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Le criptovalute: caratteristiche e linee guida

Cryptocurrencies: characteristics and guidelines.
MAX GIBELLI PHILIPPINES
Ph. Max Gibelli / MAX GIBELLI PHILIPPINES

ABSTRACT

Le nuove tecnologie, favorite dai progressi della crittografia e dalle evoluzioni della rete internet, stanno determinando un cambiamento radicale nell’economia globale, con particolare riferimento al settore finanziario, sotto il profilo delle modalità di scambio di beni, servizi e ogni attività finanziaria. Oggi si sente parlare spesso di criptovalute, ma che cosa sono realmente? Le criptovalute, come riportano alcuni dati statistici, sono circa 450 in circolazione e la più famosa è il bitcoin, la quale è una valuta virtuale bidirezionale, in quanto si può convertire in maniera semplice con le principali valute ufficiali e viceversa.[1]

 

The new technologies, favored by the progress of cryptography and the evolution of the internet, are causing a radical change in the global economy, with particular reference to the financial sector, in terms of the methods of exchange of goods, services and any financial activity. Today we often hear about cryptocurrencies, but what are they really? Cryptocurrencies, as reported by some statistical data, are about 450 in circulation and the most famous is bitcoin, which is a bidirectional virtual currency, as it can be converted easily with the main official currencies and vice versa.

 

Sommario

1. Cenni storici di una nuova tecnologia

2. La moneta virtuale: caratteristiche e inquadramento giuridico

3. Finanziamento del terrorismo e bitcoin

4. Le linee guida del FATF

5. Conclusioni

 

Summary

1. Historical notes of a new technology

2. Virtual currency: characteristics and legal framework

3. Financing of terrorism and bitcoin

4. The FATF guidelines

5. Conclusions

 

1. Cenni storici di una nuova tecnologia

Il Bitcoin è nato alla fine del 2008, quando Satoshi Nakamoto – una persona o un gruppo di persone la cui identità è tutt’ora ignota – pubblica un white paper spiegando la sua idea di moneta virtuale crittografica peer-to-peer senza intermediari, governata da algoritmi.

L’idea proposta è una vera e propria dichiarazione di guerra al mondo bancario, che in quel periodo era stato travolto da una profonda crisi.

Nel 2009 la rete di Bitcoin inizia a funzionare; la community comincia a crescere e il bitcoin viene utilizzato per la prima volta per l’acquisto di un bene nel mondo fisico: una pizza. Nel 2012 Bitcoin raggiunge la capitalizzazione di 1 miliardo di dollari.

Nel 2014 i regolatori di diverse nazioni spostano la loro attenzione verso la tecnologia dietro il Bitcoin: la Blockchain.

Iniziano a nascere piattaforme che sfruttano alcuni principi fondanti di Bitcoin: Ethereum, una piattaforma orientata alla creazione di smart contract; Ripple, una piattaforma nata nel 2012 per facilitare i pagamenti interbancari in diverse valute, che raccoglie l’adesione da parte delle prime banche.[2]

La blockchain[3] è vista come un nuovo internet, o meglio, un internet basato sulle transazioni, su sicurezza, trasparenza e decentralizzazione.

Il sistema, quindi, permette a tutti la possibilità di essere “padroni” del proprio denaro. Si viene, quindi, generando un nuovo concetto di “trust”, dovuto al fatto che questa tecnologia formalmente sostituisce il lavoro di terzi di fornire fiducia nelle attività finanziarie.

Per definire il termine blockchain, facciamo riferimento a tre definizioni, in particolare: la prima definizione che potremmo dare di blockchain, è “catasto delle transazioni”.

La blockchain ricostruisce l’origine e la storia di ciascuna criptovaluta.

La seconda definizione che possiamo dare di blockchain, ammesso e non concesso che di moneta si tratti e pensando a come essa possa essere funzionale allo scambio di criptovalute, è di un sistema decentralizzato per la creazione di moneta.

Difatti, chiunque, acquistando computer e programmi di potenza adeguata, può “minare” le criptovalute per poi spenderle o conservarle.

La terza definizione che possiamo dare è di natura meramente tecnologica: la blockchain infatti sfrutta una tecnologia che consente la creazione ed il passaggio di record o “blocchi” in crescita continua, tra loro collegati e resi sicuri mediante l’uso della crittografia.[4]

Come funziona la blockchain? Nella preparazione della transazione vengono generate le cryptographic key[5], di entrambi i soggetti. Questo ci permette di essere possessori di una certa quantità di denaro.

La transazione che si sta creando sarà quindi composta dagli indirizzi, dalle chiavi e da tutte le informazioni della transazione stessa, come il prezzo ed ogni dettaglio riguardante l’acquisto e la vendita di un oggetto. Quando una transazione viene confermata, viene inclusa in un blocco: quindi, ogni blocco successivo a quello in cui una transazione è stata scritta è detto “Conferma”.

Le conferme sono intese proprio come garanzia che rendono ufficiale una transazione: ogni conferma avvisa che il pagamento è stato ricevuto e registrato correttamente all’interno della blockchain.

L’idea alla base è quella di eliminare istituzioni finanziarie e permettere agli utenti di comunicare in modo P2P, ovvero peer-to-peer[6].

Ogni operazione dovrà essere approvata da tutti i partecipanti alla rete, in modo automatico ed attraverso crittografia. Per questo motivo la blockchain viene definita molto sicura ed affidabile.

Ed essendo un sistema decentralizzato e quindi meno governabile, attribuisce a tutti gli utenti una parte di controllo della rete stessa.

I vantaggi che si possono ricavare dall’utilizzo di questa nuova tecnologia sono i seguenti: maggiore efficienza dei flussi di lavoro; diminuzione dei tempi e ovviamente dei costi gestionali; maggior sicurezza dei dati, con annessa trasparenza tra le parti.[7]

 

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[1] Cfr. CONSOB, pagina web dedicata alle criptovalute all’indirizzo http://www.consob.it/web/investor-education/criptovalute

[2] R. Razzante, “Bitcoin e Criptovalute. Profili fiscali, giuridici e finanziari”, Maggioli, 2018, p. 7.

[3] Il termine “blockchain” in italiano si traduce in “catena di blocchi”, espressione con la quale si indica quel processo di condivisione delle risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale pubblico e accessibile a chiunque per poter aver accesso alla copia dei dati.

[4] R. Razzante, “Bitcoin e Criptovalute. Profili fiscali, giuridici e finanziari”, Maggioli, 2018, p. 8.

[5] La Cryptographic Key è una stringa di bit utilizzata da un algoritmo crittografico per trasformare il testo normale in testo cifrato o viceversa. Questa chiave rimane privata e garantisce comunicazioni sicure.

[6] L’espressione “peer-to-peer” indica un modello di architettura logica di rete informatica in cui i nodi non sono gerarchizzati unicamente sotto forma di client o server fissi, ma pure sotto forma di nodi equivalenti o paritari, potendo fungere al contempo da client e server verso gli altri nodi terminali della rete.

[7] R. Razzante, “Bitcoin e Criptovalute. Profili fiscali, giuridici e finanziari”, Maggioli, 2018, p. 10.