Il coaching conquista gli studi legali
Il coaching conquista gli studi legali
Sempre di più dopo la pandemia si parla di benessere negli studi professionali e in quelli legali particolarmente. Il concetto di well-being abbraccia aree diverse di intervento, dal benessere emotivo, alla gestione dello stress, al work-life balance. Fatto sta che se la professione legale fino ad oggi è stata vista come un’attività centrata sulla conoscenza del diritto, oggi altre competenze hanno conquistato i legali: queste sono le soft skills.
Essere un buon avvocato vuol dire conoscere e saper applicare il diritto, ma anche saper comunicare, negoziare, parlare in pubblico, gestire lo stress e programmare attività e obiettivi. Più volte ho affrontato questo tema in altri scritti, anche in questa rubrica, e da oltre 25 anni porto le soft skills negli studi professionali per integrare, consolidare e arricchire il bagaglio culturale dell’avvocato.
Oggi a questi temi manageriali tipici della formazione si aggiunge una nuova competenza e nuovi strumenti con il coaching.
COACHING: QUESTIONE DI MINDSET
I nostri antenati parlavano di forma mentis, oggi si parla di mindset. Cambia la terminologia, ma la sostanza resta la stessa: questione di mentalità. Parliamo di approccio alla realtà, di punti prospettici da cui guardiamo le cose, di abitudini, di convinzioni e pregiudizi. Compongono il mindset di una persona la cultura di cui si è nutrita, le esperienze vissute, gli studi effettuati. Da questo mix nasce il modo in cui costruiamo la realtà soggettiva, gli obiettivi che ci poniamo, come reagiamo agli eventi.
Il coaching è una disciplina antica, se consideriamo che già Socrate quattrocento anni prima di Cristo, usava l’arte della maieutica, l’arte di far partorire le menti.
Se consideriamo il coaching moderno, invece, dobbiamo tornare agli anni ‘70-80, quando due sportivi, Timothy Gallwey e John Whitmore, inglese e americano rispettivamente, codificarono al mondo questa disciplina. Del primo è famosa la c.d. “Formula delle performance” (P=p-i), del secondo il modello di coaching GROW.
Sono molteplici le scuole di Coaching (la MYP Coaching Academy di MYPlace Communications è la mia scuola di coaching specializzata sul target dei professionisti dell’area giuridico-economica, quindi avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, notai) dove si formano i coach professionisti e coloro che vogliono conoscere questa disciplina per arricchire le proprie competenze e lavorare sulla propria mentalità in vista di un futuro professionale tutto da costruire.
COACHING E STUDI PROFESSIONALI
Il coaching è uno strumento fantastico per un professionista, come per lo studio professionale. Il coach lavora con chi ha obiettivi da raggiungere o problemi da risolvere e necessita di un affiancamento per poter fare chiarezza, aumentare la propria consapevolezza e definire strategie.
Il coaching è ben diverso dalla consulenza, dalla formazione e dalla psicologia e psicoterapia. Innanzitutto, il coaching non ha una funzione curativa di disturbi o disagi, come invece fa la psicologia e psicoterapia; il coaching lavora sul presente per costruire il futuro e permettere al coachee di “tirare fuori” le proprie potenzialità, talenti, capacità. Il coach fa le domande giuste, mentre il consulente dà le risposte giuste. Il coach affianca e non si sostituisce al cliente, a differenza del consulente. Infine, il coaching non è formazione, non trasmette know how, ma crea le condizioni di chiarezza per agire.
Per uno studio legale, il coaching oggi può rappresentare una grande chance di cambiamento e di change management. Nella mia attività di coach (mi aiuta molto anche il fatto di essere stato un giurista, provenire da una famiglia di avvocati e conoscere perfettamente il mondo forense) mi è capitato di affiancare in questi 25 anni professionisti e studi professionali di ogni tipo: dagli studi unipersonali agli studi internazionali, dagli studi boutique agli studi associati. Passaggi generazionali, spin-off di grandi studi, aggregazioni, reti professionali, riorganizzazioni, fusioni, change management, branding, retreat, processi di innovazione e nuova leadership e molti altri possono essere gli ambiti di intervento di un coach presso gli studi. Anche il marketing e il business development posso rientrare nelle competenze del coaching, soprattutto nella fase di chiarificazione degli obiettivi, identificazione delle risorse necessarie, di definizione del piano di azione e della vision.
Quest’ultimo periodo dopo la pandemia rappresenta per gli studi professionali e per il mercato legale una grande opportunità di rinnovamento e di innovazione. L’evoluzione tecnologica, i cambiamenti culturali, le nuove dinamiche di mercato, le esigenze di sostenibilità e le nuove generazioni di professionisti stanno creando le condizioni per la transizione culturale necessaria ad affrontare il futuro con consapevolezza e il coach è decisamente la figura che può aiutare a fare tutto ciò con metodo ed efficacia.
Finalmente il coaching da oggi in poi non sarà più appannaggio solo degli studi legali d’affari, le Law Firm, ma di tutti gli studi e dei professionisti che vogliono rinnovare sé stessi, la professione e dare nuove opportunità al proprio futuro professionale.