Belve

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Belve

 

Domanda facile: quante volte abbiamo patito comportamenti incomprensibilmente autoritari, aggressivi, svalutanti e meschini da parte di qualcuno che avrebbe dovuto avere il ruolo di aiutarci e guidarci? 

Domanda difficile: quante volte, questi comportamenti, li abbiamo posti in essere noi?

Ancor più difficile: che ci si trovi da una parte o dall'altra - e in genere lo si è alternativamente in entrambe - siamo in grado di intuire che dietro un comportamento quasi sempre si agita (anche) la storia di una persona?

Non so se si nasca cattivi. Più probabilmente ci si incattivisce strada facendo. 

Dicevamo, c'è dietro una storia. E come ogni storia, parte dall'inizio...

 

Caro neonato, buongiorno e benvenuto.

Se la domanda non fosse inflazionata, ti chiederei: che belva vorresti diventare?

Li vedi quelli lì? Sono i tuoi genitori. Abbi pazienza, non li scelgo io. 

Ti ho conosciuto in occasione di un paio di imbarazzanti eventi mondani tenutisi prima che nascessi. Hanno nomi strani e si chiamano baby shower e gender reveal party. Non mi dilungo. Non ti voglio rovinare l'imbarazzo per quando ne scoprirai da te il significato, interrogando il tuo tablet, appena saprai leggere, più o meno verso i quattro anni. E no, non sarai un genio. Ti avranno solo tediato precocemente.

Quella signora un po' strana che sta con te più tempo di tutte le altre non è tua parente. È la tata. Nanny per quelli che si danno un tono. Un tempo era più prosaicamente la baby sitter. Oggi, che sitter è usato anche per cani, gatti, volatili e fiori, nanny suona più morbido.

I tuoi genitori l'hanno scelta dopo un lungo casting. Parla tre lingue e per tua sfortuna tutte con te. Ha importanti esperienze pedagogiche ed è incaricata di dirti i no che dovrebbero dirti i tuoi genitori, se solo ci fossero. Lavorano molto, sai? Dicono che lo fanno per te. Se sia vero o meno, lo scoprirai.

Appena sarai in grado di camminare sarà la nanny che ti porterà a nuoto, appena parlerai a teatro, appena manderai tutti al diavolo dallo psicologo. 

Ah, quello è il vasino. Sarebbe carino da parte tua che riuscissi a farci dentro cacca e pipì prima dei due anni. I tuoi genitori vorrebbero tanto sbaragliare la concorrenza e vantarsene per primi sulla chat del nido.

Farai certamente un sport, forse due. Ma potrebbero essere tre. Dobbiamo capire dove sei bravo e lì insistere. Se non ti piacerà quello che fai, pazienza. Scoprirai l'ebbrezza di vincere, la vertigine di dominare chi porta la colpa di non essere primo, e questo emenderà largamente la mancanza di gusto per ciò che fai.

Comunque bravo, hai già intuito: se riuscirai proprio bene in qualcosa, sarai amato di più. Sarai tanto più guardato quanto più saranno buoni i tuoi risultati. Ti devi equipaggiare per il mondo che abbiamo preparato per te.

Per qualche anno non potrai ribellarti più di tanto. In adolescenza dovrai però trovare un modo per sopravvivere a questa vita di prestazioni. Tra i ragazzi di oggi funziona bene tagliarsi o procurarsi delle bruciature. Serve per annegare il dolore esistenziale in quello fisico. In attesa che tu possa ritornare a mettere risultati sul piatto, s'intende. Altri ragazzi si chiudono in casa, per sempre. Ma dà più nell'occhio.

Se sarai un bastardo matricolato non importerà a nessuno e guai a te se riuscirai a vivere in pace pur non essendo un fenomeno in qualcosa.

Se proverai disagio daremo colpa alla società, ma le goccine le dovrai prendere tu. Che poi, con le compagnie giuste, gli psicofarmaci fanno anche curriculum.

Dovrai studiare ma la scuola, l'università e la cultura non servono per vivere meglio, per guardare al mondo e alle sue contraddizioni con pacificata ma vigile consapevolezza. No. Servono per avere più nozioni, utili - anche qui - a dominare chi porta la colpa dell'incoltezza. Puntiamo a farti laureare, ma faremo di te un laureato ignorante.

Ti devi realizzare e per farlo c'è solo un modo: lavorare. Fino a che non farai il lavoro dei tuoi capricci sei autorizzato a pensarti come un inutile semilavorato e a considerare ogni altra persona che potrebbe per sventura (sua, ma tu crederai tua) passarti accanto come a un ingombrante impedimento. Le stesse relazioni che rifiuterai con vibrante convinzione a trent'anni, le reclamerai a cinquanta per diritto. 

Ti verrà sventolata sotto al naso una luccicante carriera e mediante questa sarai tenuto al guinzaglio. Sopporterai molte cose fino a che scoprirai che tra carriera luccicante e vita luminosa c'è una bella differenza. Ma visto che questa lucidità arriverà all'esito di una delusione, per te sarà pronta l'etichetta della volpe che rinuncia al grappolo d'uva troppo in alto. E non vorrai mica fare figure?

Probabilmente ciò che ti darà da mangiare non sarà il lavoro che avevi sbandierato ai quattro venti che avresti fatto, date le tue grandi capacità e tutto il capitale di vita impegnato. La cosa curiosa è che non importerà a nessuno, se non a te, e che ti penserai come un fallito. Ad ogni modo, quando la crisi inizierà a mordere, nel welfare aziendale ci saranno servizi offerti da persone che fanno a pagamento le cose che facevano gratis i tuoi amici. Quando ancora ne avevi. 

Non farai un mestiere. La cura, l'amore, la perizia, la responsabilità su una parte di mondo che puoi contribuire a migliorare sarà misurata in termini di performance, indicatori da raggiungere, piani da rispettare... un regime totalitario che satura ogni spazio libero. Il pensiero? Far sedimentare qualcosa? Roba da segaioli. Tu devi produrre.

Ma non sarai solo, tranquillo. Ti farò lavorare così tanto con altri sventurati che come te hanno una "certa" ambizione che prima o poi diventerete familiari l'un l'altro, per il solo fatto di essere pesci nella stessa pozzanghera che ambiscono a nuotare in una boccia appena più grande. Sarete una bella famiglia fintanto che il salto non lo farà solo uno. Poi guerra, risentimenti, rivendicazioni, maldicenze, insinuazioni, calunnie.

Ed eccoci qui: se tutto procede come previsto, la tua vita sarà così piena di voragini che mendicherai sostanze riempitive per il resto dei tuoi giorni. 

La fame di attenzioni, di affetto, di sentire che vali a prescindere dai risultati che consegui... verrai pungolato su cose per cui sei ipersensibilizzato dalla nascita e ti elargirò, centellinandola, qualcosa che ci assomiglia vagamente. E tu scodinzolerai nell'attesa di un croccantino.

Ecco, sei pronto per fare il capo.

Dopo averti aiutato a rovinare la tua vita, sono sicuro che posso lasciarti da solo a rovinare quella di molti altri. 

Buona, terribile, vita, capo