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Chi è il Bugiardo Metafisico?

Il Bugiardo Metafisico
Il Bugiardo Metafisico

«La scienza ci può dire cos’è il Bene?» chiedeva Tolstoj. A questa domanda abbiamo il dovere morale, sostiene Giancristiano Desiderio in un breve ma denso libello del 2005 intitolato Il Bugiardo Metafisico. Discorso su libertà, verità, violenza, di rispondere «no».

La scienza, qualunque essa sia, filosofica, sperimentale, politica non può dirci cos’è il bene, non può sostituirsi alle scelte degli individui e, quindi, alla loro libertà.

E oggi, nel 2022, con due anni di crisi pandemica alle spalle, di regole, preclusioni, privazioni, limitazioni, ognuno di noi può forse comprendere ancora meglio il significato di quelle parole.

Ma c’è invece chi a quella domanda ha risposto di sì: il Bugiardo Metafisico, o Ideologico, il detentore del Potere. Chi è?

È una figura feroce, tipica proprio del XX secolo (Lenin, Hitler, Stalin, Mao, Pol Pot) che, avendo in mano il Potere o guidando uno Stato, e credendo o fingendo di credere di conoscere la Verità, ha sacrificato sull’altare della necessità storica o naturale le libertà e le vite di milioni di uomini per realizzare il Bene.

Naturalmente il Bene o la Società Perfetta non sono mai stati realizzati e mai lo saranno, perché il sapere del Bugiardo Metafisico è una menzogna.

Nessun uomo conosce la necessaria razionalità della Storia o della Natura. E per quanto possa apparire strano e paradossale, la libertà dei mortali dipende da questa (dotta) ignoranza piuttosto che dalla conoscenza.

Questo tipo particolare di Bugiardo – sostiene l’Autore – è molto pericoloso, perché ha delle armi altrettanto pericolose: le anime umane. «Chi ha in mano il segreto per fare nascere il Paradiso sulla Terra cos’altro può fare? Deve realizzare il Paradiso anche se questo significa sacrificare sul suo altare milioni di vite umane».

Queste pagine, dove viene trattato il difficile ma appassionante rapporto fra filosofia e libertà, raccolgono il succo di una conversazione tenuta da Giancristiano Desiderio nell’aula della Biblioteca Statale di Macerata in occasione della presentazione di un suo precedente scritto, pubblicato sempre per i tipi della Liberilibri, Le uova e la frittata.

Filosofia e libertà in Benedetto Croce, Hannah Arendt, Isaiah Berlin, e ne costituiscono un’illuminante integrazione. Correda il testo un’Appendice divisa in tre capitoli: Pluralismo, Libertà e Conoscenza.

Qui di seguito un estratto che introduce il lettore al cuore della questione:

«Che cos’è la libertà? A una domanda così chiara e importante credo che si debba fornire una risposta altrettanto chiara e importante.

Per sapere cosa sia la libertà non abbiamo bisogno di ricorrere né ai filosofi né alla filosofia. Ognuno di noi sa cos’è la libertà: la libertà è non essere in galera.

La libertà è essere liberi di muoversi.

Se possiamo muoverci siamo liberi, se non possiamo muoverci non siamo liberi. Ma cos’è la libertà da un punto di vista filosofico? Indagare questo campo può essere utile perché il concetto filosofico di libertà può far comprendere meglio la condizione umana.

Croce distingue tra pensiero e azione. Una cosa è pensare, altra cosa è fare. Il pensiero non determina l’azione; semmai svolge una funzione di preparazione o di apertura all’azione. In questa distinzione tra pensiero e azione c’è la nostra libertà: la libertà di individui, la libertà dei singoli uomini.

Se, infatti, noi volessimo unire, come pure è stato fatto o pensato, pensiero e azione, dovremmo presupporre la conoscenza di una metafisica Idea del Bene e in base a tale Idea, volenti o nolenti, dovremmo poi agire.

Dunque, la libertà in questo caso altro non sarebbe che la stessa necessità. Ma noi agiamo davvero così? Le nostre azioni e scelte sono dettate da una superiore Idea del Bene? No. Lo sappiamo: gli uomini agiscono in altro modo. Agiscono in base al loro giudizio, alla loro esperienza, ai loro errori, ai loro interessi e, soprattutto, in base alle loro abitudini.

Una filosofa di buon senso a me molto cara, mia nonna, dice che le teste sono tante e ognuno fa di testa sua. Non ho mai sentito una definizione più concreta e pregnante della libertà e della condizione umana. Noi siamo liberi perché siamo molti.

La pluralità è la condizione della libertà. Non l’Uomo – dice una nota frase di Hannah Arendt –, bensì gli uomini abitano la Terra. Non l’essenza-uomo ma i singoli uomini: Antonio, Giuseppe, Michele, Maria, Sara, Marcella. Le azioni umane nascono tra queste vite concrete. Gli uomini agiscono tra loro. Avete mai visto un uomo agire con gli animali? O con un albero?

Gli uomini non possono agire neanche con Dio. L’uomo, dice Aristotele, è un animale politico o socievole che vive in comunità: dunque, con gli altri o contro gli altri, ma sempre tra gli altri. Chi non vive nella comunità umana, sostiene Aristotele nella Politica, “o è bestia o è dio”.

La condizione dell’azione e della libertà è la pluralità delle persone che parlano, giudicano, agiscono e si relazionano agli altri. In questa pluralità non c’è un Sapere Superiore, bensì tanti saperi che si mostrano e dialogano.

Ecco perché se qualcuno vi dice «io ragiono con la testa della Ragione», e già che c’è potrebbe anche dire «con le teste di Giove e di Atena messe insieme», ebbene, sappiate che avete davanti un bugiardo.

Ma fino a quando si tratta di un bugiardo comune, un bugiardo come me o come uno qualunque di voi, non c’è da preoccuparsi.

Anche se si dovesse trattare di un filosofo bugiardo non ci sarebbero pericoli. In tutti questi casi, infatti, il bugiardo è disarmato e alla sua bugia voi potete opporre un’altra bugia oppure la verità. Ai suoi discorsi potete opporre i vostri discorsi. Per esempio: io adesso sto parlando, ma voi dopo potete parlare a vostra volta e controbattere o, comunque, argomentare.

Così il dialogo continua, ognuno esercita il suo giudizio e nel confronto matura una verità più o meno condivisa (e provvisoria). Invece, il quadro cambia radicalmente quando entra in scena il Bugiardo Metafisico o Ideologico.

Questo tipo di bugiardo, infatti, essendo a capo di un Partito o di uno Stato – come spesso è accaduto nel Novecento – è pericoloso perché è armato. Le sue armi sono le più pericolose perché imprevedibili e infiammabili: sono le anime umane. Pensate – per fare un esempio concreto – al fenomeno contemporaneo dei kamikaze. Il Bugiardo Metafisico o Ideologico ritiene di conoscere l’Idea del Bene e, di conseguenza, di sapere come si realizza la Società Perfetta. Tutto il suo pericolo è evidente quando se ne comprende il funzionamento.

Come funziona il Bugiardo Metafisico? Come un cuoco. Il cuoco che vuole fare una frittata sa che deve necessariamente rompere le uova. Il Bugiardo Metafisico che vuole realizzare la frittata della Società Perfetta sa che deve necessariamente rompere le uova.

La figura del Bugiardo Metafisico è tipica del XX secolo: Lenin, Hitler, Stalin, Mao, Pol Pot – insieme capi di Stato e di anime – sono stati grandi e feroci Bugiardi Metafisici. Ma malgrado i milioni e milioni di uova che hanno rotto, ossia, fuor di metafora, malgrado i milioni e milioni di persone che sono state sacrificate, massacrate, uccise, la Società Perfetta non è stata realizzata.

E mai lo sarà. Perché? Perché la Società Perfetta è un’espressione che si dice ma non si pensa, dal momento che è auto-contraddittoria, inconcepibile, inesistente.

Se diamo uno sguardo più da vicino al sapere necessario che il Bugiardo Metafisico ritiene di avere ce ne renderemo conto.

Gettiamo uno sguardo dentro il suo sapere: che cosa il Bugiardo Metafisico sa? Che cosa c’è in questo sa? Che cosa ritiene di sapere che noi, invece, poveri mortali, non sappiamo?»

G. Desiderio, Il Bugiardo Metafisico. Discorso su libertà, verità, violenza, Liberilibri 2005, collana Oche del Campidoglio, pagg. 58, euro 9.00, ISBN 978-88-85140-74-2