Perquisizione
Ero un ragazzino (50 anni orsono) che aveva appena superato l’esame di maturità. Per festeggiare decisi di regalarmi un viaggio in Grecia.
Lì giunto pensai di andare a dare una occhiata anche ad Istanbul, dove intesi parlare della Cappadocia. Visitata quella regione, tuttavia, mi resi conto che la strada per tornare via terra si era fatta forse un po’ troppo lunga e così proseguii verso Sud.
Dopo Gaziantep, mi diressi verso la frontiera su un carro trainato da un asino. La Siria (attraversato un territorio desertico in un’auto con musica ad altissimo volume per tenerci svegli) mi accolse con il suo fascino (purtroppo oggi distrutto da tristi vicende di guerra). Non mi rimaneva che continuare e così feci.
Oggi, che purtroppo ci siamo abituati a convivere con la guerra e quasi a considerarla un evento normale, rileggo queste lontane pagine del mio diario:
“La corriera per Beirut, lasciata la Siria, si addentra nel più prospero Libano, la “Terra dei Cedri”.
Non è certo un mezzo di lusso e all’interno è piena di persone e masserizie. Tra i passeggeri sono l’unico occidentale, ma gli altri mi sorridono timidi.
Una frenata improvvisa mi riporta alla realtà di un Paese nel quale le divisioni etnico religiose vanno assumendo un peso allarmante. Una autoblindo ha il cannoncino puntato sul nostro mezzo pubblico mentre soldati con divise cristiane salgono a bordo.
I metodi bruschi fanno subito chiarezza sulla loro scarsa simpatia per quegli arabi musulmani e la perquisizione inizia con ordini secchi. Arrivati a me, palesemente diverso tra gli altri, mi domandano di che Paese sia.
Il passaporto conferma la nazionalità italiana e sorrisi spuntano su quei volti fino allora severi. Non capiscono quando chiedo loro di essere perquisito come tutti, davvero non riescono a capire”.
A Beirut, nell’ostello della gioventù, fui invitato dal gestore a non frequentare e fare amicizia con i ragazzi musulmani perché non “affidabili”. Tuttavia, furono proprio loro ad aiutarmi quando ebbi bisogno.
Questo mi è successo varie volte nel corso degli anni, al punto che oggi trovo molto difficile schierarmi da una parte o dall’altra per motivi di affinità o differenza religiosa, cosa che, invece, a volte viene sollecitata.
Come siamo strani noi uomini, quando impareremo a vivere?