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Basta Covid! I dieci telefilm anni Ottanta da rivedere

Telefilm
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Cosa resterà di questi anni Ottanta? Così cantava Raf, e così, oggi, voglio cercare di fare i conti con la memoria, e anche con il cuore, raccontandovi i miei telefilm preferiti visti negli anni Ottanta in Italia. Già, c’era una volta il telefilm… termine oggi desueto e completamente ignoto ai millennials. Quelle che oggi sono le serie televisive nei remoti anni Settanta/Ottanta si chiamavano proprio così, telefilm, e quelli della mia generazione ci sono nati e cresciuti (piuttosto bene, direi).

Eccovi, dunque, i miei telefilm, quelli che ricordo con più affetto, forse non i migliori ma quelli che hanno segnato la mia infanzia e la mia crescita. So già che qualcuno griderà per l’assenza di certi titoli (Ma come, e Supercar? E Miami Vice? Non puoi non mettere McGyver, dai!), me ne scuso e, anzi, vi invito a commentare e a segnalare i telefilm che non ho (volutamente) inserito.

Buona lettura (e buona visione) a tutti.

1. A-Team. È il telefilm dei telefilm, la serie mitologica che ha accompagnato tutti noi maschietti in pubertà tra il 1983 e il 1987. 98 episodi per cinque stagioni indimenticabili. La serie, creata da Frank Lupo e Stephen J. Cannell, narra le avventure di un commando di ex-combattenti della guerra del Vietnam di nome A-Team, un gruppo di soldati buoni un tempo arruolati nelle Forze Speciali statunitensi. Indimenticabili gli attori: George Peppard nei panni del capo del gruppo, il colonnello John "Hannibal" Smith; Dirk Benedict che interpreta Templeton “Sberla” Peck; Dwight Schultz nei panni del folle ricercato H. M. “Howling Mad” Murdock; Mr. T che interpreta il mio preferito, il pericoloso“P.E.” Baracus, dove P sta per Pessimo ed E sta per Elemento; William Lance LeGault ovvero il Colonnello Roderick Decke e Carl Michael Franklin, il Capitano Crane. Nel 2010 è stato anche rilasciato un film basato sulla serie, diretto da Joe Carnahan.

2. Hazzard. Sette stagioni 147 episodi arrivati in Italia a partire dal 1981 (ma la serie debutta in America nel 1979 per concludersi nel 1985). Un cult degli anni Ottanta, la storia di una piccola contea nella quale l'onesta famiglia Duke (composta dai cugini Bo, Luke e Daisy e dallo zio Jess) si destreggia in rocambolesche avventure tra i potenti di turno, prepotenti e loschi (Boss Hogg e lo scritto Rosco P. Coltrane, marito della sorella di Jefferson Davis Hogg). Divertimento semplice, inseguimenti in auto favolosi, acrobazie mirabolanti con la mitica auto arancione con la bandiera di guerra dei sudisti sul tettuccio, il “Generale Lee”, una Dodge Charger con le portiere saldate. Chi di voi non ha mai sognato di entrarvi al volo, come facevano Tom Wopat e John Schneider? La voce di Luke è del grande e compianto Flavio Bucci.

3. I Jefferson. Sul podio mi sento di inserire anche questa sit-com americana, prodotta dal 1975 al 1985, per 11 stagioni e un totale di 253 puntate. Un successo planetario per le avventure di una coppia di colore: lui George Jefferson, imprenditore lavandaio di successo, simpatico e con poco tatto (Sherman Hemsley) e lei Louise (chiamata amorevolmente “Weezy”), interpretata da Isabel Sanford. Intorno a loro, una coppia mista, i Willis (Helen nera, Tom bianco, odiato e amato dal protagonista), i figli delle due coppie, Lionel e Jenny, che sono fidanzati, Florence, la domestica nera sempre in lite con George, e il mio personaggio preferito, Harry Bentley, uno stralunato e simpatico vicino di casa inglese, trattato a pesci in faccia dal signor Jefferson. Tanto divertimento e molta nostalgia.

4. Il mio amico Arnold. “Che cavolo stai dicendo, Willis?” Chi non si ricorda il viso del piccolo Arnold che osserva attonito il fratello e gli chiede conto? Una serie indimenticabile, andata in onda in America dal 1978 al 1986, per 189 puntante divise in 8 stagioni. Ancora una famiglia, stavolta protagonisti due fratelli afroamericani, Arnold e Willis Jackson, rispettivamente di 8 e 13 anni, che vengono adottati da un ricco uomo d'affari bianco, Philip Drummond, che esaudisce le ultime volontà della madre dei due, la sua vecchia governante. L'uomo ha già una figlia, la bella Kimberly, e l'amore e la comprensione regneranno sovrani nella nuova famiglia allargata. Indimenticabile il presce rosso di Arnold, Abramo, con cui lo stesso si confida più volte. Due spin-off: L'albero delle mele e Almost American, un backdoor pilot inedito in Italia. La serie non fu mai realizzata

5. I Robinson. Ovvero The Cosby Show, le otto stagioni della sit-com più celebre dell'epoca (1984-1992). Ancora una benestante famiglia afro-americana (padre, madre, 5 figli di età diverse) perfettamente integrata, per una divertente e serena fiction, fatta di buoni sentimenti, amore, liti e riconciliazioni. Autentico mattatore della serie è un ricco ginecologo, Cliff Robinson, interpretato da Bill Cosby, grande uomo di spettacolo, autore di battute fulminanti, con tematiche adolescenziali e complicati rapporti genitori-figli. Chi non avrebbe voluto avere un papà come lui? Salvo poi scoprire la verità sulla vita personale dell'attore, condannato per violenza sessuale e molestie, e attualmente detenuto nel SIC Phoenix, un carcere di massima sicurezza vicino a Filadelfia.

6. L'uomo da sei milioni di dollari. Ho sempre molto amato questa seria, fin dalla sigla di testa: Steve Austin, astronauta, un uomo vivo per miracolo: signori, lo possiamo ricostruire. Abbiamo adeguate conoscenze tecnologiche. Esiste attualmente la possibilità di creare il primo uomo bionico. Steve Austin sarà un essere nuovo, diverso dagli altri”. Migliore?”Si, più forte, più veloce”.  Era Oscar Goldman a pronunciare queste frasi. Il colonnello Steve Austin (Lee Majors) reduce da un gravissimo incidente e dopo una lunga riabilitazione, riuscirà ad utilizzare le sue nuove parti bioniche come se fossero quelle vere, ma con un vantaggio. Le gambe bioniche, infatti, gli danno la possibilità di correre e saltare come nessun altro uomo al mondo, il suo braccio bionico ha una forza molte volte superiore a quella del suo equivalente umano e il suo nuovo occhio ha delle possibilità sconosciute a quello organico compresa la visione all’infrarosso. Steve diverrà un agente speciale in pericolosissime missioni segrete che impegneranno tutte le sue capacità bioniche. 99 episodi, 5 stagioni, dal 1974 al 1978. Indimenticabile.

7. Fame (Saranno famosi). Non so voi ma io ho sempre sognato di entrare della New York School of the Performing Arts, di conoscere Danny Amatullo, Leroy, Bruno Martelli, Jesse, Nicole, Holly e tutti gli altri talentuosi allievi. In questa scuola, infatti, si lotta per emergere, per coltivare il talento, attraverso la tenacia e l'esercizio, con professori bravi ma esigenti, e ragazzi non sempre all'altezza del loro compito. Piccoli e grandi drammi personali, familiari e sentimentali in una serie di numeri musicali, in particolare coreografie, canzoni e musical. Colonna sonora bellissima e numeri di altissimo livello, per una serie epocale, in onda tra il 1982 e il 1987, sei stagioni per 137 episodi. La serie nasce sulla scia del successo dell'omonimo film diretto da Alan Parker nel 1980. Una menzione al professore di musica e composizione Benjamin Shorofsky, Albert Hague, nella realtà un vero grande compositore di musical a Brodway e di canzoni celebri (tra queste, "Young and Foolish", "Look Who's in Love" e "Did I Ever Really Live?).

8. Casa Keaton. Altra sit-com brillante, basata sulla normale vita di una normale famiglia americana bianca e benestante, dove i genitori sono ex hippy di successo, che cercano di portare avanti i loro valori sessantottini. I due si scontrano spesso con i figli, Alex di diciassette anni (molto più maturo della sua età) e Mallory, una ragazza carina e superficiale. I due, infatti, si trovano a loro agio nel mondo consumistico americano dell'edonismo reaganiano  all'epoca imperantee e comprendono poco gli insegnamenti un po' retrò dei loro genitori. Il telefilm segna il debutto nella televisione statunitense di Michael J. Fox nel ruolo di Alex. Una curiosità: nelle prima due stagioni compare nella parte di Ned Donnelly anche Tom Hanks.

9. Sanford and Son. Questo telefilm forse se lo ricordano in pochi, girato interamente negli anni settanta (tra il 1972 e il 1977, 136 episodi distribuiti in 6 stagioni) ma giunto in Italia soltanto negli anni Ottanta. Un capolavoro di divertimento, per un telefilm i cui protagonisti sono due rigattieri di colore che vivono a Los Angeles, Fred G. Sanford e suo figlio trentunenne Lamont, che lui chiama spesso “testone”.  Disavventure buffe, in cui il protagonista è un uomo sarcastico, furbo ed irascibile, che snnulla il figlio e che spesso si fa venire in mente idee strampalate per diventare ricco che falliscono miseramente. La serie è un remake di un telefilm inglese, Steptoe and Son, e ha avuto un seguito, Sanford, e due spin-off, Grady e Sanford Arms. Per me un vero gioiello, da recuperare (ancora trasmesso su televisioni private, spesso con il titolo alternativo di Elizabeth, sto arrivando! (grido di guerra del vecchio Fred).

10. George e Mildred. Chiudo questa breve (e, lo so, non esaustiva) lista di telefilm con un piccolo gioiellino di umorismo British, questa serie andata in onda in Inghilterra alla fine degli anni Settanta, giunta in Italia all’inizio degli anni Ottanta. La storia di una coppia sposata da 25 anni, lui squattrinato, taccagno e perennemente disoccupato (un grande Brian Murphy) che passa il tempo al pub, a leggere il giornale sulla poltrona e a sbraitare, lei invece (Yootha Joyce) impegnata a vestirsi bene e ad entrare nella società bene del quartiere, sempre in lite col marito. Una sorta di Sandra e Raimondo in salsa inglese, per un telefilm in sei stagioni divertentissimo. Ci furono due spin-off, un remake americano e uno spin-off del remake. Se non l'avete vista, assolutamente da recuperare.