x

x

La finanza sostenibile e le Casse di Previdenza

Finanza sostenibile
Finanza sostenibile

La finanza sostenibile e le Casse di Previdenza

 

La finanza sostenibile è, in sintesi, la traslazione del concetto di sostenibilità nel campo finanziario. Consiste nell’utilizzo di strumenti finanziari che investono in attività durature nel tempo e che facciano un uso etico e razionale delle risorse, senza compromettere la capacità di produrre valore e vivibilità nel tempo.

Gli investimenti applicati al concetto di finanza sostenibile vengono definiti investimenti ESG (Environmental Social Governance), ovvero strumenti finanziari che applicano un metodo di selezione degli assets basato su determinati criteri ambientali, sociali e di governo societario.

Itinerari previdenziali ha pubblicato il quarto Quaderno di Approfondimento 2024 – ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani, dedicando dalla pag. 56 alla pag. 60 il focus sulle Casse di previdenza.

«Anche in questa edizione, hanno partecipato all’indagine tutte le 19 Casse di Previdenza che, a fine 2022, rappresentano oltre 100 miliardi di euro di attivo. Più nel dettaglio, 9 Casse gestiscono un patrimonio di oltre 2 miliardi, 6 Casse tra 1 e 2 miliardi e 4 Casse tra 500 milioni e 1 miliardo. Il patrimonio viene gestito prevalentemente in via diretta, per oltre l’80% del totale, e solo una quota minoritaria è affidata a soggetti terzi tramite specifico mandato di gestione. Gli investimenti diretti, pari a circa 84 miliardi, sono così ripartiti tra le diverse asset class: il 30% è impiegato in OICR azionari, obbligazionari, flessibili, etc, mentre il 25% viene investito in FIA con un peso ancora molto significativo della componente immobiliare (64% del totale investito in FIA); la restante quota è ripartita tra investimenti diretti in titoli di debito (11%), titoli di capitale (5,95%), ETF (4,4%), investimenti monetari (8,4%) e immobiliari (2,8%), polizze (0,7%).

La rilevanza di OICR e FIA nel portafoglio delle Casse di Previdenza emerge chiara anche dalle risposte dei partecipanti all’indagine: tutte le Casse, ad eccezione di una, effettuano attualmente investimenti diretti in OICR tradizionali e in FIA. Nel prossimo futuro questi due strumenti rimarranno tra i principali in cui investire, rispettivamente per il 79% e il 68% dei rispondenti, mentre i FIA immobiliari scendono al 53%, molto probabilmente anche in considerazione dell’elevata esposizione attuale. Resta significativa anche la percentuale di Casse che investe in titoli obbligazionari (18 Enti su 19), anche se la percentuale di chi pensa di aumentare l’esposizione in futuro scende al 58% dei rispondenti. A fronte di queste intenzioni, solo il 42% delle Casse effettuerà una revisione dell’asset allocation nel breve termine (contro il 53% del 2022 e il 37% del 2023). Fatta eccezione per un rispondente, infatti, la totalità delle Casse esprime un giudizio positivo sulla diversificazione degli investimenti, così come soddisfazione sulla performance finanziaria ottenuta: un risultato in linea con quello registrato nelle precedenti indagini e con il giudizio espresso dagli altri investitori. In particolare, la soddisfazione per i rendimenti riflette il recupero registrato dai mercati finanziari nel 2023 dopo i forti ribassi dell’anno precedente. Da ultimo, è significativo segnalare come solo 4 Casse non si avvalgano di uno o più advisor finanziari: tra i più coinvolti, Mangusta Risk, Prometeia e Link Consulting Partners. Venendo al cuore dell’indagine, rimane invariata la percentuale di Casse che adotta formalmente una politica di investimento sostenibile, pari al 42% dei rispondenti. Se è vero che rimane preponderante la quota di soggetti che non adottano ancora una policy formale, lo è altrettanto che, pur non dotandosi di linee guida formali, molti Enti investono comunque in maniera sostenibile acquistando, ad esempio, prodotti finanziari che rispettano i criteri ESG.». (Fonte: Quaderno di Approfondimento 2024, ESG e SRI, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani, Sesta indagine sulle strategie di sostenibilità e integrazione dei criteri ESG nei portafogli dei principali investitori istituzionali italiani, a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali).

Ugualmente per Mefop (Daniela Vitale in Blog Mefop del 05.02.2024): «Il 23 gennaio sono stati presentati i risultati della Prima edizione dell’Osservatorio Mefop sulla sostenibilità. All’interno dell’Osservatorio, che ha mostrato le evidenze sugli adempimenti Shareholder Rights Directive e Sustainable Finance Disclosure Regulation da parte dei fondi pensione, uno specifico focus è stato dedicato alle casse di previdenza dei liberi professionisti e alle modalità di comunicazione sui temi della sostenibilità. L’inclusione di criteri Esg nelle scelte di investimento è infatti una realtà per la maggioranza di questi enti. Il 94% delle Casse partecipanti alla IX edizione dell’Indagine sulle politiche d’investimento sostenibile degli investitori previdenziali italiani, condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Mefop e MondoInstitutional, ha dichiarato di considerare criteri di sostenibilità nelle proprie scelte di investimento. A differenza dei fondi pensione, però, le casse non hanno obblighi normativi a regolamentare e rendere uniforme la comunicazione minima su questi temi. Per avere una panoramica delle attività di comunicazione finora utilizzate è stata quindi effettuata una ricognizione dei siti web delle Casse che hanno dichiarato di includere criteri Esg nelle scelte di investimento, per mappare se e come queste informazioni sono comunicate agli iscritti in assenza di indicazioni specifiche. La mappatura sulle modalità di comunicazione è stata effettuata analizzando, nello specifico, la presenza di informazioni sia sulla sostenibilità sia più in generale sugli investimenti, all’interno dei siti pubblici delle casse. A fronte di 15 casse che nell’Indagine del FFS hanno dichiarato di includere criteri Esg nelle scelte di investimento, sono stati analizzati un totale di 13 siti web, poiché nell’indagine per uno dei rispondenti sono calcolate singolarmente le 3 differenti gestioni della cassa, mentre le informazioni sulle tre gestioni sono presentate su un unico sito.

Sezione ad hoc e inserimento in home page

Si è verificato se fosse presente una sezione specifica dedicata ai temi della sostenibilità che raccogliesse tutte le informazioni sul tema e se questa sezione fosse individuabile già nella home page del sito.

Nel 23% dei siti analizzati (3 su 13) è stato possibile individuare una sezione dedicata in maniera specifica alla sostenibilità. In due di questi tre casi è presente in home page un link diretto alla sezione sostenibilità. In un caso è invece possibile rintracciare la sezione seguendo il percorso: Chi siamo > Bilanci e responsabilità > Sostenibilità.

Trasparenza e Documenti

Dopo aver constatato la presenza di una sezione ad hoc sulla sostenibilità, si è verificato se fossero pubblicati documenti dedicati genericamente agli investimenti, all’interno dei quali reperire informazioni sull’inclusione di criteri Esg nelle scelte di investimento. Questa ricerca è stata effettuata sia all’interno che all’esterno della sezione Trasparenza. Per quanto riguarda le sezioni Trasparenza, nel 61% di quelle analizzate sono stati trovati contenuti che danno informazioni in ambito di investimenti e sostenibilità. Di queste, nel 50% dei casi è stato possibile trovare il bilancio sociale e nel 62,5% dei casi è stata trovata una sezione ad hoc su patrimonio e investimenti. I documenti presenti all’interno di queste sezioni sono differenti di cassa in cassa. Nel dettaglio, è stato possibile reperire: 3 Documenti sulla Politica di Investimento, 2 Politiche sulla sostenibilità, 2 Piani triennali degli investimenti. Al di fuori delle sezioni Trasparenza, il 61,5% delle casse pubblica documenti relativi agli investimenti. Anche in questo caso la tipologia di documenti messi a disposizione varia in base al sito analizzato. Nel dettaglio, è stato possibile reperire: 4 Politiche sulla sostenibilità, 4 Regolamenti sugli investimenti / sulla gestione del patrimonio, 2 Bilanci sociali, 1 Documento sulla Politica di Investimento, 1 Piano triennale degli investimenti.

Motori di ricerca

L’ultima analisi effettuata è quella relativa ai risultati di ricerca tramite i motori interni dei siti, utilizzando tre parole chiave: Esg, investimenti, sostenibilità. (Una cassa non mette a disposizione il motore di ricerca interno al sito, e quindi il calcolo delle percentuali è stato effettuato su 12 casse.)

Le due chiavi di ricerca Esg e sostenibilità nel 33% dei casi non hanno dato alcun risultato. Delle tre utilizzate, la chiave di ricerca che fornisce il numero maggiore di risultati è investimenti: solo nell’8% dei casi infatti, la ricerca non dà alcun esito. In caso di esito positivo della ricerca, per tutte e tre le parole i risultati rimandano a notizie, bandi e documenti coerenti con il tema desiderato, come ad esempio il link alla sezione “Investimenti e Patrimonio” per la parola investimenti; le notizie sulle attività dell'ente in materia di investimenti sostenibili o il Documento sulla politica di sostenibilità per la parola Esg; il comunicato stampa sulla politica di sostenibilità per la parola sostenibilità. Tirando le somme, la quasi totalità delle casse considera criteri di sostenibilità nelle proprie scelte di investimento, ma la comunicazione su questi temi risulta ancora molto limitata, se non addirittura assente.»

Oggi c’è una grande paura del rallentamento, sia demografico che economico.

«Troppo pochi lavorano: sono 38 milioni i cittadini italiani in età da lavoro ma quelli che lavorano, pagano contributi e tasse sono solo 23,4 milioni e non tutti!!

Troppo pochi pagano le tasse: di questi solo 13% (quelli che dichiarano più di € 35.000,00 di reddito) paga oltre 60% delle imposte e contributi». (Fonte: Itinerari previdenziali Italia 2045 una transizione demografico e razionale).

In Cassa Forense, per esempio, solo 71.895 su 236.946 iscritti dichiarano un reddito superiore a € 35.000,00 e questi 71.895, come evidenziato più sopra, paga oltre il 60% delle imposte e contributi.

Possiamo reggere oggi in queste condizioni dove oltre la metà dei cittadini è a carico di altri e non contribuisce?

Ho fatto l’esempio di Cassa Forense perché conosco a fondo quei numeri ma ritengo che la situazione sia la stessa anche per tutte le altre Casse dei liberi professionisti.

Mi pare corretta la scelta di privilegiare, nella diversificazione degli investimenti, gli asset che puntano soprattutto nel campo dell’efficientamento energetico, del cambiamento climatico e della salute ma, prioritariamente, dovrà essere affrontato, perché non più rinviabile, il problema demografico e reddituale.

«Sia i sondaggi effettuati da UBS, da Vontobel Asset Management che da Schroders a molteplici investitori in diversi paesi del mondo, sia i dati statistici sull’evoluzione degli investimenti sostenibili in Svizzera dimostrano una crescita importante e costante degli investimenti sostenibili, che porterà globalmente a una maggiore attenzione alle tematiche ambientali e a un conseguente impatto positivo sul nostro pianeta. Il mondo si sta muovendo verso un pianeta ecologicamente, socialmente ed eticamente più attento, di conseguenza vi è un crescente miglioramento nelle abitudini di consumo. Sono sempre di più le misure volte a favorire lo sviluppo sostenibile, come per esempio l’agenda 2030 o l’accordo universale sul clima mondiale. Queste azioni sono un passo importante per influenzare positivamente la sostenibilità, e di conseguenza la finanza sostenibile, incentivando una maggiore attenzione verso un comportamento eticamente più corretto.» Queste le conclusioni di Samantha Brunschiwiller nel suo Investimenti sostenibili: moda effimera o realtà in evoluzione? Milano, 07.10.2019.

Lo studio Itinerari Previdenziale, prima citato, ha dedicato una slides per illustrare cosa serve per la transizione razionale che qui ripropongo:

«Cosa serve per la transizione razionale: ma oggi non si fa ancora nulla

  • Aumentare le età pensionabili in base all’aumento dell’aspettativa di vita per garantire un buon futuro previdenziale anche ai giovani (oggi nella fascia 55-64 anni abbiamo un tasso di occupazione del 55%); aumentare i tassi di occupazione (siamo ultimi come per la produttività);
  • Nuovi programma con una riorganizzazione dell’abitare con residenze miste giovani – anziani per i silver ancora autosufficienti, oltre la metà dei quali vive pressoché sola e soffre di «solitudine», motore principale delle altre complicanze psico-fisiche; realizzazione di centri diurni per l’aggregazione e il «reimpiego sociale» con l’assistenza di psicologi, alimentaristi, esperti di educazione fisica, medici e infermieri;
  • Creare un ruolo sociale per i silver (farli sentire importanti): progetto collaboratori civici;
  • La «presa in carico» dei semi e grandi non autosufficienti con una profonda revisione delle RSA che devono avere strutture sanitarie interne;
  • un’offerta di prodotti e servizi finanziari e socio/assicurativi adeguati, semplice e comprensibili per i Silver; nuove forme di risparmio volte più al “sé”, al proprio futuro (piani previdenziali) e lasciti (essendo molti i soli e senza progenie).»

La scelta di Cassa Forense, per esempio, di scaricare sugli iscritti i costi della polizza LTC non va però in questa direzione.