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Governo: Nuove regole di comportamento per i dipendenti pubblici (DPR 62/2013)

Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 62 del 2013 è stato disciplinato il nuovo Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, i quali dovranno rispettare i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta.

Le previsioni del suddetto Codice sono da intendersi integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni (vedi articolo 1 del Decreto in esame).

In particolare, il nuovo codice di comportamento analizza vari aspetti della vita professionale dei pubblici dipendenti:

1) ambito di applicazione: il codice si applica non solo ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ma si estende anche, per quanto compatibile, a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché a tutti i collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione. Di conseguenza, nei contratti o negli atti di incarico di acquisizione delle collaborazioni o delle consulenze, le amministrazioni inseriranno apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal presente codice;

2) il limite dei regali: ai dipendenti pubblici è fatto espresso divieto, all’articolo 4 del presente Codice, di chiedere o sollecitare, per sé o per altri, regali od altre utilità. L’unica eccezione è fatta per il regali di modico valore (da intendersi, per modico valore, una cifra compresa tra i 100 ed i 15o Euro) ricevuti nelle occasioni di cortesia. In ogni caso, anche se il regalo è di modico valore, persiste il divieto di riceverlo per il compimento degli atti del proprio ufficio, indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato;

3) conflitto di interessi: al fine di scongiurare l’insorgere di conflitti di interesse, il dipendente pubblico ha l’obbligo di comunicare, all’atto dell’assegnazione dell’ufficio ed in forma scritta, il dirigente dell’ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni;

4) dirigenti: anche per i dirigenti è stata predisposta una specifica disciplina, che prevede l’obbligo di dichiarare l’eventuale possesso di partecipazioni azionarie o di interessi anche del coniuge in società o soggetti che abbiano frequenti relazioni con gli uffici pubblici da loro diretti. Inoltre, i Dirigenti sono chiamati ad assumere un comportamento esemplare ed imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa, a garantire l’instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori e ad assegnare l’istruttoria delle pratiche sulla base di un’equa ripartizione del carico di lavoro.

Infine, il codice sancisce che la violazione degli obblighi ivi contenuti dà luogo a responsabilità penale, civile ed amministrativa o contabile.

(Decreto del Presidente della Repubblica, 16 aprile 2013, n. 62)

Con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 62 del 2013 è stato disciplinato il nuovo Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, i quali dovranno rispettare i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta.


Le previsioni del suddetto Codice sono da intendersi integrate e specificate dai codici di comportamento adottati dalle singole amministrazioni (vedi articolo 1 del Decreto in esame).

In particolare, il nuovo codice di comportamento analizza vari aspetti della vita professionale dei pubblici dipendenti:

1) ambito di applicazione: il codice si applica non solo ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ma si estende anche, per quanto compatibile, a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché a tutti i collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione. Di conseguenza, nei contratti o negli atti di incarico di acquisizione delle collaborazioni o delle consulenze, le amministrazioni inseriranno apposite disposizioni o clausole di risoluzione o decadenza del rapporto in caso di violazione degli obblighi derivanti dal presente codice;

2) il limite dei regali: ai dipendenti pubblici è fatto espresso divieto, all’articolo 4 del presente Codice, di chiedere o sollecitare, per sé o per altri, regali od altre utilità. L’unica eccezione è fatta per il regali di modico valore (da intendersi, per modico valore, una cifra compresa tra i 100 ed i 15o Euro) ricevuti nelle occasioni di cortesia. In ogni caso, anche se il regalo è di modico valore, persiste il divieto di riceverlo per il compimento degli atti del proprio ufficio, indipendentemente dalla circostanza che il fatto costituisca reato;

3) conflitto di interessi: al fine di scongiurare l’insorgere di conflitti di interesse, il dipendente pubblico ha l’obbligo di comunicare, all’atto dell’assegnazione dell’ufficio ed in forma scritta, il dirigente dell’ufficio di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni;

4) dirigenti: anche per i dirigenti è stata predisposta una specifica disciplina, che prevede l’obbligo di dichiarare l’eventuale possesso di partecipazioni azionarie o di interessi anche del coniuge in società o soggetti che abbiano frequenti relazioni con gli uffici pubblici da loro diretti. Inoltre, i Dirigenti sono chiamati ad assumere un comportamento esemplare ed imparziale nei rapporti con i colleghi, i collaboratori e i destinatari dell’azione amministrativa, a garantire l’instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori e ad assegnare l’istruttoria delle pratiche sulla base di un’equa ripartizione del carico di lavoro.

Infine, il codice sancisce che la violazione degli obblighi ivi contenuti dà luogo a responsabilità penale, civile ed amministrativa o contabile.

(Decreto del Presidente della Repubblica, 16 aprile 2013, n. 62)