Allodole, gufi ed “anziane” aquile allegramente in smart working. L’importanza del sonno nell’attività lavorativa

Allodole, gufi ed “anziane” aquile allegramente in smart working. L’importanza del sonno nell’attività lavorativa
Alla domanda se lo smart working è buono o cattivo, la risposta è dipende. Non si tratta di una formula magica, ma di organizzare il lavoro in funzione degli obiettivi che ci si è prefissati. La chiave del successo risiede nella capacità di sfruttare al meglio le peculiarità di ciascun lavoratore: le allodole, i gufi e anche le anziane aquile possono esprimere il massimo del loro potenziale lavorando in modalità agile.
Lo smart working, grazie alla sua flessibilità, permette di personalizzare gli orari lavorativi in base ai ritmi biologici di ognuno. Le allodole, ad esempio, trovano naturale iniziare presto la giornata, sfruttando le prime ore del mattino per lavorare con la massima concentrazione e produttività. Al contrario, i gufi, che si sentono più energici nel tardo pomeriggio o di sera, possono organizzare le proprie attività in modo da rispettare il loro naturale ritmo interno. Anche le cosiddette “anziane aquile” – quei dipendenti prossimi alla pensione che, pur non avendo più la rapidità mentale di una volta, custodiscono un patrimonio inestimabile di esperienza – possono trarre beneficio dallo smart working, grazie a orari più flessibili che favoriscono la trasmissione del mentoring ai colleghi più giovani.
Il ritmo biologico del sonno e la sua importanza nella Vita e nel Lavoro
Il sonno è un pilastro fondamentale per la salute fisica e mentale e riveste un ruolo critico anche nell'attività lavorativa. Numerosi studi, evidenziano come un sonno di qualità migliori memoria, concentrazione, umore e creatività. D’altra parte, la privazione del sonno è strettamente collegata a livelli elevati di stress, burnout e una conseguente diminuzione delle prestazioni lavorative.
È importante sottolineare come la qualità del sonno possa peggiorare con l’avanzare dell’età, rendendo cruciale per le “anziane aquile” la possibilità di organizzare il lavoro in maniera flessibile. Questo consente non solo di compensare le eventuali difficoltà legate a un sonno non ottimale, ma anche di valorizzare il bagaglio di esperienze e conoscenze che possono essere trasmesse ai colleghi più giovani attraverso attività di mentoring.
La Funzione Glinfatica: Un Processo Vitale Durante il Sonno
Un aspetto scientificamente affascinante e fondamentale del sonno è rappresentato dalla funzione glinfatica. Durante le fasi di sonno profondo, il sistema glinfatico entra in azione, eliminando dalle cellule cerebrali le tossine accumulate nel corso della giornata – tra cui, per esempio, le proteine beta-amiloidi, legate al rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. Questa “pulizia” notturna è essenziale per il mantenimento di un cervello sano e per il corretto funzionamento cognitivo. La consapevolezza di questo processo evidenzia ulteriormente come un sonno di qualità sia un investimento indispensabile non solo per il benessere personale, ma anche per le performance lavorative.
Nel contesto dello smart working, le aziende hanno l’opportunità di creare ambienti in cui ogni tipologia di lavoratore possa esprimersi al meglio. Le “anziane aquile”, pur avendo ritmi diversi, rappresentano un prezioso punto di riferimento per i più giovani. Il mentoring diventa così una funzione strategica, in cui l’esperienza e la saggezza maturata nel corso degli anni vengono trasmesse per formare e guidare le nuove leve. Un manager attento al benessere dei propri collaboratori deve saper riconoscere e valorizzare queste diversità, implementando politiche che prevedano orari flessibili, incontri programmati in fasce orarie compatibili con i diversi cronotipi e programmi di formazione incrociata.
In definitiva, lo smart working non è un modello univoco e standardizzato, ma una sfida organizzativa che richiede la capacità di adattarsi alle esigenze individuali dei lavoratori. Sia che si tratti delle allodole che iniziano la giornata all’alba, dei gufi che trovano la loro produttività nelle ore notturne, o delle anziane aquile che, grazie al mentoring, trasmettono il loro bagaglio di esperienza, il manager deve trovare il modo di creare condizioni ottimali per tutti. Solo così, valorizzando il ruolo cruciale del sonno – con la sua funzione glinfatica e l'impatto diretto sulla salute e sul rendimento – si potrà ottenere una prestazione lavorativa eccellente e un ambiente di lavoro sano ed equilibrato.