete molto obbligato.

 

Esce il Doge con il suo seguito. Atto IV - Scena I

 

SHYLOCK Dottissimo giudice! Che sentenza! Vieni, preparati!

 

PORZIA Aspetta un momento, c’è qualcos’altro. Questo contratto non ti accorda neanche una goccia di sangue. Le precise parole sono: "Una libbra di carne". Prendi dunque la tua penale, prendi la tua libbra di carne, ma se, nel tagliarla, versi una goccia di sangue cristiano, le tue terre e i tuoi averi sono, per le leggi di Venezia, confiscati dallo stato di Venezia.

 

GRAZIANO O giustissimo giudice! Hai visto ebreo che giudice!

 

SHYLOCK È questa la legge?

 

PORZIA Puoi consultarne il testo da te, perché, dato che esigi giustizia, sta’ certo che avrai più giustizia di quanta ne desideri.

 

GRAZIANO O dotto giudice! Osserva, ebreo, che dotto giudice!

 

SHYLOCK Accetto quest’offerta allora. Pagatemi il debito tre volte e lasciate andare il cristiano.

 

BASSANIO Ecco il denaro.

 

PORZIA Piano! L’ebreo deve avere completa giustizia. Dunque, adagio, non tanta furia! Non deve avere nient’altro che la penale pattuita.

 

GRAZIANO O ebreo! Un retto giudice, un dotto giudice!

 

PORZIA Quindi preparati a tagliare la tua libbra carne. Non versare sangue e non tagliarne né più né meno di una libbra esatta di carne. Se ne prendi più o meno di una libbra esatta, fosse solo quel tanto che la renda più leggera o più pesante della ventesima parte d’un misero grammo, o d’una frazione di quella, o meglio se la bilancia pende della misura di un capello di qua o di là, tu muori, e tutti i tuoi beni sono confiscati.

 

GRAZIANO Un secondo Daniele! Un Daniele, ebreo! Ora ti ho io per il collo, infedele!

 

PORZIA Perché si ferma l’ebreo? Prenditi la penale.

 

SHYLOCK Datemi il mio capitale, e lasciatemi andare.

 

BASSANIO L’ho pronto per te, eccolo.

 

PORZIA Egli l’ha rifiutato davanti alla Corte. Ha chiesto l’esecuzione del suo contratto a termini di stretta giustizia.

 

GRAZIANO Un Daniele, torno a dire, un secondo Daniele! Ti ringrazio, ebreo, per avermi insegnato la parola.

 

SHYLOCK Non devo avere neppure il mio nudo capitale?

 

PORZIA Tu non devi avere altro che la tua penale, da prendere a tuo rischio, ebreo.

 

SHYLOCK Beh, allora il diavolo glielo faccia godere! Non resterò a far questione.

 

PORZIA Aspetta, ebreo, la legge ti tiene ancora in pugno. È stabilito nelle leggi di Venezia che se è provato contro uno straniero che, con mezzi diretti o indiretti, egli attenta alla vita di un cittadino, la persona contro cui egli ha tramato entrerà in possesso di metà dei suoi beni, l’altra metà va alle casse dello stato, e la vita del reo è alla mercé del doge soltanto, escluso ogni altro appello. E sotto questo disposto, io dico, rientra il tuo caso: perché risulta manifesto dalla tua azione che, indirettamente, e direttamente anche, tu hai tramato contro la vita stessa del convenuto e sei incorso nel danneggiamento sopra da me recitato. Giù, dunque, e supplica clemenza al doge.

 

GRAZIANO Supplica di aver licenza d’impiccarti, anche se, confiscata la tua ricchezza dallo stato, non ti resterà di che comprarti una corda, e finirà che dovrai essere impiccato a spese dello stato.

 

DOGE Perché tu veda la differenza del nostro animo, ti faccio grazia della vita prima che tu lo chieda. Metà della tua ricchezza va ad Antonio, l’altra metà viene allo stato, ma la tua umiltà può mutare la confisca in un’ammenda.

 

PORZIA Per la parte, s’intende dello stato; non per quella di Antonio.

 

SHYLOCK Ma allora prendetevi la mia vita e tutto il resto; non mi fate grazia di essa. Voi mi portate via la casa quando mi portate via proprio il sostegno che la regge: mi togliete la vita, quando mi togliete i mezzi coi quali vivo..

 

PORZIA Quale clemenza potete concedergli, Antonio?

 

GRAZIANO Un capestro gratis, nient’altro, perdio!

 

ANTONIO Se piace al mio signore il doge, e alla Corte, di condonare l’ammenda per metà dei suoi beni, io ne sono contento. Ma egli mi lasci l’altra metà in usufrutto, da consegnare, alla sua morte, al gentiluomo che gli ha di recente rapito la figlia. Altre due condizioni per quest’atto di clemenza: che egli si faccia subito cristiano, e che firmi, qui dinanzi alla corte, un atto di donazione per cui, alla sua morte, ogni suo bene andrà al suo nuovo figlio Lorenzo e a sua figlia.

 

DOGE Egli lo farà, altrimenti revoco la grazia che ho appena pronunciato.

 

PORZIA Ti contenti così, ebreo? Che ne dici?

 

SHYLOCK Mi contento.

 

PORZIA Scrivano, stendi l’atto di donazione.

 

SHYLOCK Vi prego di darmi licenza di andar via di qui, non sto bene; mandatemi l’atto, io lo firmerò.

 

DOGE Va’ pure, ma fallo.

 

GRAZIANO Al battesimo avrai due padrini. Fossi stato io il giudice, avresti avuto dodici giurati, per portarti alla forca, non al fonte.

 

Esce Shylock.

 

DOGE Signore, vi prego di venire a cena a casa mia.

 

PORZIA Chiedo umilmente perdono a Vostra Grazia, devo partire per Padova questa sera e mi conviene mettermi in viaggio senz’indugio.

 

DOGE Mi spiace che vi manchi il tempo. Antonio, ricompensate questo gentiluomo, perché, a parer mio, gli siete molto obbligato.

 

Esce il Doge con il suo seguito.