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La selezione dei Giurati

Runaway Jury
La selezione dei Giurati
La selezione dei Giurati

Il funzionamento del sistema processuale criminale inglese è più complesso, e spesso diverso, da quello che potremmo immaginarci.

Esiste una differenza a volte significativa tra quello vediamo al cinema, e la realtà.

Film come “La giuria” (Runaway Jury, un film del 2003 diretto da Gary Fleder, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di John Grisham), potrebbero essere non compresi a fondo da un giurista di civil law, e portare a formulare conclusioni sbagliate.

Quasi sommarie.

Nel film in questione, per esempio, vengono osservati la selezione della giuria, il tentativo di controllo da parte di soggetti interni ed esterni, e gli esiti che potrebbe portare.

Un uomo sfrutta le maglie del sistema per inserirsi come giurato in un processo contro una multinazionale che produce armi da fuoco, e cerca di dirigere la giuria a votare per una condanna (conviction).

Parallelamente, profilers senza scrupoli tentano di pilotare la giuria in senso inverso, selezionandoli tra i più favorevoli e ricattandoli per portarli ad un’assoluzione (absolute discharge).

Per chi guarda, è facile il giudizio negativo sull’istituto sella giuria. Sono facili anche i commenti sulla selezionabilità dei giurati che devono sedere nel box, sulla loro pilotabilità (in quanto non esperti di diritto), e sulla loro ricattabilità.  

Nell’effettività quotidiana di una Corte (e in Inghilterra perlomeno), la fantasia della storia si adatterebbe malvolentieri alla realtà del box dei giurati.

In primo luogo, perché il modo di selezione dei giurati è sottoposto ad un doppio grado di casualità.

In secondo luogo, perché non è più possibile, almeno in Inghilterra, scartare con facilità e senza motivazione un membro della giuria.

In terzo luogo, perché la giuria non decide sul diritto, ma sui fatti.

E, in quarto luogo, perché anche il singolo giudice togato torna a casa la sera, ed è ricattabile come chiunque altro.

Occorre, però, comprendere in concreto come funziona la selezione della giuria, per riflettere compiutamente su quanto appena affermato.

Se l’accusato si dichiara non colpevole, siamo di fronte ad un reato indictable o triable either way e, in questo ultimo caso, l’accusato sceglie di essere giudicato da una Giuria, “a jury must be empanelled”: occorre selezionare una giuria.

E’ possibile che sia parte della giuria qualsiasi soggetto di età compresa tra i 18 e i settanta anni, se è registrato come elettore per il parlamento o per il governo locale, sempre che abbia risieduto stabilmente in UK per qualsiasi periodo di almeno 5 anni da quando aveva 13 anni.

Non tutti sono eligibili. Non lo è, per esempio, chi soffre di un disordine mentale certificato, chi è stato rilasciato “on bail” (su cauzione), chi è stato condannato all’ergastolo, chi è sotto custodia per motivi di pubblica sicurezza, chi è stato condannato a cinque anni o più di detenzione. Inoltre, non possono essere parte di una giuria per dieci anni coloro che sono stati imprigionati o sono stati soggetti a qualcosa di simile alle nostre pene alternative alla detenzione.

Il responsabile per il summoning (la citazione) dei giurati è il Lord Chancellor.

I giurati ricevono una busta chiusa, in cui viene indicato loro che sono obbligati a presentarsi, dove, il periodo per il quale saranno chiamati ed il fatto che possono, in casi specifici, astenersi.

Normalmente, il processo non dura più di due settimane continuative.

I nomi sono scelti casualmente dalle liste elettorali.

Chi viene scelto deve comunicare le cause di incompatibilità.

Viene, a quel punto, redatta una lista dei giurati, chiamata “panel”.

Il panel è accessibile sia dall’accusa che dalla difesa.

Entrambe le parti, quindi, potranno effettuare ricerche sui giurati, anche se molto raramente la difesa avrà i mezzi finanziari per farlo.

A quel punto, in un giorno ed in un’ora stabilita, i possibili giurati, in numero largamente superiore a dodici, si troveranno per essere selezionati.

Il procedimento di selezione viene chiamato “empanelling a jury” o “swearing - in of the jury”.

Dodici persone scelte random tra quelle chiamate come giurati, subito dopo il not guilty plea (la dichiarazione di non colpevolezza), vengono fatte accomodare nel “box”, e l’imputato (the defendant), viene informato del fatto che ha il diritto di “challenge jurors”: opporsi alla presenza di un giurato nel box.

Risulta molto complesso, quindi, sia controllare chi viene chiamato come giurato (in quanto sarebbe necessario corrompere il Lord Chancelor per farlo), sia controllare chi saranno i dodici che entreranno effettivamente nel box, in quanto questa seconda parte prevede nuovamente una casualità nella scelta, che avviene a processo già iniziato, dopo la dichiarazione di innocenza dell’imputato.

Nel nostro film, quindi, il protagonista avrebbe già dovuto superare una doppia difficoltà: finire sul panel dei giurati e, successivamente, nel box.

Esaminiamo, ora, come si svolge la selezione effettiva dei giurati.

I dodici scelti casualmente per entrare nel box vengono chiamati uno per uno e, in piedi, giurano con la mano destra sul libro più vicino alle loro credenze religiose.

Solo dopo avere giurato, sarà possibile per il defendant (l’imputato) obiettare in merito alla permanenza di un giurato nel box.

Le cause per sollevare una simile eccezione, però, sono limitate.

Per centinaia di anni, l’imputato ha avuto il diritto di escludere un certo numero di giurati senza fornire alcuna motivazione.

Dal 1988, questo diritto non è più previsto: occorre una motivazione (viene fatto salvo, ma solo per l’accusa, il diritto di mettere da parte un giurato nel box per farlo sostituire da un giurato in attesa. Questo diritto è detto di “stand by”).

La motivazione può attenere o ad una causa di ineligibilità, o ad una vicinanza con la vittima (quale quella derivante da essere un suo impiegato o parente), o dall’avere espresso la propria opinione sull’esito auspicato del caso, o dall’avere mostrato ostilità per l’accusato.

Se una delle parti intende eliminare un giurato, immediatamente dopo il suo giuramento dovrà dire, ad alta voce, “challenge”.

Ma questo non sarà sufficiente.

Dovrà fornire, infatti, quelle che vengono chiamate “prima facie evidences”, ovvero prove sommarie della fondatezza della propria eccezione.

Solo se questo primo scoglio è superato, allora sarà possibile fare domande al giurato, per fornire ulteriori prove e ottenere, quindi, l’effettiva discharge (rimozione dall’incarico) del giurato non voluto.

Anche il Giudice togato ha la possibilità di discharge un giurato.

L’esempio più comune è quello del giurato che risulta, dalla semplice lettura del giuramento, non sufficientemente colto da comprendere le prove documentali.  

La selezione della giuria che si vede nel film “Runaway Gury”, quindi, in Inghilterra non sarebbe possibile.

Statisticamente, pertanto, i giurati resteranno al loro posto, salvo non vi siano prove evidenti di ragioni di inelegibilità o pregiudizio.

Proseguendo, poi, nell’analisi delle difficoltà evidenziate, la giuria verrà informata che non è suo compito decidere su altro che sui fatti, e verrà diretta dal Giudice togato in tal senso.

Anche la capacità della giuria di decidere sui fatti viene protetta dall’ordinamento inglese in ogni modo possibile.

La legge vuole impedire in ogni modo che i giurati vengano influenzati, non solo tutelandoli da possibili violenze esterne, ma anche impedendo che possano essere influenzati dai loro amici, fidanzati o parenti, o che quello che accade quando si ritirano possa essere conosciuto da chiunque.

Una volta che un giurato viene confermato, quindi, il normale corso degli eventi sarà che parteciperà al processo, per un tempo generalmente non superiore a due settimane.

Sarà possibile separarsi dai suoi colleghi solo per mangiare e dormire.

Verrà avvistato del fatto che gli è impedito di discutere del caso con qualsiasi persona al di fuori di un membro della stessa giuria (Prime - 1973).

Non potrà parlare con le parti del processo, con i testimoni, con i procuratori o con chiunque sia a qualsiasi titolo coinvolto nel processo.

Se la regola del silenzio viene rotta, l’intera giuria potrebbe essere rimossa.

Per evitare che la giuria possa essere attaccata durante il processo, i giurati possono essere portati in un luogo sicuro per la durata del processo.

Per proteggere gli altri giurati e la loro imparzialità, un singolo giurato può essere rimosso dall’incarico durante il processo in caso di corruzione evidente.

Il Giudice togato ha anche la possibilità di rimuovere l’intera giuria: se non sono in grado di accordarsi sul verdetto, o se delle prove inammissibili e pregiudiziali gli sono state incolpevolmente fornite (ad esempio, se uno dei testimoni riferisce i precedenti penali dell’imputato al di fuori dei casi in cui la conoscenza dei precedenti penali - c.d. bad character - è ammessa) o se uno o più giurati si sono resi colpevoli di condotte disdicevoli.

La tutela dei giurati, quindi, e della loro imparzialità, è assoluta.

I protagonisti del film in analisi, di conseguenza, avrebbero nella realtà trovato una serie molto lunga, e alta, di scogli da superare; non solo la selezione con doppia randomizzazione, ma anche l’impossibilità di challenge un giurato senza prove, oltre alla certezza di essere esclusi dalla giuria per i membri che hanno conoscenze sul caso che non dovrebbero avere, che parlano con l’esterno o che, come nel film, ricattano qualcuno.

La protezione dei giurati è talmente forte che dura anche dopo il processo.

Quello che è accaduto nella stanza in cui la giuria si è ritirata per decidere non può essere in alcun modo oggetto d’indagine, non importa quanto grave possa essere il sospetto di esistenza di qualche forma d’irregolarità.

Nel caso Box and Box, per esempio, un giurato conosceva i procedenti penali dell’imputato, e l’imputato era stato condannato, probabilmente, anche per questo.

La conoscenza dei precedenti è stata scoperta solo dopo la sentenza, e su questa base è stato fatto appello.

La Corte d’Appello ha confermato (upheld) la sentenza di primo grado, in quanto la circostanza avrebbe dovuto essere sollevata subito dopo il giuramento del giurato.

Addirittura, la sordità di un giurato, non conosciuta e non sollevata prima, non è causa di appello: nonostante il giurato sordo non abbia sicuramente sentito le testimonianze, né le directions (l’indicazione dei casi applicabili) del Giudice togato, né il summing up (il riassunto dei fatti e delle prove ammissibili ascoltate o acquisite).

Nonostante, quindi, la possibilità astratta che ogni scoglio posto dal sistema giuridico inglese all’influenzabilità della Giuria possa cadere, forse la possibilità non è così statisticamente rilevante.  Nulla vieta, ovviamente, di credere che si possa vincere al SuperEnalotto. Ma, nella speranza, si dovrebbe considerare sempre che è più probabile essere colpiti in testa da una stella cadente. Sperando non sia la stella della Giustizia.

Il funzionamento del sistema processuale criminale inglese è più complesso, e spesso diverso, da quello che potremmo immaginarci.

Esiste una differenza a volte significativa tra quello vediamo al cinema, e la realtà.

Film come “La giuria” (Runaway Jury, un film del 2003 diretto da Gary Fleder, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di John Grisham), potrebbero essere non compresi a fondo da un giurista di civil law, e portare a formulare conclusioni sbagliate.

Quasi sommarie.

Nel film in questione, per esempio, vengono osservati la selezione della giuria, il tentativo di controllo da parte di soggetti interni ed esterni, e gli esiti che potrebbe portare.

Un uomo sfrutta le maglie del sistema per inserirsi come giurato in un processo contro una multinazionale che produce armi da fuoco, e cerca di dirigere la giuria a votare per una condanna (conviction).

Parallelamente, profilers senza scrupoli tentano di pilotare la giuria in senso inverso, selezionandoli tra i più favorevoli e ricattandoli per portarli ad un’assoluzione (absolute discharge).

Per chi guarda, è facile il giudizio negativo sull’istituto sella giuria. Sono facili anche i commenti sulla selezionabilità dei giurati che devono sedere nel box, sulla loro pilotabilità (in quanto non esperti di diritto), e sulla loro ricattabilità.  

Nell’effettività quotidiana di una Corte (e in Inghilterra perlomeno), la fantasia della storia si adatterebbe malvolentieri alla realtà del box dei giurati.

In primo luogo, perché il modo di selezione dei giurati è sottoposto ad un doppio grado di casualità.

In secondo luogo, perché non è più possibile, almeno in Inghilterra, scartare con facilità e senza motivazione un membro della giuria.

In terzo luogo, perché la giuria non decide sul diritto, ma sui fatti.

E, in quarto luogo, perché anche il singolo giudice togato torna a casa la sera, ed è ricattabile come chiunque altro.

Occorre, però, comprendere in concreto come funziona la selezione della giuria, per riflettere compiutamente su quanto appena affermato.

Se l’accusato si dichiara non colpevole, siamo di fronte ad un reato indictable o triable either way e, in questo ultimo caso, l’accusato sceglie di essere giudicato da una Giuria, “a jury must be empanelled”: occorre selezionare una giuria.

E’ possibile che sia parte della giuria qualsiasi soggetto di età compresa tra i 18 e i settanta anni, se è registrato come elettore per il parlamento o per il governo locale, sempre che abbia risieduto stabilmente in UK per qualsiasi periodo di almeno 5 anni da quando aveva 13 anni.

Non tutti sono eligibili. Non lo è, per esempio, chi soffre di un disordine mentale certificato, chi è stato rilasciato “on bail” (su cauzione), chi è stato condannato all’ergastolo, chi è sotto custodia per motivi di pubblica sicurezza, chi è stato condannato a cinque anni o più di detenzione. Inoltre, non possono essere parte di una giuria per dieci anni coloro che sono stati imprigionati o sono stati soggetti a qualcosa di simile alle nostre pene alternative alla detenzione.

Il responsabile per il summoning (la citazione) dei giurati è il Lord Chancellor.

I giurati ricevono una busta chiusa, in cui viene indicato loro che sono obbligati a presentarsi, dove, il periodo per il quale saranno chiamati ed il fatto che possono, in casi specifici, astenersi.

Normalmente, il processo non dura più di due settimane continuative.

I nomi sono scelti casualmente dalle liste elettorali.

Chi viene scelto deve comunicare le cause di incompatibilità.

Viene, a quel punto, redatta una lista dei giurati, chiamata “panel”.

Il panel è accessibile sia dall’accusa che dalla difesa.

Entrambe le parti, quindi, potranno effettuare ricerche sui giurati, anche se molto raramente la difesa avrà i mezzi finanziari per farlo.

A quel punto, in un giorno ed in un’ora stabilita, i possibili giurati, in numero largamente superiore a dodici, si troveranno per essere selezionati.

Il procedimento di selezione viene chiamato “empanelling a jury” o “swearing - in of the jury”.

Dodici persone scelte random tra quelle chiamate come giurati, subito dopo il not guilty plea (la dichiarazione di non colpevolezza), vengono fatte accomodare nel “box”, e l’imputato (the defendant), viene informato del fatto che ha il diritto di “challenge jurors”: opporsi alla presenza di un giurato nel box.

Risulta molto complesso, quindi, sia controllare chi viene chiamato come giurato (in quanto sarebbe necessario corrompere il Lord Chancelor per farlo), sia controllare chi saranno i dodici che entreranno effettivamente nel box, in quanto questa seconda parte prevede nuovamente una casualità nella scelta, che avviene a processo già iniziato, dopo la dichiarazione di innocenza dell’imputato.

Nel nostro film, quindi, il protagonista avrebbe già dovuto superare una doppia difficoltà: finire sul panel dei giurati e, successivamente, nel box.

Esaminiamo, ora, come si svolge la selezione effettiva dei giurati.

I dodici scelti casualmente per entrare nel box vengono chiamati uno per uno e, in piedi, giurano con la mano destra sul libro più vicino alle loro credenze religiose.

Solo dopo avere giurato, sarà possibile per il defendant (l’imputato) obiettare in merito alla permanenza di un giurato nel box.

Le cause per sollevare una simile eccezione, però, sono limitate.

Per centinaia di anni, l’imputato ha avuto il diritto di escludere un certo numero di giurati senza fornire alcuna motivazione.

Dal 1988, questo diritto non è più previsto: occorre una motivazione (viene fatto salvo, ma solo per l’accusa, il diritto di mettere da parte un giurato nel box per farlo sostituire da un giurato in attesa. Questo diritto è detto di “stand by”).

La motivazione può attenere o ad una causa di ineligibilità, o ad una vicinanza con la vittima (quale quella derivante da essere un suo impiegato o parente), o dall’avere espresso la propria opinione sull’esito auspicato del caso, o dall’avere mostrato ostilità per l’accusato.

Se una delle parti intende eliminare un giurato, immediatamente dopo il suo giuramento dovrà dire, ad alta voce, “challenge”.

Ma questo non sarà sufficiente.

Dovrà fornire, infatti, quelle che vengono chiamate “prima facie evidences”, ovvero prove sommarie della fondatezza della propria eccezione.

Solo se questo primo scoglio è superato, allora sarà possibile fare domande al giurato, per fornire ulteriori prove e ottenere, quindi, l’effettiva discharge (rimozione dall’incarico) del giurato non voluto.

Anche il Giudice togato ha la possibilità di discharge un giurato.

L’esempio più comune è quello del giurato che risulta, dalla semplice lettura del giuramento, non sufficientemente colto da comprendere le prove documentali.  

La selezione della giuria che si vede nel film “Runaway Gury”, quindi, in Inghilterra non sarebbe possibile.

Statisticamente, pertanto, i giurati resteranno al loro posto, salvo non vi siano prove evidenti di ragioni di inelegibilità o pregiudizio.

Proseguendo, poi, nell’analisi delle difficoltà evidenziate, la giuria verrà informata che non è suo compito decidere su altro che sui fatti, e verrà diretta dal Giudice togato in tal senso.

Anche la capacità della giuria di decidere sui fatti viene protetta dall’ordinamento inglese in ogni modo possibile.

La legge vuole impedire in ogni modo che i giurati vengano influenzati, non solo tutelandoli da possibili violenze esterne, ma anche impedendo che possano essere influenzati dai loro amici, fidanzati o parenti, o che quello che accade quando si ritirano possa essere conosciuto da chiunque.

Una volta che un giurato viene confermato, quindi, il normale corso degli eventi sarà che parteciperà al processo, per un tempo generalmente non superiore a due settimane.

Sarà possibile separarsi dai suoi colleghi solo per mangiare e dormire.

Verrà avvistato del fatto che gli è impedito di discutere del caso con qualsiasi persona al di fuori di un membro della stessa giuria (Prime - 1973).

Non potrà parlare con le parti del processo, con i testimoni, con i procuratori o con chiunque sia a qualsiasi titolo coinvolto nel processo.

Se la regola del silenzio viene rotta, l’intera giuria potrebbe essere rimossa.

Per evitare che la giuria possa essere attaccata durante il processo, i giurati possono essere portati in un luogo sicuro per la durata del processo.

Per proteggere gli altri giurati e la loro imparzialità, un singolo giurato può essere rimosso dall’incarico durante il processo in caso di corruzione evidente.

Il Giudice togato ha anche la possibilità di rimuovere l’intera giuria: se non sono in grado di accordarsi sul verdetto, o se delle prove inammissibili e pregiudiziali gli sono state incolpevolmente fornite (ad esempio, se uno dei testimoni riferisce i precedenti penali dell’imputato al di fuori dei casi in cui la conoscenza dei precedenti penali - c.d. bad character - è ammessa) o se uno o più giurati si sono resi colpevoli di condotte disdicevoli.

La tutela dei giurati, quindi, e della loro imparzialità, è assoluta.

I protagonisti del film in analisi, di conseguenza, avrebbero nella realtà trovato una serie molto lunga, e alta, di scogli da superare; non solo la selezione con doppia randomizzazione, ma anche l’impossibilità di challenge un giurato senza prove, oltre alla certezza di essere esclusi dalla giuria per i membri che hanno conoscenze sul caso che non dovrebbero avere, che parlano con l’esterno o che, come nel film, ricattano qualcuno.

La protezione dei giurati è talmente forte che dura anche dopo il processo.

Quello che è accaduto nella stanza in cui la giuria si è ritirata per decidere non può essere in alcun modo oggetto d’indagine, non importa quanto grave possa essere il sospetto di esistenza di qualche forma d’irregolarità.

Nel caso Box and Box, per esempio, un giurato conosceva i procedenti penali dell’imputato, e l’imputato era stato condannato, probabilmente, anche per questo.

La conoscenza dei precedenti è stata scoperta solo dopo la sentenza, e su questa base è stato fatto appello.

La Corte d’Appello ha confermato (upheld) la sentenza di primo grado, in quanto la circostanza avrebbe dovuto essere sollevata subito dopo il giuramento del giurato.

Addirittura, la sordità di un giurato, non conosciuta e non sollevata prima, non è causa di appello: nonostante il giurato sordo non abbia sicuramente sentito le testimonianze, né le directions (l’indicazione dei casi applicabili) del Giudice togato, né il summing up (il riassunto dei fatti e delle prove ammissibili ascoltate o acquisite).

Nonostante, quindi, la possibilità astratta che ogni scoglio posto dal sistema giuridico inglese all’influenzabilità della Giuria possa cadere, forse la possibilità non è così statisticamente rilevante.  Nulla vieta, ovviamente, di credere che si possa vincere al SuperEnalotto. Ma, nella speranza, si dovrebbe considerare sempre che è più probabile essere colpiti in testa da una stella cadente. Sperando non sia la stella della Giustizia.