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Losing my religion

A cura di  Andrea Martelli

Questa è una rubrica di diritto dell’ambiente. Fra i molteplici temi riconducibili a questa affascinante branca del diritto, privilegia quelli che riguardano la controversa relazione – alla continua ricerca di un difficile punto di equilibrio, secondo il paradigma dello “sviluppo sostenibile” – fra attività economiche (in specie, industriali) e tutela dell’ambiente.

A voler essere à la page, si potrebbe affermare che questa è in larga misura anche una rubrica di diritto dell’economia circolare. Si tratta, del resto, di un fondamentale settore – oltre che, senza dubbio, di uno fra i più vivaci e innovativi (anche se non così nuovo come spesso si crede) – dell’odierno diritto dell’ambiente, il quale merita di trovare spazio anche per un altro motivo; esso, infatti, a ben vedere, sta vivendo da tempo una sorta di paradosso: il successo che, sul piano politico e mediatico, l’espressione “economia circolare” ha incontrato negli ultimi anni appare (almeno in Italia) inversamente proporzionale all’efficacia degli strumenti che, a livello legislativo e amministrativo, sono stati concretamente messi in campo per favorire l’affermazione di questo nuovo modello di economia. Nemmeno esso risulta perciò al riparo dalle numerose incertezze di tipo interpretativo e applicativo che da sempre cronicamente affliggono l’intero diritto dell’ambiente. Incertezze che non sono però obiettivamente più giustificate oggi che il diritto dell’ambiente dovrebbe conoscere la stagione della sua “maturità”. Ma così non è: le “turbolenze” che continuamente attraversa lo fanno piuttosto assomigliare a un adolescente inquieto, dai tratti ancora molto (troppo) simili a quelli che aveva all’epoca pionieristica della sua emersione, risalente ormai a una cinquantina di anni fa. Di queste turbolenze – in gran parte alimentate dall’incessante casistica offerta dalla giurisprudenza (alla quale troppo spesso ci si rivolge con l’aspettativa, se non addirittura la pretesa, che essa si faccia carico di colmare le lacune e di risolvere le incongruenze tuttora riscontrabili nella legislazione, assumendo complesse e delicate decisioni in grado di incidere su interi comparti produttivi) – si occupa questa rubrica.

Vi trovano spazio, pertanto, accanto a contributi con finalità prevalentemente informative (soprattutto sui temi di stretta attualità), anche riflessioni e approfondimenti di carattere più generale, che, con un approccio critico, indipendente e il più possibile costruttivo, ambiscono a offrire al lettore una visione prospettica dei problemi e a stimolare il dibattito sui principali temi di un settore-chiave dell’ordinamento.