William Shakespeare (1564-1616): Molto rumore per nulla

Atto III

SCENA III - Messina, una strada. Notte.Entrano CORNIOLA e VERGA, con le GUARDIE della ronda di notte.

CORNIOLA -

Uomini! Tutti fidati e per bene?

VERGA -

Eh, sì, se no sarebbe gran peccato

dovessero soffrir la salvazione,

corpo e anima.

CORNIOLA -

No, la salvazione

sarebbe punizione troppo buona

per loro, se li avessero prescelti

facendo loro troppo affidamento,

per far la guardia notturna del principe.

VERGA -

Bene, date pur loro le consegne,

superiore Corniola.

CORNIOLA -

Primo: chi ritenete in mezzo a voi

il più immeritevole di tutti

per fare il caporale?

PRIMA GUARDIA -

Ugo Focaccia, oppur Giorgio Carbone,

perché sanno di leggere e di scrivere.

CORNIOLA -

Bene. Carbone, allora vieni qui;

Dio t’ha fatto la grazia d’un bel nome:

essere un uomo ben proporzionato

è un dono di fortuna;

ma quello di saper leggere e scrivere

è un dono di natura.

SECONDA GUARDIA -

I quali entrambi, signor Connestabile...

CORNIOLA -

... tu possiedi. Sapevo la risposta.

Bene, compare, quanto alla tua faccia,

rendine grazie a Dio, ma non vantartene;

e quanto al tuo saper leggere e scrivere,

lascia che venga fuori

quando non ci sarà bisogno alcuno

d’una tal vanteria. Siamo d’accordo?

Tu sei qui ritenuto il più insensato

e perciò stesso il meglio abilitato

a fare il caporale della ronda.

Laonde tu porterai la lanterna.

La consegna per tutti è la seguente:
andare rastrellando i vagabondi
e intimar loro, nel nome del principe,
di fermarsi.

SECONDA GUARDIA -

E se quello non si ferma?

CORNIOLA -

Allora... allora, far finta di niente
e lasciare che vada dove vuole;
subito dopo radunar la guardia
e tutti insieme ringraziare Iddio
d’avervi liberati da un furfante.

VERGA -

È semplice: se quello non si ferma,
quando gli si comanda di fermarsi,
vuol dir che non è suddito del principe.

CORNIOLA -

Giusto: solo dei sudditi del principe
vi dovete occupare, e nessun altro.
Inoltre non dovete far schiamazzi
per le strade, per via che, per la guardia,
far chiacchiere e schiamazzi per le strade,
è cosa sommamente tollerabile
e tale che non si può sopportare.

SECONDA GUARDIA -

Piuttosto che parlare, noi dormiamo;

lo conosciamo bene, superiore,

il dovere di guardie della ronda.

CORNIOLA -

Bravo, tu parli come un veterano,
da guardia navigata e senza grilli,
perché non vedo che ci sia di male
nel dormire. Soltanto state attenti
che non vi portino via le alabarde.
Beh, vi toccherà entrare nelle bettole
e ordinare a coloro che son sbronzi
che vadano a dormire.

SECONDA GUARDIA -

E se non vogliono?

CORNIOLA -

Allora l’unica è lasciarli in pace
finché non hanno smaltito la sbornia.
Se poi non vogliono sentir ragione,
potrete sempre dire, a vostra scusa,
che non erano loro le persone
delle quali la ronda andava in cerca.

SECONDA GUARDIA -

Bene, signore.

CORNIOLA -

Se tu incontri un ladro,

puoi sospettare, a causa del tuo ufficio,

che quello non sia proprio un galantuomo;

però con quella specie d’individui

meno t’impicci e meglio n’esci fuori,

e tanto meglio per la tua onestà.

SECONDA GUARDIA -

Ma se lo conosciamo come ladro,

possiamo mettergli le mani addosso?

CORNIOLA -

Potreste, sì, in virtù del vostro ufficio;

ma penso che chi va a toccar la pece

non può evitar di sporcarsi le mani;

laonde la miglior cosa per voi,

se vi piace di rimanere in pace,

quando v’accada d’incontrare un ladro

è lasciar che si mostri quel che è,

rubandosi da sé agli occhi vostri.

VERGA -

Eh, superiore, me l’han sempre detto

che siete un uomo assai compassionevole!

CORNIOLA -

Per me, se devo proprio parlar franco,

non sarei buono ad impiccare un cane,

figuratevi un povero cristiano

che ci abbia solo un poco d’onestà.

VERGA -

E se sentite pianger nella notte

un bambino, svegliate la sua balia

ed ordinate a questa di zittirlo.

SECONDA GUARDIA -

E se la balia dorme e non ci sente?

CORNIOLA -

Beh, ve n’andrete per i fatti vostri,

senza far troppo chiasso,

lasciandola svegliare dal bambino;

perché la pecora che resta sorda

a belar d’agnellino è destinata

a non sentire muggito di bue.

VERGA -

Verità sacrosanta!

CORNIOLA -

Queste son dunque le vostre consegne.

(A Verga)

Tu, capoguardia, devi ricordarti

che rappresenti il principe in persona,

e se t’accade d’incontrare il principe

nel cuore della notte, puoi fermarlo.

VERGA -

Ah, no, per la Madonna, questo no,

credo davvero che non posso farlo!

CORNIOLA -

(A tutti)

Cinque scellini a uno,

scommetto, con qualsiasi uomo pratico

delle disposizioni statutarie,

ch’egli lo può benissimo fermare

(sempre che il principe, questo s’intende,

non si rifiuti; eh, sì, perché la guardia

non deve offendere; ed è un’offesa

fermar qualcuno contro il suo volere).

VERGA -

Per la Vergine santa, credo proprio

che sia come voi dite!

CORNIOLA -

(Ridendo)

Ah, ah, ah!

Ebbene, mastri, allora buona notte;

se capita qualcosa d’importante,

venitemi a chiamare. Sono a casa.

Ma ciascuno si tenga bene in mente

i pensamenti propri e dei compagni,

e buona notte.

(A Verga)

Andiamo vicinante.

[Traduzione di Goffredo Raponi, tratto dal copione teatrale disponibile sul sito di Gruppo Teatro Tempo: http://www.gttempo.it]