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ATTI PRELIMINARI AL DIBATTIMENTO

Note introduttive

Le norme che precedono iniziano il settimo libro del codice di rito, dedicato al giudizio ordinario.

È questa la fase che esprime più che altrove la natura prevalentemente accusatoria del nostro rito processuale ed in cui si realizza compiutamente l’idea del giusto processo costituzionalizzato dall’art. 111 ma ancor prima disegnato dall’art. 6 CEDU.

Il dibattimento è dunque il “luogo” in cui, quantomeno simbolicamente, si manifesta e interagisce con la massima intensità la triade essenziale del giudizio: l’accusa pubblica, la difesa privata e il giudice.

Gli artt. 465/469 disciplinano in particolare gli atti preliminari al dibattimento.

Rientra in questo novero le facoltà, affidate al presidente del collegio competente al giudizio e necessariamente connessa a giustificati motivi, di anticipare o differire l’udienza (art. 465) e di disporre a richiesta di parte l’assunzione delle prove non rinviabili negli stessi casi previsti dall’art. 392 in tema di incidente probatorio.

Le parti e i loro difensori hanno nel frattempo la facoltà di consultare il fascicolo del dibattimento e estrarre copia degli atti che vi sono contenuti, così come di visionare le cose sequestrate.

Le parti che intendano chiedere l’esame di testimoni, persone indicate nell’art. 210, periti e consulenti sono tenute, a pena di inammissibilità, a depositare presso la cancelleria del giudice, almeno sette giorni liberi prima della data fissata per la prima udienza dibattimentale, una lista nominativa di tutti costoro con l’indicazione delle circostanze sulle quali intendono condurre il loro esame. Nella medesima lista, devono essere indicati i verbali di prove di altri procedimenti dei quali la parte interessata intende chiedere l’acquisizione.

Spetta al presidente del collegio giudicante l’autorizzazione alla citazione delle persone inserite in lista, essendogli comunque riservato il potere di escludere già in questa fase preliminare le testimonianze vietate dalla legge e quelle manifestamente sovrabbondanti (art. 468).

L’art. 469 consente infine, se l’imputato e il PM non si oppongono, l’emissione di una sentenza inappellabile di proscioglimento per difetto di condizioni di procedibilità o proseguibilità dell’azione penale o per la già avvenuta estinzione del reato contestato.

Art. 465 - Atti del presidente del tribunale o della corte di assise

1. Il presidente del tribunale o della corte di assise, ricevuto il decreto che dispone il giudizio, può, con decreto, per giustificati motivi, anticipare l’udienza o differirla non più di una volta.

2. Il provvedimento è comunicato al pubblico ministero e notificato alle parti private, alla persona offesa e ai difensori; nel caso di anticipazione, fermi restando i termini previsti dall’articolo 429 commi 3 e 4, il provvedimento è comunicato e notificato almeno sette giorni prima della nuova udienza.

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Art. 466 - Facoltà dei difensori

1. Durante il termine per comparire, le parti e i loro difensori hanno facoltà di prendere visione, nel luogo dove si trovano, delle cose sequestrate, di esaminare in cancelleria gli atti e i documenti raccolti nel fascicolo per il dibattimento e di estrarne copia.

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Art. 467 - Atti urgenti

1. Nei casi previsti dall’articolo 392, il presidente del tribunale o della corte di assise dispone, a richiesta di parte, l’assunzione delle prove non rinviabili, osservando le forme previste per il dibattimento.

2. Del giorno, dell’ora e del luogo stabiliti per il compimento dell’atto è dato avviso almeno ventiquattro ore prima al pubblico ministero, alla persona offesa e ai difensori.

3. I verbali degli atti compiuti sono inseriti nel fascicolo per il dibattimento.

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Art. 468 - Citazione di testimoni, periti e consulenti tecnici

1. Le parti che intendono chiedere l’esame di testimoni, periti o consulenti tecnici nonché delle persone indicate nell’articolo 210 devono, a pena di inammissibilità, depositare in cancelleria, almeno sette giorni prima della data fissata per il dibattimento, la lista con l’indicazione delle circostanze su cui deve vertere l’esame.

2. Il presidente del tribunale o della Corte di assise, quando ne sia fatta richiesta, autorizza con decreto la citazione dei testimoni, periti o consulenti tecnici nonché delle persone indicate nell’articolo 210, escludendo le testimonianze vietate dalla legge e quelle manifestamente sovrabbondanti. Il presidente può stabilire che la citazione dei testimoni, periti o consulenti tecnici nonché delle persone indicate nell’articolo 210 sia effettuata per la data fissata per il dibattimento ovvero per altre successive udienze nelle quali ne sia previsto l’esame. In ogni caso, il provvedimento non pregiudica la decisione sull’ammissibilità della prova a norma dell’articolo 495.

3. I testimoni e i consulenti tecnici indicati nelle liste possono anche essere presentati direttamente al dibattimento.

4. In relazione alle circostanze indicate nelle liste, ciascuna parte può chiedere la citazione a prova contraria di testimoni, periti e consulenti tecnici non compresi nella propria lista, ovvero presentarli al dibattimento.

4-bis. La parte che intende chiedere l’acquisizione di verbali di prove di altro procedimento penale deve farne espressa richiesta unitamente al deposito delle liste. Se si tratta di verbali di dichiarazioni di persone delle quali la stessa o altra parte chiede la citazione, questa è autorizzata dal presidente solo dopo che in dibattimento il giudice ha ammesso l’esame a norma dell’articolo 495.

5. Il presidente in ogni caso dispone di ufficio la citazione del perito nominato nell’incidente probatorio a norma dell’articolo 392 comma 2.

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Art. 469 - Proscioglimento prima del dibattimento

1. Salvo quanto previsto dall’articolo 129 comma 2, se l’azione penale non doveva essere iniziata o non deve essere proseguita ovvero se il reato è estinto e se per accertarlo non è necessario procedere al dibattimento, il giudice, in camera di consiglio, sentiti il pubblico ministero e l’imputato e se questi non si oppongono, pronuncia sentenza inappellabile di non doversi procedere enunciandone la causa nel dispositivo.

1-bis. La sentenza di non doversi procedere è pronunciata anche quando l’imputato non è punibile ai sensi dell’articolo 131-bis del codice penale, previa audizione in camera di consiglio anche della persona offesa, se compare.

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