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Jack Kerouac, il giocatore di football che inventò la beat generation

Sulla strada di Jack Kerouac (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969)
Jack Kerouac
Jack Kerouac

Jack Kerouac, il giocatore di football che inventò la beat generation

 

Jean-Louis Lebris de Kerouac, meglio conosciuto come Jack Kerouac (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969), è stato uno scrittore, poeta e pittore statunitense

Di aneddoti e di storie strane su Kerouac e la beat generation ce ne sarebbero a bizzeffe, soprattutto quelle legate al suo abuso di alcool, di droghe di ogni tipo, alle sue relazioni intense. Cercheremo, invece, di raccontare altro, soffermandoci su una passione giovanile dello scrittore statunitense.

Kerouac, infatti, era un giocatore di football americano di talento. Il suo ruolo d’elezione era quello di half-back, l’attaccante veloce e agile della squadra. Alla fine degli anni ricevette una borsa di studio alla Columbia University di New York proprio per il suo talento e iniziò a giocare ad alti livelli. Nell’ottobre del 1940, mentre la sua squadra era impegnata contro il Saint Benedict, Kerouac, in un duro scontro, si infortunò gravemente, fratturandosi una tibia. Dovette fermarsi un anno, poi tornò in squadra. Dopo diverse apparizioni in panchina, contrariato, Kerouac decise di ritirarsi dal football e di dedicarsi ad altro.

Con ogni probabilità, se non gli avessero massacrato la tibia sarebbe vissuto molto più a lungo, ma oggi saremmo privi di veri capolavori letterari.

Kerouac, al di là della sua vita sregolata, era un uomo profondo e sensibile. Era anche un gande appassionato d’arte e si dilettò anche come pittore, realizzando una seria di ritratti di personaggi famosi, tra cui Joan Crawford, Truman Capote e Paolo VI, con uno stile che stava tra il figurativo e l’astratto.

Celebre per “On the road”, lui considerava “Doctor Sax” il suo romanzo migliore, anche se le critiche furono pessime. In generale, non fu trattato bene dalla critica. John Updike scrisse una celebre parodia dello stile di Kerouac in un breve saggio dal titolo “On the sidewalks” nel quale arrivò a scrivere: “Sono aperte le scommesse su chi verrà dimenticato per primo, se l’autore di Corri, Coniglio!o quello di Sulla strada”.

Jack Kerouac scriveva sempre dalla mezzanotte all’alba, a lume di candela, e prima di iniziare pregava sempre. Era molto scaramantico, cercava la luna piena per potersi esprimere al massimo ed era ossessionato dal numero nove, tanto che certe azioni le ripeteva sempre nove volte.

Forse anche per questo ha scritto capolavori come “Angeli di desolazione” e “I sotterranei”.