20 anni e oggi più che mai curiosi per diritto
Non sono incline alle celebrazioni. Più di quello che abbiamo costruito mi piace pensare alle sfide di domani, ma devo ammettere che quel 20 davanti al nostro logo porta con sé alcune riflessioni.
La prima: le cose maturano quando devono maturare e se ci abbiamo messo tanto tempo per capire chi realmente siamo e cosa vogliamo, pazienza. In fondo il senso è in quello che si fa quotidianamente non necessariamente negli obiettivi da business plan.
Già, chi siamo? Siamo curiosi per diritto: se al diritto vanno le nostre maggiori attenzioni, la nostra dimensione vera risiede nell’essere attenti a quello che ci circonda, che sembri piovuto dal futuro o che provenga dal passato. Cosa vogliamo dunque è semplice: rappresentare un punto di incontro quotidiano per chi è curioso come noi e per chi pensa che la curiosità è come una sedia scomoda, non deve dare nulla per scontato e ci impone di non farci cullare in pensieri facili.
La seconda: quando dico che siamo una start up di venti non scherzo. Ho maturato una ragguardevole esperienza fatta di errori, ripensamenti, entusiasmi, attese, delusioni, programmi, fughe in avanti … per tanto tempo mi sono sentito un nostromo che naviga pericolosamente a vista. Poi ho pensato che dobbiamo coniugare la nostra origine, senza rinnegarla, aprendoci al “resto del mondo”, per diventare a tutti gli effetti un quotidiano di diritto, cultura e società ad accesso gratuito, con inserto a pagamento per chi vuole entrare nel nostro mondo di approfondimenti.
Una volta capito questo l’accelerazione è stata repentina in puro spirito start up e anche Francesca, Fulvia, Roberta, Enrico e Luca, che mi guardavano stralunati come si guarda un matto che non si ha il coraggio di contraddire, oggi si stanno divertendo come dei matti, come me. A loro va il mio primo ringraziamento, perché mi sopportano e perché senza di loro semplicemente Filodiritto non esisterebbe.
La terza: il bello deve ancora venire. La strada è definita e la percorriamo con convinzione. Nuove collaborazioni, crescita del programma editoriale, tanti contenuti fuori dalla banalità, cura del dettaglio. C’è spazio anche per un percorso fuori strada: l’Academy di Filodiritto sulla quale presto torneremo.
Se abbiamo progetti e non siamo stanchi e sfiduciati dopo tante logoranti battaglie lo dobbiamo al nostro spirito, certo, ma anche ai tanti compagni di strada, gli autori, i curatori e i partner che ci appoggiato e condividono con noi le nostre follie. A loro va il mio secondo ringraziamento e soprattutto a Gabriele, Vincenzo e Riccardo, che mi fanno pensare tutti i giorni che sono proprio fortunato ad averli incontrati.
Un direttore serio in questi frangenti ringrazia i lettori. Io non lo sono, cionondimeno li ringrazio tutti: quelli che ci seguono sempre, quelli che ci seguono da sempre, quelli che ci seguono sporadicamente, quelli che ci seguono da poco, quelli che non ci conoscono, quelli che ci seguivano e hanno smesso di seguirci, quelli che non ci capiscono, quelli che non sono curiosi, quelli che lo sono e non sanno di esserlo, quelli che non lo ammettono, quelli che come noi non hanno mai smesso di meravigliarsi e di pensare che c’è un antidoto alla morte civile: non sedersi sul divano.
Forza e onore.