Attualità - Avvocati: proposte per il riconoscimento costituzionale della difesa in giudizio e le attività di accertamento
L’Organismo Congressuale Forense ha avanzato alcune proposte alle forze politiche nell’ambito di una campagna elettorale in cui la giustizia sembra la vera assente.
È accaduto lo scorso 17 febbraio a margine di una riunione che si è svolta a Roma presso il Cinema Adriano con un faccia a faccia tra i rappresentanti dell’OCF (il coordinatore Antonio Rosa, il segretario Giovanni Malinconico e il tesoriere Sandro Vaccaro) e i politici presenti (Franco Vazio, Pd, Maurizio Gasparri, FI, Daniele Piva, Movimento 5Stelle, Michele Sarno, Fratelli d’Italia, Antonio Marotta, Noi con l’Italia, Cesare Antetomaso, Potere al popolo). Si è parlato di una sorta di “contratto con l’avvocatura” che verrà sottoscritto tra i rappresentanti politici e gli operatori giuridici per verificare le vere esigenze di una professione che si confronta quotidianamente con i problemi reali.
Tra le proposte più rilevanti: riconoscere dignità costituzionale alla difesa in giudizio; sancire un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali in materia di politiche della giustizia, portare fuori dal complesso sistema giurisdizionale le attività di “accertamento” (quelle decisionali rimarrebbero di esclusiva competenza del Giudice) e affidarle agli avvocati.
Tra queste, ricordiamo i cosiddetti “procedimenti speciali” quali decreti ingiuntivi, convalide di sfratto per morosità, accertamento, indipendentemente dall’esistenza di ragioni di urgenza, dei fatti incerti con acquisizione di dichiarazioni testimoniali di terzi, di consulenze tecniche stragiudiziali e di esibizione stragiudiziale di documenti.
Il confronto è stato pacato e ha rivelato sia punti di convergenza che aspetti molto lontani e diversi tra i vari mondi entrati in contatto tra loro.
Generale approvazione ha trovato la proposta di inserimento nell’articolo 111 della Costituzione del ruolo della difesa tecnica. Altro coro unanime, stavolta di no, ha provocato, invece, l’ipotesi di introduzione del rito sommario generalizzato nelle controversie civili.
Grandi distanze invece, su altri punti come quello della prescrizione o dell’estinzione delle misure di prevenzione sulla falsariga di questo recentemente previsto con il nuovo Codice Antimafia.