Il Ddl Crisanti – Pirro, se approvato, permetterebbe alle ostetriche di praticare aborti
Il Ddl Crisanti – Pirro, se approvato, permetterebbe alle ostetriche di praticare aborti
Abstract: Il Ddl Crisanti – Pirro presenta una follia: le ostetriche dovrebbero occuparsi anche delle interruzioni volontarie di gravidanza. Un testo ideologico con alla base la falsa narrazione sugli obiettori.
Mercoledì 15 ottobre, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, gli onorevoli Andrea Crisanti ed Elisa Pirro hanno presentato alla stampa il testo di un disegno di legge dal titolo Modifiche al decreto legislativo 9 novembre 2007 n. 206 in materia di attività di competenza dell'ostetrica.
Obiettivo è quello di poter permettere alle ostetriche di praticare interventi chirurgici per l'interruzione volontaria della gravidanza pur non essendo abilitate alla professione medica. Appartengono infatti alle Professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ma non sono medici. Di qui nasce la proposta di una eccezione pericolosissima.
Il decreto n. 206 all'articolo 408 svela come questa figura sanitaria sia stata pensata al fine di far nascere bambini e non per ucciderli: si prevede che le loro competenze siano finalizzate, tra le altre cose, alla sorveglianza della gravidanza secondo gli esami diagnostici previsti dai medici; effettuare i relativi esami; preparare i genitori al loro futuro compito; assicurare la completa preparazione al parto; assistere la partoriente.
Tutti questi compiti, eccetto quello relativo alle informazioni da fornire in merito alla “pianificazione familiare” che potrebbe includere info sull'aborto sono tutte pro – life e non pro – choice.
Lasciare quindi un intervento chirurgico in mano a chi non è preparato per farlo sarebbe molto rischioso per le donne e l'affermazione di Crisanti secondo il quale “bisogna rompere una convenzione secondo la quale ostetriche ed infermieri non sarebbero considerati all'altezza di poter svolgere interventi medici di routine” e di una disinvoltura drammatica.
Perchè questa proposta? La risposta è nel titolo della conferenza stampa ovvero Interruzione volontaria di gravidanza: più accessibilità per garantire i diritti delle donne. Il nemico è il medico obiettore che con la sua tenace resistenza viola i “diritti” legittimi delle donne essendo in numero superiore a i non obiettori.
La realtà è però ben diversa: non serve aumentare il numero dei medici non obiettori perchè non esiste una richiesta così elevata di interventi che non si possono eseguire in tempo. Dati alla mano, in Italia, tutte le donne che hanno voluto abortire sono riuscite a farlo nei tempi previsti e secondo i dati della Relazione del Ministero della salute “si osserva una diminuzione dei tempi di attesa tra rilascio della certificazione e intervento, possibile indicatore di efficienza dei servizi”. Se ci fossero difficoltà e fossero necessari più professionisti ora avremmo liste di attesa e tempi dilatati. Ma così non è. Facendo poi un confronto tra i nati e gli abortiti e le strutture per nascere e per abortire risulta che “in proporzione i punti IVG sono più dei punti nascita”; ciò vuol difre che il servizio abortivo è più efficiente di quello preposto alla nascita.
Ancora, il “numero di IVG per ogni ginecologo non obiettore è pari a 0,9 IVG a settimana a livello nazionale e questo dato è in costante dimunizione negli anni”. Quindi ogni medico abortista deve effettuare un solo aborto a settimana e i medici obiettori, dal 2014 al 2022, pur rimanendo minoranza sono aumentati del 21,5%; il trend è in crescita.
Per concludere la macchina abortiva in Italia funziona bene interrompendo la vita di migliaia di bambini senza problemi.
Dove è quindi l'emergenza? Perchè una proposta di legge siffatta? Tutte menzogne ideologiche a danno sempre e comunque delle donne e della vita.