Ennio Flaiano, gli aforismi più belli
Ennio Flaiano: gli aforismi più belli
Ennio Flaiano (1910 – 1972), scrittore, sceneggiatore, giornalista, critico cinematografico e teatrale italiano
Il mio amore per Ennio Flaiano è confinato, e viene da mio padre.
Fu lui che mi mi tormentò a lungo, da ragazzo, dicendomi: "Leggi Ennio Flaiano, leggi tutto quello che ha scritto Ennio Flaiano, in particolare "Tempo di uccidere", che è un vero capolavoro".
A distanza di tanti anni, devo ringraziare mio padre, tra le tante cose che mi ha lasciato, perché "Tempo di uccidere" di Ennio Flaiano è davvero un capolavoro.
Quello che mio padre non mi disse è che Ennio Flaiano è stato autore di tantissime citazioni, aforismi intelligenti e arguti, sarcastici e ficcanti, che sanno colpire nel segno. Negli anni ho imparato a sentirli pronunciare dalle menti più illuminate, che di fronte ad argomenti complessi e delicati tiravano fuori dal cilindro una frase intelligente e pertinente di Ennio Flaiano.
Ecco perché, oggi, a 49 anni dalla morte, voglio ricordare questo grande uomo di cultura, raccogliendo in questo piccolo contributo le citazioni e gli aforismi più beli di Ennio Flaiano.
Citazioni di Ennio Flaiano
Anime semplici abitano talora corpi complessi.
Afflitto da un complesso di parità. Non si sente inferiore a nessuno.
Certi vizi sono più noiosi della stessa virtù. Soltanto per questo la virtù spesso trionfa.
Ci sono molti modi di arrivare, il migliore è di non partire.
È un poeta così cattivo che sette città si rinfacciano il disonore di avergli dato i natali.
È probabile che un giorno il successo convincerà Carmelo Bene di aver sbagliato tutto. Il successo può arrivare fatalmente, in una "civiltà di consumi" che adotta e riconosce con furia come proprie, le novità che appena ieri riteneva aliene e sovvertitrici. (6 aprile 1967)
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume
I giovani hanno quasi tutti il coraggio delle opinioni altrui.
Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso
[Parlando di filosofi marxisti] Il Platone d'esecuzione.
Io credo nella necessità di una certa follia [...] Carmelo Bene mette nel suo amore per il teatro una notevole mancanza di raziocinio, ed è per questo che i suoi spettacoli, persino al limite dell'indignazione, hanno qualcosa di impensabile e di affascinante. [...] C'è insomma in Carmelo Bene, una volta avviato il giuoco, quasi il proposito di soffocare le sue felici intuizioni nella routine del bizzarro [...] Detesto chi fa i baffi alla Gioconda, ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate. (15 marzo 1964)
Io, quando leggo Brera, non lo capisco.
L'Italia è un paese dove sono accampati gli italiani.
L’italiano ha un solo vero nemico: l’arbitro di calcio, perché emette un giudizio.
L’unico modo di trattare una donna alla pari è di desiderarla come uomo.
L'uomo è un animale pensante, e quando pensa non può essere che in alto. È questa la mia fede. Forse l'unica. Ma mi basta per seguire ancora con curiosità lo spettacolo del mondo.
La felicità consiste nel non desiderare quello che si possiede.
La morte ha la faccia di certe signore che telefonano al bar col gettone: e a un certo momento, senza smettere di telefonare, vi fanno un cenno di saluto e di sorpresa.
La parola serve a nascondere il pensiero, il pensiero a nascondere la verità. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia.
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria.
La stupidità degli altri mi affascina ma preferisco la mia.
La stupidità ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé.
Lei non può immaginare quanto io non sia irremovibile nelle mie idee.
Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L’autunno la ricorda, l’inverno l’invoca, la primavera l’invidia e tenta puerilmente di guastarla.
Non mi interesso di moda se non per capire il nostro immediato futuro, per me la moda è l'autoritratto di una società e l'oroscopo che essa stessa fa del suo destino.
Oggi il cretino è pieno di idee.
Prendete una tela, laceratela, lavatela, mettetela ad asciugare in una galleria assieme a un cane. Un critico vi spiegherà perché l'avete fatto, e che cosa avete fatto. Legate vostra madre a una catena, denudatela, aspettate i fotografi. Se vostra madre piange o protesta, chiamate il critico di turno. Le spiegherà che sta lavorando per la liberazione della donna. Se qualcuno lega voi a una catena e vi denuda, non allarmatevi. State lavorando per la libertà del terzo mondo o per la vostra stessa dignità.
Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbero di più.
[... Giuseppe Patroni Griffi] se la prende col pubblico di "malpensanti" che va a vedere gli spettacoli di Carmelo Bene nella speranza di assistere ad uno scandalo, come se per assistere ad uno scandalo, in questo paese, sia indispensabile andare a teatro. (19 aprile 1964)
Si arriva a una certa età nella vita e ci si accorge che i momenti migliori li abbiamo avuti per sbaglio. Non erano diretti a noi.
Si sono visti registi e autori dedicarsi a colpi di mano e azioni da commandos per trafugare e trasportare un film, mettendo a repentaglio anche i loro yachts personali [...]. Affinché la protesta fosse totale, costoro hanno chiesto e ottenuto l'adesione dei metalmeccanici. [...] Rileggevo giorni fa Machiavelli e di colpo ho avuto questa modesta illuminazione: non sono gli italiani che vanno verso "la sinistra", è la sinistra che va verso gli italiani, i quali sono inamovibili come la montagna di Maometto. Essi faranno la sinistra a loro immagine e somiglianza. Cioè, molto elegante.
Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l'enorme garage del ceto medio d'Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un'estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi.
Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni.
Voglio aggiungere che bisogna essergli [a Federico Fellini] grati di averci dato, con La dolce vita, una lezione di fede e di coerenza artistica. La morale del film è in fondo questa. E potrebbe essere riassunta con due versi di Cardarelli: «La speranza è nell'opera | Io sono un cinico che ha fede in quel che fa».
Vogliono la rivoluzione ma preferiscono fare le barricate con i mobili degli altri.
Citazioni attribuite a Ennio Flaiano
Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore.
Ho poche idee, ma confuse.
(La frase in realtà è di Mino Maccari)
I fascisti (in Italia) si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti.
(La frase in realtà è di Mino Maccari)
In ogni minoranza intelligente c'è una maggioranza di imbecilli.
(La frase in realtà è di André Malraux)
Uccide la suocera scambiandola per la moglie.
(Si tratta in realtà del titolo di un articolo pubblicato su giornale romano).