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Rivista Percorsi penali - 2/2022

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Articoli

Editoriale: Percorsi penali
Vincenzo Giuseppe Giglio, Antonio Zama
Il diritto penale oltre la frontiera*
Licia Siracusa
‘In search of a way out… of the impunity gap’: l’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina quale banco di prova per testare l’effettività del diritto (penale) internazionale
Veronica Botticelli
Irrilevanza penale del mancato versamento dell’imposta di soggiorno da parte dell’albergatore: era necessaria l’interpretazione autentica del Legislatore?
Italia Caminiti
“Droga parlata”: quando l’esistenza di un “fatto” si presta a tante interpretazioni
Riccardo Radi
Il caso della fondazione Open: nota a Cass. pen., sez. VI, sentenza n. 11835/2022 (udienza del 18 febbraio 2022)
Vincenzo Giuseppe Giglio
Il reato di rivelazione di segreti di ufficio e il rinvio a giudizio di Piercamillo Davigo: la questione dell’opponibilità del segreto istruttorio ai membri del Consiglio Superiore della Magistratura
Daniela Romano
La procedura di estinzione delle contravvenzioni ambientali nelle Linee Guida SNPA (2021). Analisi sistematica e spunti di riflessione
Mara Chilosi, Matteo Riccardi
Gran Bazar – 2/2022
Vincenzo Giuseppe Giglio, Riccardo Radi
La memoria autobiografica tra passato e presente: aspetti psicoforensi
Maria Teresa Cusumano, Guglielmo Gulotta
Delinquenza minorile e giovani camorristi. Focus sulle criticità nell’area metropolitana di Napoli
Antonello Altavilla
Gli ostacoli all’impiego delle investigazioni difensive: esigenze di riforma o di rinnovamento ermeneutico?
Jean-Paule Castagno, Ludovica Pomanti
L’amputazione della lett. c) dell’art. 274 c.p.p.: tra il recupero della presunzione di non colpevolezza e il rischio di lasciare insoddisfatte serie esigenze di prevenzione speciale
Alessio Galluzzi
La revocabilità del decreto di archiviazione e la sua esclusione dalle “prove nuove” ai fini della revisione processuale
Sara Pizzarotti
Di «narcisismi grandiosi», perp walk e altre stranezze del gran circo mediatico-giudiziario
Andrea Merlo

Max Gibelli

Philippines: esistenza rurale

Oggi hanno piazzato un telo per ripararsi dal solleone e sistemato una rete da pesca a mo’

di amaca.

Fa caldo, molto. La piccola famiglia vende sul ciglio della strada 15 piccoli cocomeri, sperando di piazzarne alcuni, prima che venga sera.

La bimba riposa con la mamma, il marito attende il raro acquirente che gli consentirà di mangiare qualcosa.

Nord Luzon, regione dal nome affascinante: Isabela, regina della Spagna dei conquistadores. Ai piedi della Cordigliera Filippina.

Ieri svoltando per una strada rurale mi sono imbattuto in 50 martin pescatori blu cobalto, in riunione condominiale.

3-4 raccolti di riso L’ anno, semenze e relativi diserbanti delle grandi multinazionali, pubblicizzati in ogni campo come fosse Coca-Cola.

Un’economia totalmente rurale, con un mercato locale di acquirenti disposti a pagar poco o nulla i prodotti faticosamente coltivati.

Riso e mais ad essiccare sulle strade provinciali per chilometri.

Per mantenere i prezzi abbordabili ad una clientela frugale, sulla qualità e di conseguenza sulla salute di chi acquista, necessariamente, si deve scendere a compromessi.

Pesci, maiali, polli, ed ogni animale allevato per essere venduto, mangia “ dog food”, cibo per e da cani ( I cani se li mangiano direttamente i locali).

Cambia specie e morfologia dell’ animale acquistato, ma che sia un pesce od un pollo, sempre di crocchette si tratta, in sostanza.

Mangime secco, prodotto in loco, chissà con cosa, rende prospere e ricche solo le fabbriche che lo producono.

I contadini, pagato il foraggio industriale, il lavoro e gli intermediari, fanno semplicemente girare i soldi spesi, con guadagni irrisori.

Chi si rifiuta di “ zappare” lavora di notte online, se ne ha le capacità e le possibilità ( possedere un laptop è un sogno spesso irrealizzabile), a 3 USD L’ ora, schiavi davanti ad uno schermo con controlli via webcam ogni 4 minuti.

I fornitori arrivano con 5000 pulcini stipandoli in costruzioni dove, rimpinzati di antibiotici, cresceranno per 60 giorni per essere commercializzati. Ne moriranno 2000, schiacciati, nel sovraffollamento, dai più forti o “fortunati”.

Alla mia domanda “ ma perché non ne mettete 3000, invece?”. Risposta: “ stessi costi, il fornitore ne porta 5000 ugualmente”.

Povertà. Aria salubre, uccellini variopinti ed aquile dal capo bianco. Maestosi paesaggi, dove le montagne circondano l’ uomo e lo contengono per sempre, nei suoi appezzamenti, dietro grandi bufali a risvoltare zolle.

Alcuni, fuggono in città, spesso perché non sono più in grado di comprare la semenza “ di marca” per decenti rese nel raccolto.

Fuggono, persi a Manila, megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti, disposti a tutto ( vi è di mezzo la sopravvivenza) anche a commerciare cristalli di metanfetamine, Breaking bad style.

Droga prodotta dai cartelli messicani e distribuita dalle mafie cinesi, sfruttando manovalanza filippina.

Le braccia per l’ agricoltura spesso si trasformano in pusher braccati dalla tolleranza zero del Presidente.

Questo è il mondo, la piaga della fame in parte qui è sconfitta grazie a cibo gonfiato all’ inverosimile di zucchero, sale, ingredienti tossici, pubblicizzato da testimonials famosi che incitano in TV a mangiare prodotti che danneggeranno la salute dei consumatori.

Le donne diventano nonne a 30 anni, non c’ è tempo, bisogna compiere il ciclo della vita rapidamente.

Quando vivevo in campagna in Liguria, percorrevo un viottolo per raggiungere casa, una anziana contadina, quotidianamente intenta a badare ai propri orti, mi salutava, sempre con: “la terra è bassa”. Null’altro.

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