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Marketing territoriale: gli itinerari turistici a sfondo culturale e lo sviluppo occupazionale

Gli itinerari turistici a sfondo culturale come strumento di marketing del territorio e di implementazione dei livelli occupazionali nonché dei flussi turistici
marketing territoriale
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Indice:

1. Contestualizzazione ordinamentale giuridica degli itinerari turistici

2. Development strategy 

3. Benefici del marketing territoriale e degli itinerari turistici

 

1. Contestualizzazione ordinamentale giuridica degli itinerari turistici

Non esiste nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio una definizione organica di “itinerario turistico-culturale”.

Alcuni legislatori regionali hanno contemplato:

  • gli itinerari eno-gastronomici (legge regionale dell’Emilia Romagna 07 aprile 2000 n. 23; legge regionale della Basilicata 11 agosto 2015 n. 27);
  • gli itinerari tratturali (legge regionale del Molise 05 maggio 2005 n. 19);
  • gli itinerari di interesse storico, artistico o sociale (legge regionale della Lombardia 07 ottobre 2016 n. 25).

Per itinerario turistico-culturale potrebbe invero intendersi un percorso organizzato, passivamente (cioè attraverso cartelli segnalatori) ovvero attivamente (ossia per mezzo di guide), e contraddistinto da unitario interesse di tipo storico o artistico o archeologico o demo-etno-antropologico nonché inseribile nell’offerta turistica predisposta periodicamente dagli Enti Pubblici territoriali.

Non è necessario, tuttavia, che una legge regionale vada a disciplinare l’itinerario culturale.

Ciascun Ente Pubblico territoriale, e per esso qualsivoglia Fondazione di partecipazione, è facultato al tracciamento degli itinerari de quibus nell’ambito delle politiche di valorizzazione del patrimonio culturale ex articolo 6 del Decreto Legislativo 42/2004.

 

2. Development strategy dell’itinerario culturale

Lo sviluppo di ciascun itinerario culturale deve inevitabilmente sottendere una strategia pre-determinata di sviluppo, che passa attraverso i seguenti elementi:

  • identificazione dell’interesse unificante;
  • individuazione della porzione di territorio da mappare;
  • analisi dei punti di maggiore attrattiva;
  • creazione dei contenuti dei pannelli illustrativi e dei criteri ispiratori delle illustrazioni delle guide;
  • eventuale coinvolgimento di players locali (artigiani, residenti, studiosi, ecc.).

Nel saggio intitolato “L’immagine della città”, il celeberrimo architetto e urbanista americano Kevin Andrew Linch dichiarava che ogni paesaggio dovesse essere leggibile e figurabile.

Il paesaggio leggibile era – secondo lo studioso – quello organizzato in percorsi chiaramente identificabili e raggruppabili in un sistema unitario; vieppiù – ad avviso del luminare – il paesaggio figurabile era quello capace di evocare in ogni osservatore un’immagine vigorosa.

In altri termini – come osservato da Francesco Gallucci e Paolo Poponessi nel volume dal titolo “Il marketing dei luoghi e delle emozioni” – l’itinerario deve costituire un complesso di luoghi capaci di destare interesse, attenzione, apprezzamento estetico.

Tutte le componenti della comunità, eventualmente anche a seguito di processi formativi adeguatamente pianificati, devono – secondo la condivisibile opinione del già citato Paolo Poponessi all’interno del testo “L’Italia dei borghi” – essere coinvolte nella promozione delle caratteristiche e delle qualità del prodotto rappresentato dalla realtà vissuta.

 

3. Benefici del marketing territoriale e degli itinerari turistici

La presenza, in un dato luogo, di itinerari turistici a sfondo culturale consente a pieno titolo di ritenere che essi possano fungere da formidabile strumento di marketing del territorio, che si autopromuove attraverso una serie di asset già di per sé referenziati e referenzianti indi attrae copiosi flussi turistici.

Oggidì esistono trentuno itinerari culturali certificati dal Consiglio d’Europa in tutto il vecchio Continente.

Ma v’è di più.

L’itinerario consente al turista di sentire come propria quella parte di paesaggio via via percorsa e ciò lo rende ancor più attratto (sicché potenzialmente desideroso di ritornare) nonché incline al racconto dell’esperienza provata (sicché potenzialmente story-teller e inconsapevole divulgatore).

Forse siamo al cospetto dello sfruttamento di una vera e propria tendenza della psiche, se si riflette sul fatto che – come sottolinea Jeremy Rifkin nell’opera “L’era dell’accesso. La rivoluzione della new economy” – il modello percepito di società non è più quello basato sulla proprietà dei beni d’uso ma l’altro contraddistinto dal noleggio e dalla condivisione di essi.

È altresì innegabile la ricaduta occupazionale.

Nuove figure specialistiche sono richieste per la strutturazione, la cura e la manutenzione degli itinerari. Dipoi, la Commissione Europea ha stimato che ogni posto di lavoro afferente al patrimonio culturale ne crea circa ventisette di indotto.

Gli Enti Locali che decidano di istituire itinerari turistici a sfondo culturale si candidano a beneficiare di interessanti aiuti economici di promanazione comunitaria.

Basti pensare ai sei miliardi di Euro resi disponibili per la cultura e il patrimonio culturale nell'ambito del Fondo Europeo di Coesione per il periodo 2014-2020 oppure ai finanziamenti per un complessivo ammontare di cento milioni di Euro nell’ambito del programma di lavoro 2018-2020 di Horizon 2020.

D’altronde, il disposto del paragrafo terzo dell’articolo 3 del Trattato sull’Unione Europea prevede che l’Unione medesima rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo; nondimeno, per effetto del disposto dell’articolo 167 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, l’Unione stessa contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune.