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Mattarella bis: retroscena e cambiamenti in vista

Ora, al di là degli osanna al limite dell'indecenza, si leccano tutti le ferite
Sergio Mattarella
Sergio Mattarella

Mattarella bis: retroscena e cambiamenti in vista

 

Caro Zama,

Le scrivo dopo il reality del Presidente della Repubblica. Quest'anno mi sono divertito alla follia. 

Le posso dire che le due impallinate, Carabia e Belloni, sono state molto vicine all'elezione, davvero un soffio. Ma il vero architetto di tutto, che si è fatto beffe di Draghi, capiclan, giornaloni e ministri, tecnici o presunti tali, è stato Mattarella. Un genio sfuggito alla lampada di Renzi che oggi non risponde a nessuno, se non a se stesso. Re Sergio non aveva nessuna intenzione di lasciare il Quirinale dove si trova benissimo. Non ha colto l'attimo: l'ha preparato meticolosamente. E queste doti non si improvvisano, si affinano in anni e anni di esperienza

L'ultimo dei Mohicani della Prima Repubblica. Sono fiero di lui in fondo è anche un po' creatura mia, ma non posso dirLe altro.

Ora, al di là degli osanna al limite dell'indecenza, si leccano tutti le ferite: chi si deve guardare dai compagni di partito e di presunta coalizione, chi pensa di aver vinto, chi si prepara alle elezioni, chi è già sul viale del tramonto e spera di raccattare un incarico in qualche azienda pubblica. locale, ecc. Certo l'obiettivo principale di un altro anno di prebende parlamentari è stato conquistato e i nostri onorevoli e senatori hanno tirato un sospiro di sollievo, ma, mi creda, se li immagini come formiche quando qualcuno disturba il formicaio, schizzano impazzite di qua e di là ... in cerca di salvezza. Sarà indecoroso ma è lo spettacolo a cui stiamo assistendo dietro alle quinte. Nelle prossime settimane sarà anche peggio e alla luce del sole. 

Le racconterò.

Nulla però a confronto con lo spettacolo a cui potremo assistere - il prezzo è già stato pagato - a breve. Avrà forse notato il timido ma tutt'altro che incerto revirement di alcuni politici più scaltri di altri e di alcuni giornaloni. Stanno preparando il terreno. Ormai è chiaro che gli italiani sono sfiniti dopo due anni di misure anticovid e di terrorismo psicologico. Soprattutto mancano i soldi (questo lo sapevamo già, ma facevamo finta di non saperlo) e le bollette stanno scuotendo il mondo industriale. Il vento inizia - flebilmente ma stabilmente - a soffiare in altra direzione e bisogna riformattare i discorsi e le paginate

Viene il momento dei distinguo, dei "grazie al nostro lavoro ora possiamo allentare le misure di restrizione ma sempre senza abbassare la guardia ..." insomma piano piano si scende dal carro perché si inizia a temere che si sfracelli contro un muro. Mi dispiace per il Generale Figliuolo: non sa ancora che cosa lo aspetta. Presto sarà il capro espiatorio e non saranno momenti facili per lui.

Un esempio?

Il paginone del Sole di qualche giorno fa: "Stress da Covid, gli italiani tra i più colpiti al mondo". Chiaro che lassù per i monti di Viale dell'Astronomia si sono un po' stufati del Draghistan, pensavano fosse un amico invece era amico di altri. Pensavano di poterlo blandire e invece oggi fanno fatica a contenere la marea di industriali incazzati neri - scusi il termine. Lei come lo legge il silenzio imbarazzante di Bonomi? Dello stesso Presidente che prima di Natale rilasciava più dichiarazioni di quanto mangiasse?

Le ripeto, si stanno riformattando. Non che questi due anni non lasceranno il segno, tutt'altro.

Bei tempi i miei della Prima Repubblica. Eravamo professionisti della politica: avremmo gestito la pandemia come bere un bicchiere d'acqua. Ingrassando ma non vessando. Ci vuole arte e questi non sanno neanche cosa sia. Pensi ai bisnipoti dei fondatori di imprese di successo: il loro ruolo è di distruggerle. Lo stesso stanno facendo questi improvvisati, dal primo all'ultimo, con la democrazia. E Mattarella l'ha capito e ci traghetterà verso il futuro radioso della sesta Repubblica

Mi stia bene e come Lei i suoi lettori.

 

Domitillo