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Rivista Trust, impresa e famiglia - 2/2022

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Maurizio Tangerini

Bologna, dalle periferie al centro

Il tema delle città è molto caro a Maurizio Tangerini. Ma fra tutte, quella che lo coinvolge empaticamente è sicuramente Bologna. Anche se l’artista ne è un figlio adottivo in quanto proveniente da Cento, si può affermare che Bologna è la sua madre di elezione, alla quale continua a tributare la sua opera con appassionata dedizione.

Le sue rappresentazioni colgono un angolo, un portico in momenti di vita, con persone reali che vivono la loro esistenza con gesti naturali, senza alcuna affettazione, ma in una quotidianità nella quale ognuno si può riconoscere. Basta un particolare, un lampione, un’insegna, un autobus per connotare immediatamente un luogo, dove il ricordo vibra di sentimento e la rappresentazione si rifrange sulla tela con colori e sfumature che l’artista sa rendere con una luce intrigante che sembra essere passata da un prisma di cristallo il quale tuttavia riesce a selezionare e mescolare colore e luce in un impasto sapiente che è la cifra colorista, per così dire, di Tangerini.

Le rappresentazioni parziali di una parte per il tutto, che comunque possiedono una forte carica evocativa, non si esauriscono con le trasposizioni che ama fare. Intere vie sono colte nella loro sincretica rappresentazione pregnante, dove l’asfalto predomina o dove gli alberi degradano nel punto di fuga sfumando in una nebbia esistenziale che sembra inghiottire uomini e cose.

Tangerini è un artista che ha grande padronanza delle tecniche pittoriche: acrilico, olio, catrame, acquerello. I suoi lavori ad acquerello sono immediati, icastici: colgono le scene trascinandoci dentro ad esse. I colori si accendono, brillano, illividiscono in riflessi cangianti che tuttavia hanno riverberi di luce come raggi lunari.

Le scene urbane sono rappresentate nel loro divenire quotidiano con persone che calcano la scena come in un palcoscenico naturale. Delle periferie di Bologna egli fa un’operazione di arte e storia fuse nella sua pennellata poderosa sulla tela o sui supporti che predilige.

E allora la creazione artistica diventa gesto, trasfigura in una rappresentazione dove le macchie si fondono, pur nella loro specificità in un motivo sinfonico, tenuto da una trama quasi invisibile che in alcuni punti affiora. L’artista dipinge con profonda passione declinando la sua narrazione con l’uso delle tecniche accennate. I suoi soggetti appartengono alla vita reale che egli trasforma in arte, la quale, a sua volta, diventa vita con una perfetta osmosi.

Le periferie sono colte nella loro esistenza contemporanea: lacerti di edifici abbandonati; visioni di asfalto marcate da una linea bianca continua che si perdono allo sguardo, senza persone che, d’altra parte sarebbe difficile trovare e dove le macchine assenti riescono ad accendere visioni opposte perché ci si immagina di vederle sfrecciare in lunghe code.

Tangerini dipinge con profonda passione e direi con l’umiltà che guida gli artisti più avveduti e valenti. Non ha atteggiamenti di autocompiacimento; non esprime giudizi moralistici sulla desolazione delle periferie, ma spande un abbraccio artistico consolatorio, perché non si può amputare Bologna dalle sue periferie. Ma proprio per questa presa di coscienza che si sostanzia nelle rappresentazioni della città e dei suoi sobborghi, ci giunge chiaro e forte un messaggio artistico intrinseco di amore filiale per Bologna, unito alla consapevolezza per l’alienante desolazione di pezzi di periferia.

Prof. Vittorio Baglieri

Le opere di Maurizio Tangerini sono trattate dalla galleria d’arte Studio Cenacchi di Bologna

Opere dell'autore