Il nostro primo SymposiUM – Milano 2024

Luce
Ph. Fabio Toto / Luce

Il nostro primo SymposiUM – Milano 2024

 

Un passaggio di testimone segna sempre un momento di transizione importante e delicato per una comunità.

Per chi lo riceve, poi, le emozioni spaziano dall’entusiasmo alla paura di non essere all’altezza, alla paura di non riuscire. Vedersi affidata la guida di un progetto così innovativo come Umanesimo Manageriale, curato per oltre dieci anni in maniera magistrale da Gianni Penzo Doria, non può che suscitare in noi un miscuglio di tutto questo.

Cercando di conquistare un minimo di fiducia e ottimismo, forse l’unico metodo per gestire al meglio un cambiamento così importante è quello di puntare in qualche modo all’essenza di ciò che siamo, condividendo i valori su cui ci basiamo.

Questo sicuramente è stato lo spirito con cui abbiamo dato inizio al nostro primo SymposiUM, lo scorso 25 ottobre a Milano, nel corso del quale Gianni Penzo Doria ha lasciato la guida del progetto nelle mani di noi due, Emanuela Cirelli e Aldo Piccone.

La giornata ha avuto avvio proprio con il passaggio di consegne. Un semplice rito che, come tale, manifesta tutta la sua carica simbolica e sintetica di tutto quanto sopra detto, anche in tema di miscuglio di emozioni.

I saluti istituzionali sono stati portati dal padrone di casa, Ruggero Lensi, Direttore Generale dell’UNI (ente che ci ha ospitato). Il suo discorso di rito è presto virato verso un vibrante racconto di come l’organizzazione da lui diretta considera, valorizza e si prende cura delle persone che in essa vi lavorano. Dalla descrizione e dai dettagli forniti da Lensi, UNI può essere sicuramente considerata un ottimo esempio di “organizzazione gentile”.

Non entreremo nel dettaglio del SymposiUM. Il programma potete trovarlo qui e nelle prossime settimane verranno pubblicati gli atti grazie alla collaborazione con la Rivista Elettronica di Diritto, Economia e Management, fondata e diretta dal prof. Donato Limone.

Sia qui sufficiente richiamare lo schema essenziale della giornata.

La prima sessione del SymposiUM ha avuto a tema l’Umanesimo trasversale, radicale e verticale, con l’intento di esplorare alcuni aspetti dell'umanesimo che attraversano il quotidiano operare come la privacy, gli archivi, il servizio come interazione e, non da ultimo, il ruolo del manager nell’era della trasformazione digitale. L’errore che spesso si compie nell’affrontare queste tematiche è quello appunto di avere un punto di osservazione parziale, analizzandone la sola componente tecnica, senza mai considerare quella umanistica. 

La sessione pomeridiana, sull’Umanesimo in pratica, ha voluto provare a fornire strumenti per la messa in opera dell’Umanesimo in una prospettiva più orizzontale. Siamo partiti dal racconto di un’esperienza straordinaria, che ha avuto un impatto positivo sulle vite di migliaia di persone, per poi metterla, oseremmo dire paradigmaticamente, nella prospettiva della generatività sociale. È seguito poi un excursus sulle emozioni, da conoscere e riconoscere per una vita più consapevole. Infine si è parlato della delega, istituto che ha componenti sia giuridiche che manageriali e che necessita di altissimo capitale relazionale.

Il SymposiUM 2024 è stato il primo evento nazionale della nostra comunità professionale ed è stata anche l’occasione per alcuni membri dello staff di incontrarsi per la prima volta di persona dopo mesi di conoscenza solo virtuale (ma non per questo non significativa). Qualcun altro invece si era già conosciuto in occasione del battesimo del fuoco del nostro progetto di UM 2.0, in occasione del Forum PA 2024.

Ecco alcune considerazioni a valle del nostro primo evento nazionale.

Non si può parlare di Umanesimo Manageriale senza mettersi almeno un poco in gioco, senza parlare e donare un po’ di quello che siamo a chi ci ascolta, puntando all’autenticità del messaggio e della comunicazione.

Questa è stata la base su cui generare l’atmosfera di positività e l’energia che abbiamo cercato di diffondere e far respirare a chi ha condiviso con noi, sia in presenza che da remoto, una giornata di formazione davvero fuori dal comune.

Abbiamo cercato insieme di allargare lo sguardo, abbracciare nuove dimensioni, comprendere appieno i benefici che derivano dalla contaminazione di conoscenze di tipo diverso, valorizzando soprattutto la necessità di armonizzare tutte quelle che sono le dimensioni che compongono il nostro essere umani.

Nella vita, così come in ambito lavorativo, non si possono e non si devono scindere le componenti. Nemmeno una macchina funziona se iniziamo a separarne i pezzi! Per “funzionare bene” è necessario, piuttosto, armonizzare dimensioni, componenti, conoscenze, e saper gestire relazioni.

In questo senso, a partire dal proprio bagaglio di esperienze e conoscenze, ciascuno è chiamato ad impegnarsi in un percorso di “trasformazione”, tenendo sempre presente che la qualità della vita, personale e lavorativa, è fortemente determinata dalla qualità delle nostre relazioni.

È quindi importante e significativo ricordare che come simbolo di UM 2.0 è stato scelto proprio l’uomo di Vitruvio di Leonardo. Non è un caso, e non è tanto per creare un collegamento forzato con qualcosa che potesse ricordare il termine Umanesimo. Questa immagine rappresenta in maniera armoniosa la costante ricerca di equilibrio tra le diverse componenti dell’essere umano. Equilibrio e dinamismo nello stesso tempo, Arte e Scienza che si danno la mano, tutto racchiuso in una sola immagine.