Scenes from a marriage

Remake dell'omonima miniserie svedese del 1973 di Ingmar Bergman, storia di una coppia borghese di quarantenni di Boston, sposati da dieci anni e con una figlia: Jonathan è insegnante, mentre Mira è vicepresidente di un'azienda. La vita scorre apparentemente tranquilla nella loro casa, in una routine fatta di impegni genitoriali, molto vino e collaudate routine.
Proprio quando tutto sembra filare sulle più banali rotaie di una normalità destinata a durare all’infinito Mira, che invece cova un profondo malcontento e un tumulto interiore, confessa improvvisamente il proprio tradimento e ammette la sua infelicità matrimoniale, evento scatenante che dà il via all’intero racconto, che si svolge nell'arco di circa cinque anni ed è suddiviso in cinque episodi (come le fasi del lutto, in quanto si tratta di un vero e proprio “lutto coniugale”).
Ogni episodio è un momento a sé stante durante cui Jonathan e Mira si allontanano, si avvicinano, si trattano con familiarità, litigano, si innamorano e si disamorano ripetutamente, creando un tira e molla di attrazione sessuale che, si percepisce chiaramente, risiede ancora nella loro memoria muscolare. Drammaticamente parlando, la serie è impressionante e riesce a restituire l’eco di luoghi, tempi, persone, nonostante si svolga praticamente tutta nella stessa casa e con pochissimi interpreti oltre ai due protagonisti.
Questa versione ribalta i ruoli dell’originale (lei in carriera, lui che lavora in casa e intanto cresce la figlia) ma i cambiamenti scelti creano un insieme di personaggi che funziona molto bene, è diversificato e più contemporaneo, introduce anche temi di multiculturalismo e women empowerment. Alla storia vera e propria si alternano momenti sul set, all’inizio o alla fine dell’episodio, in cui gli attori si muovono “nella realtà” e passano senza soluzione di continuità da attore a personaggio e viceversa, un approccio non convenzionale di Hagai Levi che devo ammettere mi è piaciuto molto, perché crea una sorta di distacco dalla recitazione e probabilmente anche dalla storia stessa, sottolineando l’importanza della finzione: per quanto rispetti l'originale, è davvero un progetto valido e a sé stante.
Un esame brutalmente onesto di ciò che accade in un matrimonio, cosa lo fa funzionare e cosa, in modo molto repentino, può portare alla sua fine. Al significato del termine “fine”, però, non tutti danno la stessa interpretazione.
Disponibile su: Sky Atlantic (HBO)
Stagioni: miniserie (2021)
Episodi: 5 episodi da un’ora abbondante ciascuno
Da vedere se vi è piaciuto: The Affair, Marriage Story (film), You (la terza stagione), Modern Love.
Da non vedere se vi aspettate: la versione originale del 1973, Better Things, Big Little Lies.