11 settembre 2001: una poesia di Alda Merini
Sembra incredibile ma sono già passati vent’anni da quell’ 11 settembre 2001, la data che ha cambiato tutto, il giorno che ha ribaltato la storia e modificato i destini di tutti noi.
Ci sono momenti che non dimenticheremo mai nelle nostre vite, e quella data di settembre del 2001, quel 11 settembre rappresenta proprio uno di questi momenti.
Da quel giorno tutto è cambiato, ha detto qualcuno, tranne l'Afghanistan, dove tutto è rimasto lo stesso.
E allora si pensa che l' 11 settembre non sia servito a niente, che quei 3.000 morti e gli oltre 6.000 feriti non siano stati utili a nessuno, se non alla terra che li ha accolti di nuovo.
Molti parlano di complotti, di verità non dette, di un 11 settembre che sarebbe frutto di attentati americani, per giustificare guerre, azioni, morti. Noi la verità, forse, non la sapremo mai, ma quello che già sappiamo è che quel giorno è stato per tutti quanti il momento più terribile degli ultimi vent'anni.
Per ricordare quell'orribile giorno, abbiamo scelto i versi di una nostra grande poetessa italiana, di Alda Merini, nata a Milano nel 1931 e scomparsa nella stessa città nel 2009,v anche come monito, affinché non si ripeta mai più un nuovo 11 settembre.
11 settembre 2001: una poesia di Alda Merini
11 settembre 2001
di Alda Merini
O New York notturna del nostro amore
così decapitata, ogni tua luce
è stata il vagito della nostra poesia.
Tu non puoi morire quando sogni
poiché noi italiani ti abbiamo
cullato tra le nostre braccia.
Penso che l’amore sia una grande torre
una torre addormentata nel cuore della notte.
Ma questi giganti che ormai non parlano più
hanno sepolto sotto le loro macerie
anche i nostri sospiri d’amore,
“quando la sera si stendeva sopra un tavolo
come un paziente in preda alla narcosi”.