Il dolore non può ispirare la vendetta

…la misericordia aiuta a superare il dolore e ricucire la frattura …”
Schettino
Schettino

Il dolore non può ispirare la vendetta
 

“…la misericordia aiuta a superare il dolore e ricucire la frattura …”

 

La notizia che il comandante Schettino, condannato a 16 anni di reclusione, ha chiesto la semilibertà per trascorrere parte della giornata all’esterno del carcere per lavorare  rientrando la sera, ha  provocato la rabbia dei parenti delle vittime riaprendo cicatrici e dolore ad oggi sopiti, ed in tal caso provocando reazioni emotive sdegnate che invocano per il comandante della Concordia riprovazione e l’invocazione di pene più severe .

Come il padre di Giuseppe, il trentenne musicista dell’orchestra, che lasciò il suo posto sulla scialuppa di salvataggio a una madre e ai suoi due bambini, sacrificandosi per loro; per questo insignito della medaglia d'oro al valor civile.

Oggi il padre commentando la notizia affranto dal dolore e dalla ferita non rimarginata afferma : «Non ho partecipato alle cerimonie, non voglio più tornare su quei giorni», spiega. «Mio figlio non tornerà mai più. Sarebbe più giusto che Schettino restasse in galera, per rispettare la memoria delle 32 vittime, non solo quella di mio figlio. Scarcerarlo sarebbe un insulto, un’offesa per chi ha perduto i propri cari quella tragica notte».

No Giovanni, no… il dolore immenso non può mai giustificare la richiesta di un male per chicchessia, neppure per chi ha responsabilità nella morte di un figlio e nel grande dolore che ti tormenta.

Neppure a fronte di “32 ergastoli” il dolore per la perdita di un figlio potrà mai placarsi… Giovanni  con quel dolore deve fere i conti…deve affrontarlo in una dimensione di misericordia.  Lei può pensare che Schettino non soffra ? che il suo dolore sia meno grande del suo ?

Ognuno è chiamato dalla vita a portare la propria croce… Lei porta il suo dolore che non le da pace, lo tormenta ma è forse tempo che lei con questo dolore provi a fare i conti…confrontandosi con lui, confrontandosi con il dolore del responsabile … con il dolore di Schettino.

Chi ama profondamente il proprio figlio che ha perso la vita, non può pesare che il male che prova possa trasferirsi dell’altro … NO !

Non chiuda la porta al confronto … non fugga inorridito difronte al dolore, lo affronti…provi a guardare negli occhi il responsabile del suo dolore…provi ad immaginare il dolore che egli prova…provi a dialogare con lui…con il peso del male che si porta addosso…

Giuseppe, che senza tentennare ha deciso quel giorno di lasciare il suo posto sulla scialuppa a quella madre ed i suoi bambini, sapeva che stava scegliendo la morte…ma ha salvato tre vite…da dato la sua vita per altri…è stata una scelta autonoma, eroica…

Non può ignorare che suo figlio ha scelto la vita per gli altri… non può invocare il carcere a vita per il responsabile processuale di quella vicenda, per un uomo che porta dentro di sé il suo dolore e che non potrà mai pensare di lenire il dolore di un padre che ha perso il figlio.

No non può ignorare la grandezza di suo figlio, che non ha esitato a cedere il suo posto per il bene di una donna e due bambini, …. Perdoni, in nome del gesto eroico di suo figlio, perdoni per far tacere il male…

Non può invocare il male contro il male: onori la grandezza di suo figlio con un silenzio di misericordia e di speranza !

L'accettazione del dolore altrui pone in una dimensione nuova, una dimensione che supera il fatto ... arrivati lì non c'è spazio per la vendetta...non c'è spazio per volere il male altrui... se vuole c'è lo spazio per un passo oltre ...per l'accettazione che anche il reo soffre della sua azione, del rimorso di aver provocato dolore ... in questo terreno neutrale del dolore le parti si incontrano ... ancora una volta senza obbligo...semmai per perdonare...

La vita è un ricominciare sempre, ogni giorno, ogni istante. La realtà provoca e noi non possiamo non prenderla sul serio e ciò vuol dire accettare la sfida che essa ci pone.

Ci provi signor Giovanni …ci provi per rendere onore a Giuseppe che non ha esitato a cedere il suo posto, in Giuseppe si può intravedere il volto di un Cristo sulla croce.

…sarebbe bene che nel rispetto del dolore, del dolere delle vittime e dei familiari, la cronaca spegnesse i riflettori, rispettasse l’Oblio per chi ha sbagliato, lo facesse nel rispetto del dolore …del dolore di ognuno!