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Bilanci tecnici

bilancio tecnico
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Bilanci tecnici

La redazione di un bilancio tecnico, generalmente finalizzato alla individuazione delle condizioni di equilibrio del Fondo, costituisce indubbiamente, per la sua complessità, la prestazione attuariale più impegnativa.

Iter procedurale

Le valutazioni richieste dal bilancio tecnico necessitano, in linea di massima, dei seguenti passi operativi:

  • predisposizione del piano di lavoro, definizione delle metodologie e dei programmi di calcolo;
  • raccolta dei dati di base, analisi e controllo degli stessi;
  • definizione del sistema di basi tecniche di natura demografica, economica e finanziaria;
  • elaborazione delle previsioni;
  • analisi dei risultati;
  • analisi di sensitività (stress-testing);

La relazione conclusiva sul bilancio tecnico dovrà illustrare esaustivamente i seguenti elementi:

  • le principali disposizioni di legge e di Regolamento, come anche le normative secondarie (decreti ministeriali attuativi, risoluzioni della COVIP, etc.), che hanno rilevanza ai fini delle valutazioni;
  • le caratteristiche anagrafiche, assicurative ed economiche degli iscritti attivi, pensionati ed eventualmente cessati con diritto a prestazione differita presenti alla data di riferimento del bilancio tecnico;
  • il regime finanziario di gestione;
  • la metodologia attuariale utilizzata per le elaborazioni;
  • le basi tecniche demografiche, economiche e finanziarie adottate;
  • i risultati in forma sintetica;
  • la proiezione delle entrate e delle uscite annue nonché la conseguente evoluzione del patrimonio in un congruo arco temporale;
  • le conclusioni che possono trarsi dai risultati conseguiti. (Ordine attuari).

Cassa Forense credo stia approntando il Bilancio tecnico al 31.12.2023.

Definizione del sistema di basi tecniche di natura demografica, oggi mi soffermo su questa operazione.

E’ fondamentale conoscere le basi tecniche demografiche della categoria ovvero:

  • probabilità annue di eliminazione per morte;
  • probabilità annue di eliminazione per invalidità degli iscritti attivi;
  • probabilità di uscita per cancellazione;
  • probabilità annue di eliminazione per morte di ciascuna categoria di pensionati;
  • probabilità di lasciare famiglia;
  • probabilità di sopravvivenza del nucleo famigliare superstite;
  • tassi di fecondità;
  • tasso di incremento delle aspettative di vita;
  • il numero di nuovi ingressi; (Alessandro Trudda, Casse di previdenza: analisi delle dinamiche attuariali, Giappichelli Editore, pag.91).

Suggerisco di correggere i dati demografici, a mio giudizio errati, contenuti nel Bilancio tecnico specifico al 31.12.2020.

Il BT specifico, a differenza dello standard, si attaglia alle specificità della categoria, rispetto ai dati generali.

Con particolare riferimento al bilancio tecnico specifico CF sottolinea che lo sviluppo della numerosità degli iscritti contribuenti si è basato su di una ipotesi di crescita diversa rispetto a quella dell’occupazione complessiva prevista nella nota ministeriale, applicata, invece, nello standard.

bilancio
(Fonte: Bilancio tecnico Specifico della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense 31/12/2020)

Il Bilancio tecnico specifico al 31.12.2020 porta la data del 31.03.2022, quando erano noti i dati relativi sia alle cancellazioni degli avvocati che al regresso degli aspiranti avvocati.

Nel 2022 a fronte di 8.257 nuovi avvocati iscritti, ben 8.698 si sono cancellati dall’Albo, quindi con un saldo negativo di 441 iscritti.

Il Sole 24Ore dell’11 marzo 2024 ha dato notizia che “a fronte degli oltre 22.000 candidati registrati fino al 2020, i partecipanti del 2021 sono stati meno di 18.000 e quelli del 2022, 14.395. Ancora peggio nella sessione 2023, per cui sono state presentate solo 10.922 domande”.

Di tutti questi dati, negativi, si dovrà tener conto nella redazione del Bilancio tecnico al 31.12.2023.

L’afflusso dimezzato di nuovi iscritti, che oggi si registra, andrà ad incidere sull’equità intergenerazionale ma metterà anche in crisi gli equilibri finanziari della gestione previdenziale, a fronte dell’enorme debito latente accumulato del quale non si parla mai, ma che esiste ed è pari, a spanne, a tre volte l’ammontare della patrimonializzazione.

Il prof. Alessandro Trudda, nell’opera sopra citata, alla pag. 126, affronta un ulteriore elemento di rischio per le Casse di previdenza dei professionisti “dato dall’incognita demografica relativa ai nuovi ingressi indicato come rischio di estinzione”.

Il prof. Trudda si riferisce “alla possibilità che nel breve periodo le evoluzioni del mercato o gli interventi normativi nel campo delle professioni producano una più o meno improvvisa riduzione delle iscrizioni all’Albo in un dato comparto professionale provocando un interruzione di iscrizione alla competente Cassa di previdenza”.

Dopo aver spiegato con formule matematiche il fenomeno, il prof. Trudda conclude affermando come sia “nostra opinione che tale tipologia di rischio coinvolga la generalità delle Casse di previdenza e pertanto debba essere affrontato non caso per caso ma a livello di impianto generale, creando forme collettive di garanzia finanziate da tutti gli appartenenti al sistema in un’ottica di solidarietà intercategoriale (un esempio di fonte di finanziamento potrebbe essere individuata nei risparmi d’imposta ottenibili dall’eliminazione della doppia tassazione sulle entrate contributive)”.