William Shakespeare (1564-1616) MOLTO RUMORE PER NULLA

(Atto III - Scena III)

Entrano i capiguardia [CARRUBA, SORBA,] e il CANCELLIERE [o Sagrestano] in toga; [e la RONDA, con CORRADO e] BORRACCIO!

CARRUBA L’assemblaggio è al completo?

SORBA Ehi! Sedia e cuscino per il cancelliere!

CANCELLIERE Dove sono gli imputati?

CARRUBA Perbacco! Davanti a voi. Siamo io e il mio collega.

SORBA Poco ma sicuro. Dobbiamo esaminare l’esposizione.

CANCELLIERE Ma dove sono i sospetti da interrogare?

Portateli davanti al commissario.

CARRUBA Sì, ecco, che siano condotti al mio rispetto. Prima te. Nome e cognome.

BORRACCIO Borraccio.

CARRUBA Scrivete, scrivete... " Borraccio". E te, manigoldo?

CORRADO Per vostra regola io sono un gentiluomo. E mi chiamo Corrado

CARRUBA Scrivete "signor gentiluomo Corrado". Ebbene, signori: rispettate Iddio?

[CORRADO e BORRACCIO Sì, signore, così speriamo.

CARRUBA Scrivete che sperano di rispettare Iddio; ma "Dio" scrivetelo per primo, ci mancherebbe che il nome del Signore venisse dopo questi due farabutti!] Allora, detenuti, è già stato assodato che siete poco più che furfanti e bugiardi, e ben presto questa sarà l’opinione ufficiale. Cosa avete da rispondere in vostra difesa?

CORRADO Perbacco, signore, che non è vero.

CARRUBA Ma sentilo, fa lo spiritoso. Ora lo sistemo io. Avvicinati, gaglioffo. Ti devo dire una parolina all’orecchio. Dunque, messere: pare proprio che siate due furfanti, e bugiardi per di più.

BORRACCIO E io rispondo che non è vero.

CARRUBA Va bene, appartatevi. Chiaro come il sole: collusione. Avete scritto che non è vero?

CANCELLIERE Signor commissario, la procedura non è regolare. Bisogna ascoltare in primo luogo le guardie della ronda; l’accusa parte da loro.

CARRUBA Già, è vero, così è più spiccio. Che venga avanti la ronda! Truppe, in nome del principe vi comando di accusare questi uomini.

PRIMA GUARDIA Superio’, quest’uomo ha detto che sua altezza Don Juan, fratello del principe, è un ribaldo.

CARRUBA Scrivete, scrivete subito: "Don Juan è un ribaldo". Be’, questo è spergiuro bello e buono. Dare del ribaldo al fratello di un principe.

BORRACCIO Signor commissario...

CARRUBA Zitto là. Tu hai una faccia che non mi piace.

CANCELLIERE Che altro gli avete sentito dire?

SECONDA GUARDIA Perbacco, che aveva avuto mille ducati da Don Juan per accusare a torto la signorina Ero.

CARRUBA Un caso lampante di rapina a mano armata.

SORBA Quant’è vero Iddio.

CANCELLIERE E che altro, giovanotto?

PRIMA GUARDIA Perché il conte Claudio in seguito a questa accusa avrebbe disonorato la signorina Ero in chiesa davanti a tutti, e non l’avrebbe più sposata.

CARRUBA Farabutto! La redenzione eterna non te la leva nessuno.

CANCELLIERE E poi?

GUARDIA È tutto.

CANCELLIERE Ed è più di quanto possiate negare. Stamattina sua altezza Don Juan è partito in incognito; Ero è stata accusata, proprio come dicevate, e ripudiata, ed è morta di crepacuore. Signor commissario, questi uomini siano messi in ceppi e condotti da Leonato. Io andrò avanti a mostrargli la loro deposizione

CARRUBA Avete sentito? Inceppateli.

SORBA Legategli le mani.

[CORRADOJ Non mi toccare, buffone!

CARRUBA Madre santa! Dov’è il cancelliere? Che scriva, che scriva subito. "Buffone" all’ufficiale del principe. Su, presto, legateli. Figlio d’un cane!

[I Meridiani , Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1982, pp. 373-7]

(Atto III - Scena III)

Entrano i capiguardia [CARRUBA, SORBA,] e il CANCELLIERE [o Sagrestano] in toga; [e la RONDA, con CORRADO e] BORRACCIO!

CARRUBA L’assemblaggio è al completo?

SORBA Ehi! Sedia e cuscino per il cancelliere!

CANCELLIERE Dove sono gli imputati?

CARRUBA Perbacco! Davanti a voi. Siamo io e il mio collega.

SORBA Poco ma sicuro. Dobbiamo esaminare l’esposizione.

CANCELLIERE Ma dove sono i sospetti da interrogare?

Portateli davanti al commissario.

CARRUBA Sì, ecco, che siano condotti al mio rispetto. Prima te. Nome e cognome.

BORRACCIO Borraccio.

CARRUBA Scrivete, scrivete... " Borraccio". E te, manigoldo?

CORRADO Per vostra regola io sono un gentiluomo. E mi chiamo Corrado

CARRUBA Scrivete "signor gentiluomo Corrado". Ebbene, signori: rispettate Iddio?

[CORRADO e BORRACCIO Sì, signore, così speriamo.

CARRUBA Scrivete che sperano di rispettare Iddio; ma "Dio" scrivetelo per primo, ci mancherebbe che il nome del Signore venisse dopo questi due farabutti!] Allora, detenuti, è già stato assodato che siete poco più che furfanti e bugiardi, e ben presto questa sarà l’opinione ufficiale. Cosa avete da rispondere in vostra difesa?

CORRADO Perbacco, signore, che non è vero.

CARRUBA Ma sentilo, fa lo spiritoso. Ora lo sistemo io. Avvicinati, gaglioffo. Ti devo dire una parolina all’orecchio. Dunque, messere: pare proprio che siate due furfanti, e bugiardi per di più.

BORRACCIO E io rispondo che non è vero.

CARRUBA Va bene, appartatevi. Chiaro come il sole: collusione. Avete scritto che non è vero?

CANCELLIERE Signor commissario, la procedura non è regolare. Bisogna ascoltare in primo luogo le guardie della ronda; l’accusa parte da loro.

CARRUBA Già, è vero, così è più spiccio. Che venga avanti la ronda! Truppe, in nome del principe vi comando di accusare questi uomini.

PRIMA GUARDIA Superio’, quest’uomo ha detto che sua altezza Don Juan, fratello del principe, è un ribaldo.

CARRUBA Scrivete, scrivete subito: "Don Juan è un ribaldo". Be’, questo è spergiuro bello e buono. Dare del ribaldo al fratello di un principe.

BORRACCIO Signor commissario...

CARRUBA Zitto là. Tu hai una faccia che non mi piace.

CANCELLIERE Che altro gli avete sentito dire?

SECONDA GUARDIA Perbacco, che aveva avuto mille ducati da Don Juan per accusare a torto la signorina Ero.

CARRUBA Un caso lampante di rapina a mano armata.

SORBA Quant’è vero Iddio.

CANCELLIERE E che altro, giovanotto?

PRIMA GUARDIA Perché il conte Claudio in seguito a questa accusa avrebbe disonorato la signorina Ero in chiesa davanti a tutti, e non l’avrebbe più sposata.

CARRUBA Farabutto! La redenzione eterna non te la leva nessuno.

CANCELLIERE E poi?

GUARDIA È tutto.

CANCELLIERE Ed è più di quanto possiate negare. Stamattina sua altezza Don Juan è partito in incognito; Ero è stata accusata, proprio come dicevate, e ripudiata, ed è morta di crepacuore. Signor commissario, questi uomini siano messi in ceppi e condotti da Leonato. Io andrò avanti a mostrargli la loro deposizione

CARRUBA Avete sentito? Inceppateli.

SORBA Legategli le mani.

[CORRADOJ Non mi toccare, buffone!

CARRUBA Madre santa! Dov’è il cancelliere? Che scriva, che scriva subito. "Buffone" all’ufficiale del principe. Su, presto, legateli. Figlio d’un cane!

[I Meridiani , Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1982, pp. 373-7]