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Joseph Conrad, il blocco dello scrittore e gli sguardi fuori dalla finestra

Finestra
Ph. Luca Martini / Finestra

Joseph Conrad, il blocco dello scrittore e gli sguardi fuori dalla finestra

 

Lavorare stanca, si sa. E chi non lavora non fa l’amore.

Esaurite qui le banalità legate al verbo più faticoso del vocabolario, passiamo a parlare del “lavoro” dello scrittore, che spesso non si traduce in fatica fisica. Non sempre, almeno.

Molte volte è ispirazione, ricerca dell’idea, della soluzione narrativa, dello snodo da percorrere, del rebus da risolvere.

Quante volte gli scrittori hanno avuto il blocco? La sindrome della pagina bianca?

Ogni scrittore ha un suo metodo per superarlo.

Victor Hugo, ad esempio, si chiudeva in camera a chiave, si spogliava e consegnava i suoi abiti ai domestici, che avevano il compito di restituirglieli soltanto a scrittura terminata. Secondo lui gli abiti, come le persone, sono fonte di distrazione, quindi via gli abiti! E se faceva freddo, si concedeva una coperta.

Marcel Proust riusciva a scrivere soltanto a letto, come anche Truman Capote.

Thomas Mann soffriva di sindrome dell’impostore, tanto che diceva: “Lo scrittore è un uomo che più di chiunque altro ha difficoltà a scrivere”.

Il poeta tedesco Friedrich Schiller pare che riuscisse a scrivere soltanto con alcune mele marce dentro il cassetto. Le mele, decomponendosi, emettevano metano che, oltre a creare un terribile odore, pare riuscisse a provocare in Schiller un senso di vertigine e stordimento, stimolando così la creatività dello scrittore.

E poi ci sono scrittori come Joseph Conrad che non sanno come fare a giustificare il proprio lavoro, perché non ci si sporca le mani, non si suda, non si timbra un cartellino e non si va in ufficio.

Celeberrima la sua frase: “Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”

Già, veramente molto difficile. Certo, sono sicuro che la moglie di Conrad, visti i capolavori prodotti dal marito, avrà chiuso un occhio, e se non ha capito che il marito lavorava mentre guardava fuori dalla finestra cercando ispirazione, di sicuro avrà apprezzato i diritti d’autore da lui prodotti.

E se Conrad avesse scritto “Cuore di tenebra” solo per non lavare mai più i piatti?