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CAPO VIII – RIMESSIONE DEL PROCESSO

Note introduttive

La rimessione del processo serve a realizzare lo stesso scopo, cioè l’attribuzione del giudizio penale a un giudice terzo e imparziale, cui adempiono l’incompatibilità, l’astensione e la ricusazione.

E tuttavia, mentre questi ultimi istituti sono tutti connessi a condizioni personali del giudice, la rimessione presuppone l’esistenza di situazioni particolari verificatesi a prescindere dal giudice e senza il concorso della sua volontà.

Deve trattarsi di situazioni variamente connotate. Occorre infatti che siano gravi, incidenti nello stesso ambito locale in cui si celebra il processo in relazione al quale si sono manifestate, idonee a turbarne lo svolgimento nel senso di annullare o diminuire la libera determinazione di chi partecipi al processo o pregiudicare la sicurezza o l’incolumità pubblica o creare motivi di legittimo sospetto e, infine, non eliminabili se non attraverso la rimessione.

L’istituto in esame ha natura eccezionale dal momento che comporta una deroga al principio del giudice naturale precostituito per legge.

Ciò spiega le speciali cautele procedurali adottate dal legislatore.

La richiesta di rimessione è infatti consentita non a tutte le parti ma solo al PM e all’imputato, cioè ai titolari dei due più importanti interessi processuali.

Se la richiesta proviene dall’imputato, è indispensabile che sia sottoscritta da lui stesso o da un suo procuratore speciale.

La decisione è affidata in via esclusiva alla Corte di Cassazione, in questo caso considerata non tanto per la sua funzione nomofilattica ma come organo di vertice dell’ordine giudiziario.

La proposizione della richiesta rende possibile, ma non dovuta, la sospensione immediata del processo e preclude in ogni caso la discussione delle parti e la decisione del giudizio.

La Suprema Corte decide con rito camerale e le è attribuita la facoltà di acquisire ogni opportuna informazione.

Se è disposta la rimessione, il giudice designato alla trattazione del giudizio è tenuto a rinnovare gli atti compiuti dal suo predecessore se le parti ne fanno richiesta e si tratta di atti ripetibili.

Al PM e all’imputato è sempre consentita la presentazione di una nuova richiesta che tenda alla revoca della rimessione già disposta o alla designazione di un diverso giudice o consista nella riproposizione della richiesta precedente, purché in questo caso fondata su elementi nuovi.

Art. 45 - Casi di rimessione

1. In ogni stato e grado del processo di merito, quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l’incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto, la Corte di cassazione, su richiesta motivata del procuratore generale presso la corte di appello o del pubblico ministero presso il giudice che procede o dell’imputato, rimette il processo ad altro giudice, designato a norma dell’articolo 11.

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Art. 46 - Richiesta di rimessione

1. La richiesta è depositata, con i documenti che vi si riferiscono, nella cancelleria del giudice ed è notificata entro sette giorni a cura del richiedente alle altre parti.

2. La richiesta dell’imputato è sottoscritta da lui personalmente o da un suo procuratore speciale.

3. Il giudice trasmette immediatamente alla corte di cassazione la richiesta con i documenti allegati e con eventuali osservazioni.

4. L’inosservanza delle forme e dei termini previsti dai commi 1 e 2 è causa d’inammissibilità della richiesta.

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Art. 47 - Effetti della richiesta

1. In seguito alla presentazione della richiesta di rimessione il giudice può disporre con ordinanza la sospensione del processo fino a che non sia intervenuta l’ordinanza che dichiara inammissibile o rigetta la richiesta. La Corte di cassazione può sempre disporre con ordinanza la sospensione del processo.

2. Il giudice deve comunque sospendere il processo prima dello svolgimento delle conclusioni e della discussione e non possono essere pronunciati il decreto che dispone il giudizio o la sentenza quando ha avuto notizia dalla Corte di cassazione che la richiesta di rimessione è stata assegnata alle sezioni unite ovvero a sezione diversa dall’apposita sezione di cui all’articolo 610, comma 1. Il giudice non dispone la sospensione quando la richiesta non è fondata su elementi nuovi rispetto a quelli di altra già rigettata o dichiarata inammissibile.

3. La sospensione del processo ha effetto fino a che non sia intervenuta l’ordinanza che rigetta o dichiara inammissibile la richiesta e non impedisce il compimento degli atti urgenti.

4. In caso di sospensione del processo si applica l’articolo 159 del codice penale e, se la richiesta è stata proposta dall’imputato, sono sospesi i termini di cui all’articolo 303, comma 1. La prescrizione e i termini di custodia cautelare riprendono il loro corso dal giorno in cui la Corte di cassazione rigetta o dichiara inammissibile la richiesta ovvero, in caso di suo accoglimento, dal giorno in cui il processo dinanzi al giudice designato perviene al medesimo stato in cui si trovava al momento della sospensione. Si osservano in quanto compatibili le disposizioni dell’articolo 304.

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Art. 48 - Decisione 

1. La Corte di cassazione decide in camera di consiglio a norma dell’articolo 127, dopo aver assunto, se necessario, le opportune informazioni.

2. Il Presidente della Corte di cassazione, se rileva una causa d’inammissibilità della richiesta, dispone che per essa si proceda a norma dell’articolo 610, comma 1.

3. L’avvenuta assegnazione della richiesta di rimessione alle sezioni unite o a sezione diversa dall’apposita sezione prevista dall’articolo 610, comma 1, è immediatamente comunicata al giudice che procede.

4. L’ordinanza che accoglie la richiesta è comunicata senza ritardo al giudice procedente e a quello designato. Il giudice procedente trasmette immediatamente gli atti del processo al giudice designato e dispone che l’ordinanza della Corte di cassazione sia per estratto comunicata al pubblico ministero e notificata alle parti private.

5. Fermo quanto disposto dall’articolo 190-bis, il giudice designato dalla Corte di cassazione procede alla rinnovazione degli atti compiuti anteriormente al provvedimento che ha accolto la richiesta di rimessione, quando ne è richiesto da una delle parti e non si tratta di atti di cui è divenuta impossibile la ripetizione. Nel processo davanti a tale giudice, le parti esercitano gli stessi diritti e facoltà che sarebbero loro spettati davanti al giudice originariamente competente.

6. Se la Corte rigetta o dichiara inammissibile la richiesta delle parti private queste con la stessa ordinanza possono essere condannate al pagamento a favore della cassa delle ammende di una somma da 1.000 euro a 5.000 euro, che può essere aumentata fino al doppio, tenuto conto della causa di inammissibilità della richiesta.

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Art. 49 - Nuova richiesta di rimessione

1. Anche quando la richiesta è stata accolta, il pubblico ministero o l’imputato può chiedere un nuovo provvedimento per la revoca di quello precedente o per la designazione di un altro giudice.

2. L’ordinanza che rigetta o dichiara inammissibile per manifesta infondatezza la richiesta di rimessione non impedisce che questa sia nuovamente proposta purché fondata su elementi nuovi.

3. È inammissibile per manifesta infondatezza anche la richiesta di rimessione non fondata su elementi nuovi rispetto a quelli già valutati in una ordinanza che ha rigettato o dichiarato inammissibile una richiesta proposta da altro imputato dello stesso procedimento o di un procedimento da esso separato.

4. La richiesta dichiarata inammissibile per motivi diversi dalla manifesta infondatezza può essere sempre riproposta.

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