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Attualità - Anche in Italia l’avvocato razzo? Per ora Rocket Lawyer sbarca in Spagna e in Francia

Attualità - Anche in Italia l’avvocato razzo? Per ora Rocket Lawyer sbarca in Spagna e in Francia
Attualità - Anche in Italia l’avvocato razzo? Per ora Rocket Lawyer sbarca in Spagna e in Francia

Arriva dall’America il sito “Rocket Lawyer (www.rocketlawyer.com), che letteralmente si potrebbe tradurre come “L’avvocato che va veloce come un razzo” e sbanca subito i fori europei. Già nel nome è chiara la sua vocazione, pratica e ironica, che irride i tradizionali ed elefantiaci professionisti del diritto che, prima di dare un parere giuridico, emettono fattura, mentre lo stesso sito si accontenta di quaranta dollari a consulto e di venti dollari al mese per un abbonamento, sottoscritto per avere un responso più veloce e immediato.

Dopo Ross, dunque, l’automa di cui qualche tempo fa vi avevamo parlato [https://www.filodiritto.com/news/2017/attualita-arriva-anche-in-italia-ross-lavvocato-robot-che-costa-poco-e-lavora-come-cinque-umani.html], ecco un nuovo robot giuridico sotto forma di portale, capace di mettere insieme sette milioni di clienti, settantamila abbonamenti, quarantamila contratti al mese e di fatturare 200 milioni di dollari.

Ci sono voluti quasi dieci anni di lavoro e molto impegno. Tutto ha avuto origine in California, quando nel 2008 Charley Moore, un giovane laureato della Berkeley University, inizia a realizzare le prime versioni del software che debutta in questi mesi in Europa (in particolare è sbarcato in Spagna e da poco in Francia) e che presto, con ogni probabilità, arriverà anche in Italia.

Ma cos’è da un punto di vista tecnico Rocket Lawyer?

In sostanza, non è nient’altro che una piattaforma informatica basata su algoritmi che sono in grado di riconoscere le domande di carattere legale che gli utenti formulano più spesso, ed è capace poi di dare una risposta tecnico-giuridica alle stesse. Inoltre, se l’algoritmo non è in grado di rispondere al quesito, il sistema riconosce il limite e dirotta l’utente verso l’assistenza di uno o più legali operanti nella zona di residenza del cliente, che perfezioneranno la consulenza risolvendo le principali questioni giuridiche richieste e affrontate.

Tempi sempre più duri, dunque, per gli avvocati, anche se in Francia il progetto è stato accolto con favore. Frédéric Sicard, infatti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati parigini ha dichiarato: “Siamo ben favorevoli al fatto che tutti abbiano accesso al diritto, alle leggi di un Paese e alle modalità di applicazione”. Che poi però aggiunge: “Ma è evidente che una questione giuridica, per non dire una causa, non può essere risolta da un algoritmo”.

La questione, oltre che insidiosa per i professionisti, si inquadra in un più ampio problema, relativo alla diffidenza delle persone verso la giustizia tradizionale e i professionisti del diritto in generale. In effetti, quasi tutti prima di rivolgersi a un avvocato, provano a cercare una soluzione consultando i siti specializzati, i motori di ricerca (Google su tutti), oppure i portali internet specializzati,  Per questo soluzioni come quella di cui si discute, o come quella offerta dai tanti siti di consulenza online, trovano sempre più credito tra gli utenti.

Un progetto importante, dietro il quale ci sarebbe addirittura Google, cosa che dà un’evidente forza in più al sistema rendendolo credibile e appetibile per i bassi costi e l’efficacia del risultato.

Che tipo di sviluppo avrà in Italia? staremo a vedere.

Filodiritto cercherà di dare conto di questa come delle altre novità che si muovono sul fronte dei servizi legali.

Arriva dall’America il sito “Rocket Lawyer (www.rocketlawyer.com), che letteralmente si potrebbe tradurre come “L’avvocato che va veloce come un razzo” e sbanca subito i fori europei. Già nel nome è chiara la sua vocazione, pratica e ironica, che irride i tradizionali ed elefantiaci professionisti del diritto che, prima di dare un parere giuridico, emettono fattura, mentre lo stesso sito si accontenta di quaranta dollari a consulto e di venti dollari al mese per un abbonamento, sottoscritto per avere un responso più veloce e immediato.

Dopo Ross, dunque, l’automa di cui qualche tempo fa vi avevamo parlato [https://www.filodiritto.com/news/2017/attualita-arriva-anche-in-italia-ross-lavvocato-robot-che-costa-poco-e-lavora-come-cinque-umani.html], ecco un nuovo robot giuridico sotto forma di portale, capace di mettere insieme sette milioni di clienti, settantamila abbonamenti, quarantamila contratti al mese e di fatturare 200 milioni di dollari.

Ci sono voluti quasi dieci anni di lavoro e molto impegno. Tutto ha avuto origine in California, quando nel 2008 Charley Moore, un giovane laureato della Berkeley University, inizia a realizzare le prime versioni del software che debutta in questi mesi in Europa (in particolare è sbarcato in Spagna e da poco in Francia) e che presto, con ogni probabilità, arriverà anche in Italia.

Ma cos’è da un punto di vista tecnico Rocket Lawyer?

In sostanza, non è nient’altro che una piattaforma informatica basata su algoritmi che sono in grado di riconoscere le domande di carattere legale che gli utenti formulano più spesso, ed è capace poi di dare una risposta tecnico-giuridica alle stesse. Inoltre, se l’algoritmo non è in grado di rispondere al quesito, il sistema riconosce il limite e dirotta l’utente verso l’assistenza di uno o più legali operanti nella zona di residenza del cliente, che perfezioneranno la consulenza risolvendo le principali questioni giuridiche richieste e affrontate.

Tempi sempre più duri, dunque, per gli avvocati, anche se in Francia il progetto è stato accolto con favore. Frédéric Sicard, infatti, Presidente dell’Ordine degli Avvocati parigini ha dichiarato: “Siamo ben favorevoli al fatto che tutti abbiano accesso al diritto, alle leggi di un Paese e alle modalità di applicazione”. Che poi però aggiunge: “Ma è evidente che una questione giuridica, per non dire una causa, non può essere risolta da un algoritmo”.

La questione, oltre che insidiosa per i professionisti, si inquadra in un più ampio problema, relativo alla diffidenza delle persone verso la giustizia tradizionale e i professionisti del diritto in generale. In effetti, quasi tutti prima di rivolgersi a un avvocato, provano a cercare una soluzione consultando i siti specializzati, i motori di ricerca (Google su tutti), oppure i portali internet specializzati,  Per questo soluzioni come quella di cui si discute, o come quella offerta dai tanti siti di consulenza online, trovano sempre più credito tra gli utenti.

Un progetto importante, dietro il quale ci sarebbe addirittura Google, cosa che dà un’evidente forza in più al sistema rendendolo credibile e appetibile per i bassi costi e l’efficacia del risultato.

Che tipo di sviluppo avrà in Italia? staremo a vedere.

Filodiritto cercherà di dare conto di questa come delle altre novità che si muovono sul fronte dei servizi legali.