Mattarella parla di dignità: dignità è anzitutto ripristinare lo stato di diritto
(Roma): Un discorso in cui per 18 (diciotto) volte il riconfermato Presidente della Repubblica Sergio Mattarella cita la parola “dignità”.
Affinché queste non restino belle dichiarazioni di intenti parlando di donne - che così biecamente sono state strumentalizzate anche durante la tornata elettorale per l’elezione presidenziale - o di migranti, è fondamentale anzitutto ripristinare lo stato di diritto, facendo cessare, come primo impegno del Suo nuovo mandato, lo stato di eccezione.
Non vi può essere infatti nessun tipo di dignità in uno Stato che continua a gestire il Paese giustificando con il vessillo dell’emergenza delle scelte che violano senza giustificazione né giuridica né scientifica molteplici libertà costituzionali.
L’analisi impietosa del Wall Street Journal che per voce di Steve Hanke commenta “the Fascist are back” dovrebbe far riflettere, e molto. Perché gli americani (che conosco molto bene avendo metà della famiglia americana) hanno molti difetti, ma sanno riconoscere il fascismo da lontano.
La rielezione di Mattarella rappresenta, come abbiamo già avuto modo di dire, il fallimento dell’intero sistema politico, in quanto conferma la fondamentale impotenza e futilità dei partiti politici italiani e, più in generale, del parlamento.
Paradossalmente, quelli che fino a ieri sarebbero stati definiti progressisti sono oggi così terrorizzati dal cambiamento da essere effettivamente diventati il blocco più conservatore della società italiana e i più grandi sostenitori di qualsiasi cosa e chiunque sostenga lo status quo. E la rielezione di Mattarella come Presidente della Repubblica rappresenta appunto il miglior risultato possibile per l’establishment italiano ed euro-atlantico, se non per lo stesso Draghi, il cui governo resterà in carica fino alle prossime elezioni, con un convinto difensore dello status quo nel ruolo di presidente.
Ma il riconfermato Presidente ha oggi la possibilità di smentire questa analisi da molti condivisa ridando, appunto, dignità ad un Paese e un popolo che merita di vivere in uno stato di diritto. Anche perché, un’eccezione che dura più di qualche giorno - il tempo di capacitarsi per i nuovi accadimenti imprevisti che la giustificano - non può più ritenersi tale, e quindi legittima i cugini d’oltreoceano a fare delle analisi che solo Mattarella, garante della Costituzione, può smentire.
E siamo certi che lo farà.