What is good governance?

Previdenza Forense
Previdenza Forense

What is good governance?

 

Il Presidente di Inarcassa intende “combinare la sostenibilità con l’adeguatezza delle prestazioni nel lungo termine, rispettando il principio previdenziale della ripartizione, un principio vitale consolidato da tempo. Un equilibrio basato su azioni che assicurano sia l’equità tra generazioni, sia l’uso efficiente del risparmio previdenziale con un ritorno a lungo termine”(Sostenibilità e strategia futura in Rassegna Adepp, 2024).

La sostenibilità e l’adeguatezza della previdenza dei professionisti, che sono uguali per tutti a prescindere dalla specificità di ogni singola professione, stanno però andando in sofferenza per motivi demografici e reddituali.

La politica, che ha bisogno di risorse fresche, guarda al patrimonio delle Casse, le quali, anziché farsi promotrici del cambiamento, si arroccano nella difesa dell’autonomia che giova solo all’industria finanziaria e ai vari management.

Il sistema a ripartizione è quello utilizzato dall’AGO (INPS) e dalle Casse di previdenza del 509/1994, dove i contributi ricevuti annualmente sono utilizzati per erogare le prestazioni dello stesso anno.

Nell’INPS quanto ricevuto è insufficiente a finanziare le uscite e interviene lo Stato, nelle Casse del 509/1994 i contributi, versati sin qui, superano le prestazioni pagate e queste eccedenze confluiscono nelle riserve di patrimonio, ma non vi è la garanzia dello Stato perché, con la privatizzazione, le Casse vi hanno rinunciato.

Nel sistema a ripartizione i contributi sono assimilati ai ricavi.

Le Casse del 103/1996, invece, sono finanziate dal sistema a capitalizzazione collettiva che soddisfa esigenze di sicurezza sociale, attraverso meccanismi di solidarietà tra i componenti del gruppo.

Nella capitalizzazione i contributi sono assimilabili ai debiti.

Il sistema di finanziamento a ripartizione garantisce un rendimento implicito pari alla somma del tasso di crescita dell’occupazione (n) e del tasso di crescita della produttività (m).

Il sistema di finanziamento a capitalizzazione garantisce un rendimento pari al tasso di rendimento ottenuto sui mercati dei capitali.

Il sistema di finanziamento a ripartizione garantisce un rendimento superiore del sistema a capitalizzazione se il tasso di crescita dell’occupazione più il tasso di crescita della produttività è superiore a 1.

Per valutare la sostenibilità finanziaria delle Casse bisogna misurare alcuni indicatori che sono:

  • il rapporto tra pensionati e attivi che è un indicatore di natura demografica che misura il carico dei pensionati sopportato da quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro;
  • il rapporto tra pensione media e contributo medio che è un indicatore di natura contabile che indica, sia pure in termini medi, il numero di contribuenti attualmente necessari per pagare una pensione;
  • il saldo previdenziale che è considerato il principale indicatore di sostenibilità del medio – lungo periodo di un sistema previdenziale e che è dato dal rapporto tra l’ammontare totale dei contributi (soggettivi e integrativi) versati nell’anno e l’ammontare delle sole prestazioni pensionistiche erogate nell’anno stesso;
  • il saldo gestionale e cioè il saldo generale fra tutte le entrate contributive e finanziarie e tutte le uscite per prestazioni.
  • l’entità del debito latente e il funding ratio (che misura il rapporto tra la patrimonializzazione e il debito maturato).

Ora bisogna esaminare i bilanci tecnici attuariali delle varie Casse per vedere se tra 15-20 anni il saldo previdenziale sarà negativo e, successivamente, per talune anche quello gestionale il che significa, per le Casse del 509/1994, che le pensioni non dipenderanno più dai contributi versati ma dal rendimento del patrimonio nel frattempo accumulato, con una transizione, di fatto, dal sistema di finanziamento a ripartizione al sistema di finanziamento a capitalizzazione collettiva com’è già avvenuto, sin dalla loro istituzione, per le Casse del 103/1996.

Per le Casse del 103/1996 il problema non è la sostenibilità di lungo periodo, bensì la adeguatezza delle prestazioni.

Ci sono quindi già oggi tutte le premesse per la costituzione di un'unica Cassa di previdenza per tutti i professionisti, gestita e garantita dallo Stato con la possibilità per le Casse di previdenza di essere parte attiva e non passiva nel cambiamento.

Naturalmente a quest’idea insorgono l’industria finanziaria, che si vedrebbe sottratto un patrimonio da gestire di oltre 100 miliardi, e tutti i management delle varie Casse, che non avrebbero più ragione di esistere, ma ne trarrebbero vantaggio, sicuramente, il milione e 700 mila iscritti che si vedrebbero così garantita la pensione, altrimenti destinata a diventare “volatile”.

Volatilità significa, in soldini, averla ricchissima se i mercati vanno bene per perderla del tutto, se i mercati vanno male.

Nella capitalizzazione il rischio viene traslato sugli iscritti perché le fluttuazioni dei mercati influenzano le prestazioni pensionistiche e, per questo motivo, è fondamentale prendere decisioni consapevoli sulla scelta del comparto di investimento.

«Quando si parla di pensione, il “quando” può diventare più importante del “quanto”.

Iniziare presto, nel momento in cui le cose sembrano lontane e meno importanti, significa far lavorare il tempo per noi e ottenere tanto risultato con poco sforzo.

Fai le cose difficili quando sono facili e inizia le grandi cose quando sono piccole. Un viaggio di mille miglia deve iniziare con un singolo passo” (Lao Tzu, filosofo e scrittore cinese del VI secolo a.C., fondatore del taoismo)». (Fonte: Previdenza forense e scelte finanziarie di Marina Piovera, Cedam).