x

x

I mercati finanziari e le pensioni obbligatorie dei professionisti

mercati finanziari
mercati finanziari

I mercati finanziari e le pensioni obbligatorie dei professionisti

Nei mercati finanziari si trasferisce denaro tra chi ne ha e vuole farlo rendere, invece che tenerlo nel materasso, e chi ne ha bisogno, vuoi per investire, vuoi per finanziare il suo debito.

Il mercato finanziario per le pensioni obbligatorie di primo pilastro è però una trappola e vi spiegherò il perché.

Dietro i mercati finanziari non vi è una regia occulta, come a volte si pensa, perché il denaro va dove rende di più, in sicurezza.

Come insegna la CONSOB “i mercati finanziari non sono più luoghi fisici ma piattaforme informatiche (sede di negoziazione) dove si incrociano le proposte di acquisto e di vendita di strumenti finanziari immessi nel sistema telematicamente”.

Per chi abusa di informazioni privilegiate o manipola il mercato, sono previste forti multe ma anche la confisca del prodotto dell’illecito e, nei casi più gravi, anche sanzioni penali.

Cosa muove i mercati finanziari?

Da cosa dipende la volatilità?

Dal rapporto tra domanda e offerta e dal sentiment del mercato che si basa sulla fiducia.

In sintesi a muovere i mercati sono fattori di natura economica e comportamentale.

Di natura economica sono i tassi di interesse, l’inflazione, la crescita economica.

I fattori comportamentali sono le emozioni che oscillano dalla paura all’euforia.

Poi ci sono le fake news che circolano sui mercati.

E lo spread è la forbice di differenza tra i rendimenti offerti dai titoli di Stato italiano a 10 anni (BTP) e i Bund tedeschi, considerati parametri di riferimento per le economie di tutti i Paesi europei.

Le Casse di previdenza, come abbiamo già chiarito nelle puntate precedenti, dispongono di un patrimonio oggi di circa 100 miliardi di euro, a copertura soltanto parziale del debito previdenziale.

Questo patrimonio viene immesso sui mercati finanziari per raggiungere il rendimento atteso nel bilancio tecnico ai fini della sostenibilità di lungo periodo.

I mercati finanziari sono caratterizzati però dalla volatilità.

Più alta è la volatilità, più alta è la possibilità di rendimento ma più alto è anche il rischio.

Ora poiché è circostanza di fatto pacifica che tra 15 – 20 anni le pensioni dei professionisti dipenderanno più dal rendimento del patrimonio accumulato che dalla contribuzione degli iscritti, accettare la volatilità dei mercati significa accettare la volatilità delle pensioni e questo contrasta con l’art. 38 della nostra Carta costituzionale.

Più che alla volatilità, comunque, negli investimenti si dovrebbe osservare il draw down cioè la distanza osservata tra il picco più alto e quello più basso di un determinato strumento in un intervallo di tempo osservato.

In questo quadro meriterebbe maggiore attenzione l’esame della cd economia non osservata.

La Corte dei Conti il 9 ottobre, in audizione al Parlamento sulla Nadef 2023, a pag. 50 scrive: “Particolarmente elevata continua ad essere, comunque, l’incidenza dell’economia sommersa nel settore terziario e, in particolare, nelle Altre attività di servizi, dove nel 2020 è stimata del 34 per cento, nel Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione, ove ammonterebbe al 22 per cento, e nelle Costruzioni, ove costituirebbe il 19,3 per cento, nonché nell’Agricoltura e nei Servizi professionali. Sempre con riferimento alla stima del sommerso economico, nel 2020 si è avuta una forte riduzione del lavoro irregolare, segnatamente tra le unità indipendenti (-22,9 per cento). Anche tale diminuzione, ovviamente, è stata fortemente influenzata dagli effetti socio-economici della pandemia. Quanto agli aspetti territoriali, l’incidenza dell’economia non osservata risulta particolarmente elevata nel Mezzogiorno (costituendo il 16,8 per cento del valore aggiunto in 96,4 la media del triennio 2018-2020” a fronte di 157,3 di economia sommersa). “In termini di impatto dell’economia non osservata sull’economia nazionale, particolarmente elevato risulta quello esercitato dalla Campania, stante il rilievo economico complessivo della regione. Pure rilevante è l’impatto sull’economia nazionale del sommerso economico che si registra nel Lazio, nell’Emilia-Romagna, nel Veneto e nella Lombardia sebbene in presenza di una minore relativa diffusione (propensione) del fenomeno”.

Il fenomeno significa minori introiti per le Casse di Previdenza e un certo aggio per gli iscritti che riescono ad evadere.