I controlli fanno bene all’antiriciclaggio

Antiriciclaggio
Antiriciclaggio

Abstract

UIF analizza le variazioni delle strategie segnalatorie delle banche che abbiano subito delle ispezioni da parte delle Autorità competenti in materia antiriciclaggio.

 

Indice

1. Lo studio  

2. I risultati

 

1. Lo studio

L’Unità di Informazione finanziaria (UIF) ha pubblicato uno studio che stima le conseguenza delle ispezioni antiriciclaggio sull’attività segnalatoria degli intermediari bancari.

Sono stati utilizzati i dati relativi alle ispezioni svolte negli anni 2012-2013, sovrapposti con quelli riguardanti le segnalazioni di operazioni sospette (SOS), inoltrate sia dalle banche “ispezionate” che no, e le risultanze delle segnalazioni antiriciclaggio aggregate (SARA).

La scelta di analizzare l’operato delle banche, come si legge nel documento, è stata dettata dal fatto che esse sono tra i destinatari principali della normativa antiriciclaggio.

Si tratta della prima “valutazione empirica” dell’impatto degli accertamenti delle Autorità sul comportamento dei soggetti obbligati.

L’obiettivo è quello di valutare se questi ultimi mutino le loro “strategie segnalatorie” – ed in quale modo – a seguito dei controlli della Vigilanza AML.

 

2. I risultati

Lo studio dimostra che, a seguito di un controllo, le banche aumentano il numero degli invii di SOS a UIF del 18% circa, con un incremento del 24% della probabilità di inoltrare le segnalazioni.

L’attività ispettiva, quindi, “produce una variazione dell’attività segnalatoria, quantomeno sotto l’aspetto quantitativo”.

Inoltre, la crescita numerica si declina anche nell’incremento delle informazioni fornite dalle banche ad integrazione delle SOS stesse, senza tuttavia che ne venga intaccata mediamente la qualità.

In aggiunta, ulteriore effetto sulle SOS è che il loro aumento non riguarda solamente segnalazioni che abbiano ad oggetto operazioni di poco valore – il che sarebbe sintomo di una variazione solo apparente – ma anche operazioni di valore elevato, dimostrando invece che le ispezioni fanno aumentare l’attenzione delle banche anche nell’identificare e segnalare transazioni rischiose.

Questo risultato, dimostra lo studio, si produce principalmente in seguito ad azioni più penetranti da parte delle Autorità, come  “lettere di richiamo” o  sanzioni.

Altro risultato è che le banche di maggiori dimensioni sembrano essere più soggette a cambiamenti nella gestione delle segnalazioni, probabilmente perché, come suggerisce il rapporto, sono maggiormente attente ai rischi reputazionali derivanti da violazioni degli obblighi AML.

Pertanto, conclude lo studio, l’attività ispettiva della Vigilanza sembra in grado di orientare le banche verso un miglioramento delle strategie segnalatorie interne in materia antiriciclaggio.