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È nato Zaf, il primo quotidiano apota al mondo, si legge in due minuti

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È nato Zaf, il primo quotidiano apota al mondo, si legge in due minuti

Cari amici di Zafferano.news, nel momento in cui abbiamo raggiunto i 17.000 abbonati, vi scrivo per festeggiare con voi questo incredibile risultato e farvi una sorpresa. In calce troverete il primo numero di ZAF.

Cos’è ZAF? E’ la costola più innovativa, spero più pregiata di  Zafferano.news, che uscirà sui principali social lunedì 3 ottobre alle 18,00 con la data del giorno dopo, scopiazzando così Le Monde. Nel numero del sabato successivo troverete tutti i numeri di ZAF della settimana appena trascorsa.

Sottolineo che ZAF è il primo quotidiano al mondo totalmente gratuito, esente da pubblicità, ha cinque articoli, si legge in due minuti. Lo troverete, per ora, su Twitter, su Facebook, su Instagram. Nasce senza  lettori perché punta, in specie, su giovanissimi che non hanno mai comprato e mai letto un quotidiano cartaceo o digitale, e non hanno nessuna intenzione di farlo.

Chiunque, se lo desidera, può candidarsi a pubblicare su ZAF un suo articolo-tweet, solo dopo un non banale processo editoriale con la nostra Direzione. Iniziamo con l’amico Gianclaudio Torlizzi, grande esperto di commodity, che ci hca autorizzato a pubblicare i suoi tweet, accettando le nostre regole, che poi erano anche le sue. Altri seguiranno.

ZAF assembla solo tweet già usciti su Twitter, quindi certificati.

Gli ultimi due articoli del set di cinque saranno sempre caratterizzati da una leggerezza di temi e di linguaggio più accentuata.

Un suggerimento pratico per chi vuole sfidarsi nella concretezza giornalistica: fare un articolo in 280 battute è molto più complesso, almeno per me, che farne uno da 4000, soprattutto richiede molto più lavoro. Da tempo mi sto allenando, ma non sempre la ciambella esce col buco. Il giornalista che scrive per un normale quotidiano è simile a un pittore, aggiunge materiale su un foglio. Su ZAF ciò non vale, deve essere piuttosto uno scultore, che toglie parole a scenari, affreschi, murales, fino a farli diventare, se possibile, miniature medioevali. Ognuno può mettere a punto una sua tecnica ma il vincolo delle 280 battute è insuperabile.

Sottolineo come la mia analisi di marketing l’abbia condotta su un gruppo di ragazzi di Gen Z (tra cui le mie due nipotine, 16-18). Tutti hanno molto apprezzato la scelta di un mio tweet-metafora (“Ai pesci togliete sempre le branchie, sono filtri, hanno impurità”) che sintetizza la nostra linea editoriale in poche battute. Avere una linea editoriale descritta con 70 battute, sotto forma di metafora, è di certo innovativo.

ZAF è concepito per il lettore che voglia acquisire informazioni di spessore, soprattutto voglia capire come va il mondo, e dove potrebbe andare. Papà mi lasciò una locuzione che mi ha accompagnato per tutta la vita: “Capire è difficile”. Ad essa mi sono sempre attenuto nella mia attività di editore, scrittore, giornalista. Così nella declinazione di ZAF.

Temo che molti di noi non abbiano ancora chiaro ciò che sta succedendo sopra, sotto, dietro, davanti, soprattutto dentro di noi. Molte parole stanno cambiando, non solo significato, ma segno. Molte certezze vengono spazzate via da esondazioni successive. Raccontare tutto questo usando parole intime, senza farsi prendere dall’ansia del momento, è la nostra sfida. Il passato ci interessa come teca, il presente come obbligo di vita, ma è il futuro la dimensione di vita culturale alla quale puntiamo. Essendo così diverso dall’attuale, ci dobbiamo arrivare attrezzati. ZAF è un tentativo in tal senso.

ZAF è in me da tanto tempo, era un feto che si stava trasformando lentamente in un bambolotto di pezza, poi di recente, inatteso, un giorno qualsiasi si è palesato in tutta la sua interezza e potenza umana.

È stato un colpo improvviso di karate intellettuale, una scudisciata culturale: mi ha spiazzato. Ho chiamato Franco (Lima), gli ho riversato i miei dubbi, i miei sogni, i miei sentimenti, lui ha concepito e realizzato un logo incredibile, ZAF, su sfondo giallo. Più lo guardo, più non posso staccare gli occhi da lui: ha qualcosa di magico, di soprannaturale. I futuri giornali quotidiani della Gen Z saranno così? Avranno questa pulizia grafica, che costringerebbe a chi scrive una altrettanta pulizia di linguaggio, di contenuti, di garbo? Perché il giornalismo di ZAF è garbato, non fa sconti ma aborre le polemiche, è totalmente disinteressato al confronto politico fine a se stesso, è concentrato solo sulla execution. I mondi “cancel”, “woke” e similari non avranno futuro con noi, perché li consideravamo finti già alla nascita, per questo destinati a non sopravvivere nel lungo.

Questo Progetto è nato con una consapevolezza: quando non puoi competere con un tuo avversario (nel mio caso il CEO capitalism) molto più forte, spregiudicato e strutturato di te, sfrutta la “sua” potenza, la sua struttura, i suoi investimenti d’ogni tipo, e cerca di usarli a tuo vantaggio. Questa era l’idea di contro intuizione in purezza ma, come al solito, il problema era l’execution. ZAF è un prodotto, non voluto, del CEO capitalim che si rigenera nel momento stesso in cui viene usato per scopi nobili.

Ce la farà a sopravvivere all’impronta carbonica di questo periodo che ci avvolge, ammorbandoci di nulla? Ne sono certo, ZAF possiede un lievito madre antico, legato alla terra, al lavoro, la sua forza è la sua semplicità.

Questa iniziativa è concepita in modo che durante l’intero processo non circoli mai neppure un euro, né come investimento, né come gestione, né direttamente, né indirettamente, quindi Agenzia delle Entrate e Magistratura non le avremo mai fra noi.

Sogno una lunga convivenza di ZAF con i quotidiani cartacei e digitali attuali, che avranno ancora una lunga vita, si modificheranno, si semplificheranno. Nessun passaggio di testimone, ma osmosi di culture e di linguaggi. C’è tantissimo da lavorare per noi editori, per noi giornalisti e per noi lettori. L’editore di domani sarà un lettore insoddisfatto dell’oggi.

L’editor è Alessandro, frequenta l’Università (Beni culturali), è un poeta, e ha vent’anni.

Vi abbraccio con molto affetto, Riccardo.