x

x

Celimene: fuggi con me

​​​​​​​Vana speranza
Dettagli di colori
Ph. Erika Pucci / Dettagli di colori

Cara Celimene,

se ti capitasse, in via del tutto casuale, di sorridere, seppure impercettibilmente, ad un collega di sesso maschile (perché sorridere al giudice e/o ad un cancelliere ti viene molto più spontaneo), magari nelle prime ore della giornata, tu non pensare di avere per questo minato irreversibilmente la tua credibilità di donna avvocato;

se ti capitasse, involontariamente, di rilassare i muscoli maxillofacciali che provocano rigidità alla tua mascella, tu non pensare di avere per questo dato un segnale di incompetenza;

se ti capitasse, costretta da spiacevole causa di forza maggiore, di lasciare a casa il tacco 12 (o lo stivale) e di doverti accontentare di una modesta ballerina, tu non pensare per questo di avere alzato bandiera bianca alle pretese della controparte;

se ti capitasse, per avversa decisione divina, di non presentarti in tailleur rosso fuoco a una riunione di lavoro, ma con camicetta e gonna lunga, considera che sarai comunque ascoltata e giudicata per quello che fai e dici;

se ti capitasse, per infelice congiunzione astrale, di dover abbandonare il push up evidenziando così l’ordinaria seconda o l’aborrita prima, considera che: (a) ci sono estimatori della seconda e financo della prima, (b) non ti presti al gioco subdolo dei colleghi e dei giudici imbecilli che fissano le tue tette come fossero le prime che vedono e le ultime che vedranno, (c) se non altro, non dovrai assistere allo spettacolo della bavetta che scende loro dalla bocca, e, soprattutto, (d) indurre in tentazione è l’anticamera dell’inferno;

se ti capitasse, a causa del destino cinico e baro, di non poterti fare il bagno con l’ultimo costoso Chanel, considera che potresti risultare simpatica e persino di strappare condizioni migliori in una transazione;

se ti capitasse, colta da improvvisa follia, di uscire senza vertiginosa scollatura, ricordati che i matrimoni sono una cosa, le udienze un’altra, e che è più facile che tu partecipi al primo come protagonista se segui la vecchia regola del nutrire l’immaginazione coprendo;

se ti capitasse di parlare al tuo collega di sesso maschile – magari più giovane di te – senza guardarlo con sufficienza, considera che il confine tra averla d’oro e di legno è labilissimo;

se ti capitasse, per un solo dannatissimo istante, di dimenticarti di dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, ricordati che nessuno mette in dubbio che se sei arrivata fin qui potresti anche essertelo meritato e che soprattutto il mondo, oggi più che mai, è delle donne (purtroppo);

se ti capitasse tutto questo, forse, scopriresti con tua sorpresa che sei più attraente e seducente;

tuo,

Alceste