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Giacomo Leopardi e il giallo della sua sepoltura

Un mistero avvolge la tomba del grande vate
Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi e il giallo della sua sepoltura

Ci sono scrittori che non trovano pace nemmeno dopo la morte. Penso, tra gli altri, a Dante Alighieri, la cui tomba è stata a lungo collocata tra Firenze e Ravenna, e qui spostata varie volte.

A Giacomo Leopardi è andata peggio.

Secondo le dicerie popolari, Giacomo Leopardi morì a causa di una indigestione per aver ingurgitato circa un chilo di confetti di Sulmona, una calda tazza di brodo di pollo e una limonata fredda.

In realtà, il referto medico (quasi sicuramente falso) accerta che la morte di Giacomo Leopardi sia stata causata da un edema polmonare.

La verità, molto probabilmente, è che la causa della morte di Giacomo Leopardi sia stata quella del colera.

Ad ogni modo, la tomba “ufficiale” di Giacomo Leopardi si trova a Napoli, all’interno del Parco Vergiliano a Piedigrotta. I resti che alla metà degli anni ’30 furono posti sotto l’ara però non sono quelli del poeta. Quasi certamente il corpo del di Giacomo Leopardi, subito dopo la sua morte, è stato obbligatoriamente portato al vicino cimitero dei colerosi di Poggioreale o a quello, poco più distante, delle Fontanelle, oppure al cimitero delle 366 fosse, che serviva esclusivamente l’ospedale degli Incurabili.

Il 21 luglio del 1900 fu effettuata una verifica di quella cassa, che conteneva due femori e altre ossa ma non il cranio, la colonna vertebrale e la cassa toracica.

In realtà quelle ossa non erano le sue. Come attesta il registro delle sepolture della Chiesa SS. Annunziata a Fonseca di Napoli del 1835, le spoglie colerose di Giacomo Leopardi furono buttate nelle fosse comuni e non, come si disse, sepolte nella chiesa di S. Vitale sulla strada a ovest dell’attuale quartiere Fuorigrotta che conduceva a Pozzuoli

Con ogni probabilità Ranieri, amico fedele di Giacomo Leopardi, sottrasse da qualche cripta delle ossa di un povero defunto, le mise in una cassa e le fece tumulare nella chiesa di San Vitale, spacciandole per quelle di Leopardi.

A tale proposito, è girata a lungo la diceria secondo la quale il cranio del cadavere sia stato trafugato dalla tomba per essere sottoposto ad esperimenti di frenologia, una disciplina pseudo-scientifica che riscontra legami da i disturbi psichici e la conformazione, appunto, del cranio.

Anche questa, da quanto si sa, è una leggenda popolare metropolitana non suffragata da prove.

Il mistero, dunque, per alcuni è risolto, mentre per altri è ancora più fitto...