Il confine irlandese e i nuovi accordi del Windsor Framework
Il confine irlandese e i nuovi accordi del Windsor Framework
1.Il confine interno all’Irlanda
2.L'assenza di un confine e i timori dell’Europa
3.Il nuovo accordo tra Regno e UE – the Windsor Framework
4.Conclusioni
1.Il confine interno all’Irlanda
L’assenza di un confine terrestre tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord è stato un punto d’arrivo costato tante vite agli abitanti dell’isola e sancito nel Good Friday Agreement del 1998. Infatti, l’assenza di un confine interno è stata una delle condizioni fondanti per costruire una pace duratura nell’isola di smeraldo.
Il popolo irlandese si sente un unico popolo nonostante le differenze culturali, religiose. Questo sentimento lo ritroviamo espresso nell’articolo 3, comma 1, della Costituzione irlandese, che recita:
“It is the firm will of the Irish Nation, in harmony and friendship, to unite all the people who share the territory of the island of Ireland, in all the diversity of their identities and traditions, recognising that a united Ireland shall be brought about only by peaceful means with the consent of a majority of the people, democratically expressed, in both jurisdictions in the island.”
Dopo Brexit si è posto con urgenza il problema del confine interno all’isola irlandese tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord, dal momento che il Regno Unito, uscendo dall’unione doganale e dal mercato unico, è diventato a tutti gli effetti un paese terzo rispetto all’Unione Europea.
2.L'assenza di un confine e i timori dell’Europa
Il timore dell’Europa nel non avere un confine interno tra Irlanda del Nord (parte del Regno Unito e quindi non più parte dell’Unione Europea) e la Repubblica dell’Irlanda è che si possa di fatto creare un’“entrata di servizio” per prodotti che diversamente non sarebbero potuti passare dalla porta principale dei controlli europei.
I controlli sono relativi alle regole doganali e ai requisiti sotto il profilo sanitario e inevitabilmente rallentano la logistica e aumentano i costi per le imprese.
3.Il nuovo accordo tra Regno e UE – the Windsor Framework
Nel Windsor Framework, concordato il 27 febbraio scorso dal premier inglese Rishi Sunak e dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, si delineano due differenti itinerari.
L’itinerario seguito dai beni provenienti dal Regno Unito e destinati all’Unione Europea resta il medesimo, con l’applicazione dei controlli doganali e sanitari già previsti. Diversamente, i beni che provengono dal Regno Unito ma sono destinati a rimanere nell’Irlanda del Nord o in ogni caso non sono destinati all’Unione Europea, saranno soggetti a procedure semplificate e iter più rapidi.
Ci sono ovviamente i detrattori di questo accordo – principalmente i sostenitori della Brexit nell’ambito del partito conservatore inglese e il partito unionista democratico (Dup) nordirlandese - che puntano il dito sul fatto che l’Europa conserva ancora molto potere in particolare attraverso il ruolo della Corte di Giustizia europea che mantiene l’ultima parola sulle regole del mercato unico. Fortunatamente però ha prevalso il buon senso nel non voler rischiare di peggiorare i rapporti già difficili tra Regno Unito e Unione Europea.
L’accordo raggiunto con il Windsor Framework dovrà ora essere approvato dal Consiglio europeo e dal parlamento inglese.
4.Conclusioni
I governi dei singoli Stati e l’Unione Europea non devono dimenticare che l’Irlanda non è solo un territorio dove giocare la partita della politica e dell’economia internazionale. Il popolo d’Irlanda è parte, e come dice la Costituzione, di un’unica Nazione che un giorno potrebbe riunificarsi. Questo traguardo sarà raggiunto solo se e quando questa dovesse essere la volontà del popolo, espressa in modo democratico e, soprattutto, pacifico.