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Le casse di previdenza e i mercati del 2024

Lo scenario attuale e le previsioni per il 2024
casse di previdenza
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Le casse di previdenza e i mercati del 2024

“Gestire i patrimoni istituzionali in un contesto in continua evoluzione, con picchi inflazionistici, politiche monetarie espansive a restrittive e crisi geopolitiche è sempre più complesso.”

 

(Fonte: Itinerari previdenziali, Convegno di fine anno 2023 “Never normal vs older risk”, 5 dicembre 2023).
(Fonte: Itinerari previdenziali, Convegno di fine anno 2023 “Never normal vs older risk”, 5 dicembre 2023).

Come sappiamo già oggi, tra 15 – 20 anni la sostenibilità delle Casse di previdenza dei professionisti dipenderà più che dai contributi degli iscritti dal rendimento del patrimonio nel frattempo accumulato.

Diventano, quindi, fondamentali i mercati finanziari.

Ora, a mio giudizio, le Casse dovrebbero predisporre per gli iscritti, annualmente, un prospetto con queste indicazioni:

  1. Patrimonio a valore di mercato alla data del 31 dicembre dell’anno corrente;
  2. Entità dei crediti verso gli iscritti;
  3. Entità del debito latente e funding ratio;
  4. Asset allocation strategica e tattica per l’anno successivo.

In ordine agli investimenti va tenuto nella massima considerazione quanto affermato dalla Corte dei Conti, nella recentissima delibera n. 129 del 21.12.2023, pag. 2, per la quale:

Detta Fondazione, ai sensi dell’art 1, comma 3, del richiamato d.lgs. n. 509 del 1994 non è ammessa alla fruizione di finanziamenti pubblici, né diretti né indiretti, ad eccezione di quelli connessi a sgravi fiscali e fiscalizzazione degli oneri sociali. Si avvale, quindi, esclusivamente delle contribuzioni a carico degli avvocati iscritti - da gestire mediante operazioni di investimento garantite rientranti nelle scelte strategiche della Cassa, nonché dei proventi di tale gestione patrimoniale.

Poiché la Corte dei Conti non è un quivis de populo, che cosa si intende per operazioni di investimento garantite?

Se si va sul sito segretibancari.com, si legge che: “Gli investimenti a capitale garantito sono prodotti finanziari che permettono all’investitore, di partecipare ad un rialzo di uno o più indici o strumenti, preservando al testo stesso il valore iniziale del capitale investito. Per alcuni di essi la protezione vale entro una certa soglia. Si parla, in questo caso, di investimenti a capitale condizionatamente protetto”.

Certo è che si tratta di investimenti che restituiscono il capitale investito ma penalizzano dal punto di vista del rendimento che è sempre legato alla tipologia di rischio che si intende assumere.

Ne consegue che ogni altra forma di investimento non garantito deve essere ESCLUSA?

MEF e COVIP si allineeranno?

Non è un obiter, a mio giudizio, ma riprende il pensiero della Corte dei Conti per la quale le pensioni dei professionisti debbono dipendere dalla contribuzione piuttosto che dal rendimento del patrimonio.