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Una nuova visione di ambiente

Ferrante descrive l’unità originaria tra uomo e natura in "L’Uomo custode della natura"
uomo e natura
uomo e natura

Con l’uscita del libro L’Uomo custode della natura[1], Ferrante De Benedictis descrive come vi sia una unità originaria tra uomo e natura; connubio, quest’ultimo, che implica, per il rovescio della medaglia, il dovere per l’umanità stessa di puntare imprescindibilmente sull’educazione.

Filodiritto ospita, nella rubrica Mondovisione a cura di Angelo Lucarella, l’intervento dell’esperto e autore del saggio sulla questione ambientale.

 

Il tema ambientale insieme a quello energetico è certamente argomento di primaria importanza ed assoluta urgenza rappresentando, allo stesso tempo, uno dei terreni di maggiore scontro. Il perché è certamente da ricercarsi in una progressiva ideologizzazione che se da un lato ha acuito le divergenze, dall’altro ha reso inefficaci (se non controproducenti) le azioni intraprese. L’ambiente invece ha il dovere di unire.

Questo non significa affrontare la questione ambientale in maniera monolitica.

I punti di vista e le sensibilità diverse devono rimanere e diventare punto di forza, ma che nessuno pensi di accaparrarsene la paternità al solo fine di lotta e di propaganda politica; in estrema sintesi potremmo affermare che la questione ambientale è fin troppo seria perché la si butti in uno “scontro tra fazioni”.

Cerchiamo di analizzare cosa non ha funzionato e perché.

Oggi la natura, in apparenza divinizzata, finisce per essere considerata come una cosa, un oggetto e non una comunità a cui appartenere dimenticando che l’ambiente non si salva senza salvare l’uomo, il suo territorio e la sua comunità storica e culturale.

Una seria battaglia ambientalista, meglio sarebbe dire naturalista, ha l’obbligo di riconsiderare la centralità dell’uomo, uomo come custode e allo stesso tempo parte integrante della grande comunità chiamata Terra.

Un tema centrale nella salvaguardia dell’ambiente è rappresentato dalla riscoperta delle comunità locali, da sempre preziosissimi luoghi di formazione delle future generazioni. È nella comunità che si forma il concetto di etica ed è solo allargando questo concetto di etica alla terra, agli animali e all’ambiente che la natura non verrà vista più come un oggetto, un grosso serbatoio dal quale attingere risorse, ma come una comunità da amare e da rispettare.

Il tema ambientale non è stato certo immune dai veleni del pensiero unico con un ambientalismo mainstream infarcito di demagogia e contraddizioni, in primis appunto quello di pensare di salvare l’ambiente a prescindere dalla salvaguardia del suo territorio e della sua comunità umana, storica e culturale.

Abbiamo accennato all’energia, tema quest’ultimo troppo spesso sottovalutato, ma di grandissimo impatto; infatti è solo attraverso una corretta gestione energetica che si potrà coniugare crescita e natura, progresso e sostenibilità.

Occorre a tal proposito ricordare che il tema della sostenibilità è ben più ampio del solo perimetro ecologico; la potremmo in estrema sintesi definire con l’offrire alle future generazioni le medesime opportunità di quelle attuali ossia medesime opportunità di crescita economica, sociale e valoriale a cui si aggiunge il godere della stessa natura e della sua straordinaria bellezza.

Per garantire una crescita sostenibile occorrerà, dunque, affrontare seriamente la questione energetica dalle cui scelte dipenderà la direzione di sviluppo sostenibile e di tutela ambientale che si intenderà intraprendere.  

 

[1]  http://www.giubileiregnani.com/libri/luomo-custode-della-natura/